Il padrino: non mi condannerete

Il padrino: non mi condannerete Esternazione di John Gotti a Brooklyn durante un intervallo del processo Il padrino: non mi condannerete «Non ho nulla di cui preoccuparmi, uscirò vincitore» «Quelpm ha mire politiche, dovrà lasciarle perdere» NEW YORK. L'ultimo padrino, John Gotti, scherza con il fuoco. Oppure sa di avere in mano un poker d'assi. In un intervallo del processo che si sta celebrando a suo carico a Brooklyn, si prende infatti gioco degli accusatori, affermando che il tentativo di incastrarlo si concluderà con un nulla di fatto. Ma non si ferma al suo caso, sembra talmente sicuro di sé da potersi concedere una chiacchierata a ruota libera sul giudice, sulla pubblica accusa, sul processo contro Mike Tyson, sulle polemiche che hanno coinvolto Bill Clinton. E, ancora, della reputazione di Robert Maxwell, fino al cardinale John O'Connor. Non era mai accaduto prima: il presunto boss non ha mai concesso interviste e sinora è stato un personaggio di cui si è occupata spesso la stampa, ma mai una fonte di notizie. «Perché sei così contrariato? dice rivolgendosi a Frank Locaselo, coimputato nello stesso procedimento -. Si può essere contrariati se c'è qualcosa di cui dolersi. Vedrai che usciremo vincitori da questo procedimento». Parlando della pubblica accusa, Locascio afferma che è «peggiore di Nixon». «Quell'uomo - aggiunge - deve avere ambizioni politiche». «No - ridacchia Gotti - vedrai che alla fine di questo processo non ne avrà alcuna». Lo scambio di battute, durato una quarantina di minuti, è av- venuto durante la sospensione di un'udienza, quando Gotti e Locascio sono rimasti soli con un giornalista e alcuni agenti deH'Fbi. Il giornalista faceva parte di un pool ed ha poi riferito il dialogo a tutti gli altri colleghi. «Avrei una domanda - dice Gotti - ma come vi è venuto in mente di scrivere che mi ero abbronzato in carcere... Ma credete che l'Mcc (il nome del carcere, ndr) sia un posto dove fare un picnic? dovreste venire a visitarlo», esclama un po' alterato. «Una volta - prosegue poi con tono di sfida - un giudice mi chiamò nel suo ufficio e mi disici o è innocente oppure è se: pazzo. Ed io: perché, non potrei essere le due cose insieme?». Insomma, l'ultimo padrino ha approfittato dell'occasione per lanciare qualche segnale, fosse anche solo quello di grande sicurezza, come a dire ai suoi: «State tranquilli, non fate passi falsi, io sono quello di sempre, quello che la fa in barba a qualsiasi giudice». Dopo aver esaurito gli argomenti legati al suo processo e a coloro che vi gravitano attorno, Gotti è passato ad affrontare temi di attualità. Non poteva mancare un cenno alla grande «kermesse» di Indianapolis che vede di fronte un mito della boxe accusato da una ragazza, De- sirée Washington, di averla violentata. Il boss, ha infatti messo sullo stesso piano il processo contro l'ex campione del mondo dei pesi massimi, Mike Tyson, e la vicenda del candidato democratico alla Casa Bianca, Bill Clinton. In ambedue i casi, le accusatrici sarebbero state spinte a parlare per sete di guadagno. «Sono due casi creati per danaro - afferma Gotti - se ci fossero stati di mezzo un po' di quattrini magari veniva fuori subito che non era successo nulla». Vale a dire: il denaro porta i guai ma può risolvere tutte le situazioni. E non ha mancato di fare i suoi commenti anche su un personaggio che ha guadagnato per settimane le prime pagine dei giornali, il defunto magnate dell'editoria Robert Maxwell. «Per otto mesi - ha detto - lo si celebra come un salvatore e poi si scopre che è un maneggione». Esaurito con un battuta il miliardario, Gotti ha deciso di coinvolgere nella sua esternazione anche il cardinale John O'Connor. Ne ha parlato a proposito della sorte del terrorista dell'Ira Joe Doherty, detenuto nello stesso carcere del boss. «E' un brav'uomo, forse la lettera di O'Connor potrebbe aiutarlo», ha affermato Gotti riferendosi ad un appello del cardinale al presidente George Bush per evitarne l'estradizione. [r. cri.] «Tyson e Clinton sono vittime di ragazze assetate di denaro» «Si sono accorti troppo tardi che Maxwell era un maneggione» A sinistra il boss della mafia John Gotti e l'ex campione del mondo di pugilato Mike Tyson che è stato definito una «piovra sessuale» Bill Clinton, il candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti

Luoghi citati: Indianapolis, New York, Stati Uniti, Washington