«La Russia pronta a usare la forza»
«La Russia pronta a usare la forza» Cresce la" tensione alla vigilia del vertice Csi: Mosca deve avere subito un esercito «La Russia pronta a usare la forza» Consigliere diEltsin avverte le altre Repubbliche MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE . La Russia deve iniziare «già oggi» a creare il suo esercito: la guerra contro una o più repubbliche della Csi, la Comunità che ha preso il posto dell'Urss, non si può escludere, e Mosca deve difendere i suoi interessi «con la forza, o ammettendone l'uso». L'autore di queste affermazioni è uno dei più importanti consiglieri militari di Boris Eltsin: Konstantin Kobets, l'uomo che organizzò la difesa della «Casa bianca» nei giorni del golpe. Tra una settimana i Presidenti delle repubbliche ex sovietiche si riuniranno a Minsk per tentare di trovare un accordo sul futuro delle Forze armate. Le parole di Kobets, certo, non disporranno i partner di Eltsin al dialogo. «I timori del futuro hanno raggiunto tra gli ufficiali il limite massimo, oltre il quale possono partire processi ingovernabili, soprattutto nelle unità dislocate nelle regioni di crisi». Inizia così il lungo articolo scritto da Kobets per la «Nezavisimaja gazeta». Ma è un attacco retorico, perché quello del generale, di fatto, è un vero e proprio progetto di dottrina militare. «Possiamo mai escludere la possibilità di una guerra tra i membri della Csi? La guerra è già in corso tra Armenia e Azerbaigian». Scartata come «irrazionale» l'idea di una dottrina militare della Comunità, dottrina senza cui le Forze armate comunitarie «possono servire solo alle parate o nei lavori agricoli», Kobets passa alle sue tesi. «Bisogna dichiarare con onestà e determinazione che la Russia ha propri interessi statali, è che li difenderà con la forza, o ammettendone l'uso». Eltsin fa bene a non correre in avanti, ma bisogna da subito iniziare a «creare un'esercito russo». La dottrina militare della Russia dev'essere difensiva, afferma Kobets, il bilancio del suo esercito deve essere limitato al 4-6 per cento del prodotto interno (quello Usa è del 5,7 per cento), e le Forze armate di Eltsin non dovranno avere più di un milione di uomini (i militari dell'ex Urss sono 3,7 milioni). Solo al leader kazakho Nursultan Nazarbaev, il Presidente più popolare tra i militari, Kobets paga un tributo di rispetto, ma giudica irrealizzabile la sua idea di mantenere unito l'esercito della Csi. Tuttavia, «se riusciremo a mantenere rapporti particolari con il Kazakistan nel campo della difesa, rafforzeremo l'immunità della Russia dal germe del fondamentalismo islamico, in espansione in alcuni Stati meridionali». Fantasie che non meritano attenzione? Non tanto. Il Presidente ucraino Leonid Kravchuk è entrato in rotta di collisione con l'alto comando, tentando di rimuovere l'ammiraglio Kasatonov, comandante della flotta del Mar Nero, il generale Ivan Bizhan, capo negoziatore ucraino, ha rinnovato le richieste di Kiev su tutte le navi non armate di armi nucleari, ed ha anzi avvertito: al prossimo vertice l'Ucraina chiederà il controllo di tutte le fòrze aeree sul proprio territorio, ad esclusione dei missili e dell'aviazione strategica, e delle unità di difesa spaziale. Persino Nazarbaev, irritato con Eltsin per non essere stato prima consultato, ha criticato le proposte di disarmo lanciate dal Presidente russo in America, definendole lontane dalla realtà «come il cielo dalla terra». Non sorprende dunque che a Mosca si preparino nuove mosse per parare i colpi dei «partner». Dopodomani, in una riunione ad alto livello, i russi dovrebbero decidere la creazione di un proprio ministero della Difesa, appropriandosi di una parte significativa del Comando generale comunitario. Un irrigidimento delle posizioni russe sarebbe ben accolto dagli ufficiali: 300 mila uomini hanno già giurato fedeltà all'Ucraina, ma in un recente sondaggio il 71 per cento degli ufficiali si è detto favorevole al restauro dell'Urss entro i suoi vecchi confini, e il 57 per cento ha defunto probabili conflitti armati tra Russia ed altre repubbliche «in un prossimo futuro». Nella classifica dei leader più popolari, all'ultimo posto i militari hanno messo del resto proprio Kravchuk. Fabio Squillante
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