Exor, pari il primo round

Exor, pari il primo round La Cob esclude Pinsider trading dei manager di Perder Exor, pari il primo round Contestati vizi formali a Leven e Vincent Trigano (ClubMed) si schiera con Ifint TORINO. Verdetto agrodolce dalla Cob, la Consob parigina, per gli alleati francesi degli Agnelli nella «guerra delle bollicine». La Cob ha definito infondato, ieri, il sospetto che un'operazione di insider trading abbia inquinato la vicenda Exor-Perrier. Ma ha anche accusato i vertici delle due società di aver diramato informazioni lacunose e contraddittorie, in passato, sulle vicende azionarie del gruppo. Secondo la Cob, in particolare, la Perrier e la Exor, dal 1987 in poi, avevano fornito al mercato informazioni insufficienti e contraddittorie sulle modifiche all'azionariato che stavano portando la Exor oltre la quota del 33% nel suo capitale. Ciò significa che la deroga all'Opa obbligatoria di Exor sul 66% di Perrier concessa poco tempo fa dalla Cbv (il comitato direttivo della Borsa di Parigi) andrà rivista dal tribunale civile (quello di Nimes, in questo caso) alla luce delle precedenti inadempienze. Era stata concessa perché la Cbv aveva ritenuto che il superamento del 33% fosse stato deciso di concerto tra i soci Perrier; ma poiché nell'87 le vicende azionarie non erano state bene illustrate, la recente decisione della Cbv va quindi interamente rivalutata. E' meglio però riepilogare punto per punto le conclusioni della Cob. Innanzitutto quella sull'insider trading: l'illecito non c'è. Il sospetto si appuntava sulla cessione del 13% del capitale della Perrier (detenuto come quota di autocontrollo dalla società stessa) alla Saint-Louis e. nasceva dal fatto che, negli stessi giorni dell'operazione, Nestlé stava preparando la sua Opa su Perrier. Ebbene, secondo la Cob, poiché la cessione del 13% era oggetto di trattativa già da alcune settimane e poiché tali trattative sono state accelerate tra la fine del '91 e i primi del '92, si può escludere che ci siano stati usi illeciti di informazioni riservate sulle «contromosse» degli svizzeri. Ma c'è di più. La Nestlé ha chiesto l'annullamento della cessione della quota di autocontrollo, che rende molto forte la posizione dell'asse Exor - Saint- Louis nel capitale di Perrier. Ma su questo punto la Cob ha chiarito che l'unica eventuale irregolarità potrebbe riguardare i poteri con cui il presidente della Perrier Jacques Vincent ha disposto la cessione, e non la cessione in sé stessa: un'eventuale irregolarità formale, non di sostanza. E su questo aspetto formale la Cob ha rimesso la valutazione al tribunale commerciale di Parigi. Vincent, com'è noto, ha sempre sostenuto di aver disposto la cessione sulla base di una procura a lui rilasciata dalla finanziaria Spg, controllata al 100% dalla Perrier, materialmente intestataria del 13% venduto. Le vere manchevolezze, insomma, la Cob le imputa a Gustave Leven, l'ex presidente di Perrier, che - dall'87 in poi - avrebbe dovuto più chiaramente informare il mercato dell'avvenuto superamento della soglia del 33% da parte della Exor in Perrier, ed allo stesso Vincent, allora come oggi presidente di Exor. Ma le riferisce ad un'epoca in cui Ifint non era ancora azionista di Exor (lo è divenuta nel gennaio '91). Se il tribunale considerasse talmente gravi queste «lacune» da imporre l'annullamento della deroga all'Opa al 66%, la Exor potrebbe trovarsi nell'obbligo di lanciarla. Sul piano dell'immagine quest'ultimo appunto è certamente un danno per gli alleati francesi dell'Ifint. In compenso ha fatto un notevole effetto in Francia la «levata di scudi» con cui Gilbert Trigano, presidente del Club Mediterranée (dove l'Ifint ha il 3%) ha ritenuto di difendere gli Agnelli dalle critiche che hanno subito negli ultimi tempi. Trigano ha sottolineato in un'intervista a La Tribune de l'Expansion che considera l'Ifint un partner di grande affidabilità e lealtà. Da segnalare infine che ieri la Cee ha annunciato di aver aperto un'indagine sull'Opa di Ifint su Exor: a maggior ragione la aprirà sull'Opa lanciata dalla Nestlé sulla Perrier, visto che, in qust'ultimo caso, l'ipotesi della nascita di un vero e proprio monopolio europeo dell'acqua minerale è alquanto più concreta. Sergio Luciano Nelle foto (a sin.) Jacques Vincent, presidente di Exor e Gilbert Trigano presidente del Club Med

Persone citate: Gilbert Trigano, Gustave Leven, Jacques Vincent, Leven, Sergio Luciano, Trigano, Vincent Trigano

Luoghi citati: Francia, Ifint, Parigi, Torino