Rogo blocca il processo Tyson

Rogo blocca il processo Tyson Devastato l'albergo dove alloggiava la corte, sospeso il dibattimento Rogo blocca il processo Tyson Tre vittime, in salvo i giurati NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Un incendio esploso improvviso e violento ha devastato l'albergo in cui erano «segregati» i giurati del processo contro Mike Tyson, e il dibattimento è stato sospeso. Le fiamme si sono sviluppate martedì notte ed hanno ucciso tre persone, due pompieri e un ospite. Nessuno dei giurati è stato colpito, ed anzi il portavoce del tribunale ha subito precisato, prima che qualcuno glielo chiedesse, che loro sono stati immediatamente portati in una stanza del tribunale e «non hanno avuto contatti con nessuno». Il problema è infatti che se quelle persone fossero venute meno anche per un attimo alla consegna di non parlare con nessuno, di non guardare la tv, di non leggere giornali, il processo sarebbe stato tutto da rifare. Stessa cosa se qualcuno dei giurati fosse morto tra le fiamme, e questo ha reso un po' arduo il liberarsi del sospetto che non si sia trattato di un incidente. Per ora è solo un sospetto, ma intanto le inchieste avviate sono due: una dell'Fbi e una dell'ente che si occupa del controllo sulle bevande alcoli-, che, sul tabacco e sulle armi. Le vittime sonò i vigili del fuoco Ellwood Gelenius di 47 anni e John Lorenzano di 29, e un'ospite dell'albergo di cui non è stato comunicato il nome. Quello di ieri doveva essere il nono giorno del processo contro Tyson, che è accusato di avere violentato una giovane partecipante al concorso «Miss Black America». Se dovesse essere riconosciuto colpevole di tutti i capi d'imputazione il campione di boxe dovrebbe passare i prossimi 63 anni in prigione. Una prospettiva drammatica, che ne- gli ultimi due giorni del processo era apparsa tutt'altro che improbabile. L'altro ieri era venuta a deporre la madre di Desirée Washington, la ragazza che lo accusa. Piangendo, aveva raccontato che la figlia, dopo il fattaccio avvenuto l'estate scorsa, non è più la stessa, è diventata nevrotica, intrattabile, con improvvisi scoppi di pianto e lunghi mutismi. «Rivoglio la mia bambina», aveva singhiozzato a un certo punto la donna, ed era apparso evidente che la sua deposizione aveva lasciato un segno nei presenti. Un punto contro Mike Tyson, ma non l'unico. A rendere «in salita» la strada che il campione deve percorrere per uscire da questa storia, c'erano state anche due battaglie legali che il suo difensore aveva perduto. Una ri¬ guardava l'ammissione, come prova, della registrazione della telefonata che la ragazza fece al-. la polizia subito dopo l'incontro con lui. La difesa aveva cercato di sostenere che si trattava di un elemento «irrilevante», ma il giudice Patricia Gifford aveva respinto la sua tesi. La registrazione di quella telefonata era stata così ascoltata martedì sera, e tutti avevano potuto constatare che le parole dette «a caldo» da Desirée Washington furono pressoché identiche alla sua versione successiva. Per avere un'idea dell'importanza di ciò, basta ricordare che la discordanza fra la versione immediata e quella successiva della donna che accusava William Kennedy Smith, fu uno dei cavalli su cui la difesa del giovane William saltò immediatamente. L'altra battaglia della difesa era stata perduta il giorno prima. C'erano tre testimoni nuovi che l'avvocato di Tyson voleva chiamare, perché erano pronti a raccontare di avere visto il campione e la ragazza sbaciucchiarsi nella hall dell'albergo in cui erano ospiti, e poi salire abbracciati in camera di lui. In pratica, era l'idea della difesa, questa circostanza avrebbe dato parecchio fiato alla tesi, di Mike Tyson, e cioè che lui con Desirée Washington ha sì, passato una notte, ma con il consenso di lei. Sennonché, siccome quei testimoni non facevano parte della Usta presentata all'inizio del processo, il giudice aveva negato la possibilità di chiamarli a deporre. Anche quello era stato un punto perduto per il campione, per cui quando si è diffusa la no¬ tizia dell'incendio è stato impossibile a tutti non pensare alla «provvidenzialità» delle fiamme. Il tribunale ha precisato subito che la regolarità del processo è stata salvata spostando immediatamente i giurati. Ora si trovano in un altro albergo, ma non è stato detto quale; Secondo il portavoce del tribunale non sanno neppure che nell'incendio ci sono stati dei morti, a riprova che la loro «santa ignoranza» prevista dalla legge non è stata scalfita. Ma tutti si aspettano che se il processo dovesse concludersi in modo sfavorevole per il campione, al suo avvocato non sarà difficile ottenere l'appello sulla base, appunto, di ciò che è accaduto ien. Franco Parrtarelli II rinvio è arrivato dopo due giorni di difficoltà per gli avvocati del pugile Giallo sulle cause dell'incendio • i 'ri, ■■>{** 1 kj| Mike Tyson, il pugile accusato di violenza carnale e, nella foto a sinistra, un'immagine dei soccorsi aH'«lndianapoli$ Athletic Club», l'albergo dove alloggiavano i giurati del processo e dove martedì notte è scoppiato l'incendio che ha provocato tre vittime

Persone citate: Desirée Washington, Franco Parrtarelli Ii, John Lorenzano, Mike Tyson, Patricia Gifford, William Kennedy Smith

Luoghi citati: New York, Washington