Tanti auguri, Nikita di Leonardo Osella

Tanti auguri, Nikita All'Auditorium omaggio agli 80 anni di Magaloff Tanti auguri, Nikita II noto pianista russo eseguirà Haydn, Schumann, Fauré e Chopin E' dal 1954 che esegue concerti a Torino per l'Unione Musicale Nitrita Magaloff è fra i musicisti più amati a Torino. Chi ha dei dubbi dia un'occhiata all'elenco dei concerti tenuti dal 1954 a oggi per l'Unione Musicale e vi aggiunga quelli (numerosi) tenuti per la Rai. Questa sera Magaloff è di nuovo fra noi, con la consueta magia e l'eterna freschezza nel porgere al pubblico i capolavori pianistici. Con in più una ricorrenza, alla quale la città tributa affettuoso omaggio: gli ottant'anni del Maestro, nato appunto nel 1912 a San Pietroburgo da famiglia nobile. Ottant'anni iniziati alla grande, nel senso che già nell'infanzia e nell'adolescenza Magaloff ebbe dimestichezza con giganti come Prokofiev («Un grande amico della nostra famiglia, che veniva sempre a casa nostra», ha detto in un'intervista ad Alberto Papuzzi), Siloti («Per primo mi diede da leggere la musica, perché suonavo ancora a orecchio»), Rachmaninov («Quando avevo dodici anni ho suonato per lui e ho ricevuto anche qualche lezione»), Ravel («Mi disse delle cose che non posso dimenticare sulla diversità della sonorità, per dare colore, e si metteva al pianoforte per dimostrare cosa intendeva: avevo tredici anni e questo è un ricordo che non si dimentica»). Nessuna meraviglia, quindi, se da allora fino a oggi il nome di Nikita Magaloff si accosta di volta in volta a quello dei più grandi compositori e direttori d'orchestra. Fortunati coloro che stasera alle 21, nell'Auditorium della Rai, potranno ascoltarlo nel concerto dell'Unione Musicale. Il «viaggio» prenderà le mosse da Haydn: «Sonata in fa maggiore Hob. XVI n. 23», un esempio di equilibrio e di brillantezza insieme. Ed ecco i «Phantasiestùcke op. 12», una di quelle opere a mosaico in cui Schumann raccoglieva in vari brani sensazioni e intuizioni profonde, spesso dolorose, elaborandole piuttosto liberamente come si conveniva a un artista romantico. L'op. 12 nacque tra le sofferenze per il contrastato fidanzamento con Clara Wieck, a causa dell'autoritario e spietato futuro suocero, con quel «Warum?» (Perché?) che costituisce l'irri- solto interrogativo musicale della bellissima Fantasia. Magaloff ha poi scelto il lavoro più originale del Fauré pianistico, «Thème et Variations in do diesis minore op. 73». E' una sorta di sfida dell'autore con se stesso: restano la fluida scorrevolezza melodica e l'ambigua armonia, ma con in più la disciplina di stampo tedesco imposta dal contrappunto. E chi per chiudere, se non l'amatissimo Chopin? Per questa sera Magaloff ha scelto la «Ballata n. 1 in sol minore op. 23», che un critico ha definito «il primo vero esempio di un'architettura nuova, personale, solida». Per gli appassionati torinesi questa sera sarà festa grande. Recente foto di Magaloff pianista e direttore d'orchestra nato nel 1912 (S. Pietroburgo) Leonardo Osella

Luoghi citati: Pietroburgo, San Pietroburgo, Torino