Politici in tv, la Rai vuole usare il contagocce di Si. Io.

Politici in tv, la Rai vuole usare il contagocce Chiudono «Crème caramel», «Portalettere»; Pasquarelli: decida la Commissione parlamentare Politici in tv, la Rai vuole usare il contagocce E intanto il Tg3 si fa avanti: da oggi tre minuti a ogni segretario ROMA. La Rai si appresta a mettere la sordina ai suoi programmi più chiassosi in vista della campagna elettorale. «Crème caramel», varietà di finta satira al sistema con politico incluso, avrà il suo ultimo giovedì di gloria il 20 febbraio, come da programma. Lo spettacolo del Bagaglino, infatti, è stato il primo ad essere sfiorato dal fantasma delle elezioni che aleggiava sul Paese già da quest'autunno: previsto a partire da un sabato di gennaio sulla democristiana RaiUno, fu anticipato a novembre, al giovedì sera, non solo per far dispetto alla «Samarcanda» di RaiTre, quanto per non incappare nei trenta giorni di silenzio elettorale nei quali è fatto divieto ai programmi di far propaganda a questo o a quel partito. Il quotidiano «Portalettere» è stato invece condannato a rapida fine dal suo stesso protettore, il direttore di RaiTre Gu¬ glielmi, che magnificandone successo e mordente, ha riconosciuto come non avesse senso obbligare Chiambretti a portare in campagna elettorale una cartolina a chi istituzionalmente non fa politica, essendo la sua una satira mirata a colpire il Palazzo e non genericamente l'universo dei vip. Ma per la Rai, a parte questi due casi sul cui destino già c'è stato un pronunciamento, l'incubo delle elezioni stavolta è veramente pressante. A differenza di quanto è avvenuto in passato, infatti, la campagna elettorale di fatto è già cominciata, anche se le liste saranno presentate solo il 4 o il 5 marzo. Che fare allora per evitare che ogni rete, ogni tg, ogni giornalista targato e, perfino, ogni conduttore di programmi, legato a questo o a quell'uomo politico, approfitti di questa sorta di «limbo» per sostenere il suo partito preferito? Il Tg3 delle 19, per dimostrarsi equanime, offre, da domani, tre minuti ai segretari politici, cominciando dal socialdemocratico Cariglia. Andrea Borri, il democristiano che presiede la Commissione parlamentare di vigilanza, in occasione della «Samarcanda» intitolata a «Il partito che non c'è», aveva già indirizzato una circolare per invitare i responsabili delle trasmissioni all'obiettività, alla serenità, e soprattutto a offrire con lo stesso rilievo spazi e voci a tesi contrapposte. Un consiglio e non un decalogo, eppure anche questa semplice lettera ha già avuto i suoi detrattori. La critica il socialista Giampaolo Sodano, direttore di Raidue, che giudica «arbitraria e privo di senso disciplinare l'apparizione dei politici in video prima che siano depositate le liste elettorali». E la critica Michele Santoro, il conduttore di «Samarcanda», con¬ trario perfino al silenzio praticato dalla Rai nei trenta giorni che precedono le elezioni. «Non è giusto vietare ai politici ciò che invece è permesso agli uomini di governo - ha detto Santoro a II Sabato -. Sono soluzioni per garantire che le cose restino come sono». Una decisione, comunque, dovrà esser presa in questi giorni: oggi, in consiglio d'amministrazione, si potrebbe parlare del cosa fare in questo mese di febbraio che non è campagna elettorale ma è come se lo fosse. Il presidente Manca, lo ha già detto, vorrebbe che il consiglio ci facesse su una riflessione. Il direttore generale Pasquarelli, lo ha già detto anche lui: preferirebbe che fosse la Commissione parlamentare a dettare nuove regole. E dopodomani i vertici della Rai saranno tutti in Commissione per una audizione: che sia quella l'occasione giusta? [si. io.]

Persone citate: Andrea Borri, Cariglia, Chiambretti, Giampaolo Sodano, Michele Santoro, Pasquarelli, Santoro

Luoghi citati: Roma