La lotti: l'impeachment può andare avanti

La lotti: l'impeachment può andare avanti Lettera a Macis sul procedimento d'accusa al Capo dello Stato. Oggi l'esame delle 5 denunce La lotti: l'impeachment può andare avanti Ma il presidente della Camera sottolinea che la decisione finale «dovrà essere presa innanzi tutto dal comitato e dal suo presidente» ROMA. Sarà il comitato parlamentare per i procedimenti d'accusa, che si riunisce stamane, a decidere se continuare o meno nell'esame delle cinque denunce contro il Capo dello Stato. Questo, in estrema sintesi, il significato contenuto nella lettera del presidente della Camera, Nilde lotti, in risposta al presidente del comitato, il senatore del pds Francesco Macis, che chiedeva lumi per il prosieguo delle indagini sull'impeachment di Cossiga dopo lo scioglimento delle Camere. A Macis che sollecita «indicazioni più rispondenti alla soluzione di un problema di così grande rilevanza istituzionale e costituzionale», Nilde lotti, sentito il parere del presidente del Senato, Giovanni Spadolini, risponde che «si tratta ovviamente di una valutazione delicata ampiamente discrezionale che, in questa fase del procedimento, non può che spettare innanzi tutto al comitato e al suo presidente i quali hanno ben presenti gli elementi di fatto e di diritto su cui è stata basata l'accusa, lo stato dei lavori, e gli orientamenti fin qui manifestatisi all'interno dello stesso comitato». Sulla contrastata questione dell 'impeachment a Cossiga, insomma, la patata bollente passa da una mano all'altra. L'impressione, però, visto che il comitato a grandissima maggioranza è favorevole a chiudere il caso con l'archiviazione, è che la lotti voglia rimettersi a questa maggioranza. Anche se nella lettera a Macis precisa che «il procedimento parlamentare d'accusa, trattandosi di attività dovuta che si inserisce in un più complesso procedimento giudiziario, non può estinguersi per effetto dello scioglimento delle Camere» e che «resta inteso che una eventuale sospensione Hell'attività del comitato fino alla sua ricostituzione dopo l'insediamento delle nuove Camere comporta la sospensione dei termini previsti dalle disposizioni legislative e regolamentari». Come è accaduto in passato al termine della settima e ottava legislatura. In sostanza, per una questione di opportunità e per non turbare la campagna elettorale, si potrebbe congelare il problema e portarlo all'esame del nuovo Parlamento. E in proposito sia Macis che la lotti fanno riferimento ad una lettera inviata il 7 maggio 1976 dall'allora presidente della Camera, Sandro Pertini, al presidente della commissione inquirente, senatore Castelli. L'inquirente e lo stesso Parlamento riunito in seduta comune, sosteneva in quell'occasione Pertini, sono organi in- vestiti di funzione giurisdizionale «e questa non può subire interruzioni in relazione all'apertura del procedimento elettorale». «Eventuali autolimitazioni all'attività della commissione potrebbero scaturire - avvertiva però il futuro Presidente della Repubblica - solo da cri- teri di correttezza, ovvero da considerazioni di opportunità, quali quelle di non provocare nelle attuali circostanze riunioni del Parlamento in seduta comune». Ma, sfumata l'archiviazione in tempi rapidi e la conseguente possibilità di raccogliere le firme necessarie per mettere comunque sotto processo Cossiga - come era nelle intenzioni del pds - sembra ora difficile aggirare la volontà della maggioranza schierata, con l'apporto anche di repubblicani e del movimento sociale, per la chiusura definitiva del caso e l'archiviazione della richiesta di impeachment. Ir. con.] Il presidente della Camera Nilde lotti. Prima di decidere ha consultato il presidente del Senato Giovanni Spadolini

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