Fiat, sì ai prepensionamenti

Fiat, sì ai prepensionamenti Marini si impegna a portarli al Cipe: sono 4930 su 10.300 «eccedenze» Fiat, sì ai prepensionamenti Romiti: «La situazione è seria» ROMA. Mezz'ora di colloquio ieri pomeriggio tra il ministro del Lavoro, Marini, e l'amministratore delegato della Fiat, Romiti, accompagnato da Cesare Annibaldi, sui problemi occupazionali dell'azienda. Uscendo, Romiti ha detto: «Abbiamo fatto capire al ministro che la situazione è seria. Mi ha risposto che capisce perfettamente. Ora lasciamolo lavorare». La delegazione della Fiat, guidata dal responsabile delle relazioni industriali Figurati, ed i sindacalisti (Festucci e Mazzone della Fiom, Baretta e Inglisano della Firn, Angeletti e Contento della Uilm, Cavalitto del Sida) si erano già incontrati al mattino con il sottosegretario Grippo. Il colloquio è proseguito al pomeriggio. Il problema centrale sul quale i sindacalisti insistono riguarda i numeri: «Chiediamo un accordo che impegni il ministro e il governo sui numeri - ha detto Angeletti della Uilm - cioè vogliamo una cosa chiara, non generica». A giudizio del sottosegretario Grippo (anche a nome del ministro) non si può parlare di numeri perché la decisione finale riguarda il Comitato per la programmazione economica. «Presteremo una particolare attenzione, vista la sua rilevanza, al caso Fiat, ma non possiamo parlare di numeri. E' una attenzione politica - ha precisato Grippo - che coincide con l'impegno forte che l'azienda ed i sindacati ci hanno chiesto. La parola definitiva però spetta al Cipe». Grippo ha aggiunto che le richieste di prepensionamenti finora avanzate sono circa 50 mila contro i 25 mila previsti nel '92 dalla legge finanziaria. La Fiat per il 1992 calcola di avere una eccedenza di 10.300 persone di cui 4930 nelle condizioni per essere prepensionate. Più volte ha assicurato di voler procedere all'alleggerimento senza ricorrere ai licenziamenti. Conta di utilizzare, come per il passato, le dimissioni incentivate ed i trasferimenti nell'ambito del gruppo. Però, in questo quadro, i 4930 prepensionamenti sono una parte indispensabile della manovra. Lo sostengono l'azienda ed i sindacalisti. Cavalitto del Sida ha affermato: «Noi puntiamo su una intesa equa. Con 37 mila miliardi di investimenti in cinque anni l'impresa punta al rilancio; con i 4930 prepensionamenti e senza ricorrere ai licenziamenti il peso per i sindacati diventa sostenibile». La cifra è salita a 4930 perché, in base al recente accordo sindacale per la chiusura di Desio, si sono aggiunti 800 prepensionamenti dell'azienda milanese e perché., nel frattempo, hanno maturato il diritto altri operai. Per poter accedere al prepensionamento bisogna che il lavoratore abbia maturato 30 anni di contributi. Le aziende devono pagare il 60 per cento dei contributi per arrivare al prepensionamento; per ogni persona l'onere è di circa 60 milioni. Per la Fiat, secondo i sindacati, l'onere sarà di circa 300 miliardi. Dopo ore di discussione le parti hanno raggiunto un accordo a tre. In un testo di quattro cartelle nel quale si specificano i prepensionamenti richiesti nelle varie aziende Fiat il ministero riconosce che sono «provvedimenti necessari e congrui» per gestire la ristrutturazione senza traumi sociali, Inoltre il sottosegretario Grippo, a nome di Marini, ha allegato una dichiarazione scritta nella quale c'è l'impegno a «valutare le istanze aziendali con particolare attenzione considerata la straordinaria rilevanza sociale ed economica delle ristrutturazioni in atto dell'attività produttiva Fiat». Con questa dichiarazione il ministro del Lavoro è impegnato a patrocinare presso il Cipe la richiesta di prepensionamenti avanzata dalla Fiat e sostenuta dai sindacati. Un nuovo incontro per valutare la situazione è stato fissato per marzo. Nulla di fatto invece per la Pirelli, dove sono previsti oltre mille esuberi. Marini si è impegnato a convocare il presidente del gruppo. Sergio Devecchi Fallim

Luoghi citati: Desio, Roma