I saggi, indagine al Cremlino di Giuseppe Tamburrano
I saggi, indagine al Cremlino I saggi, indagine al Cremlino Tamburrano, De Rosa, Galasso e uno di area pds (forse Villari) ROMA. Mai e poi mai avrebbe immaginato di diventare di punto in bianco un «rasserenatore dell'atmosfera pre-elettorale». E invece Giuseppe Tamburrano, socialista, direttore della Fondazione Nenni, deve pensare in fretta a quante valigie deve preparare per il suo viaggio a Mosca in qualità di membro della commissione di storici incaricati da Cossiga di verificare l'autenticità della famigerata «lettera» di Togliatti. Deve fare presto, perché i tempi stringono e il verdetto dei «saggi» non può essere emanato troppo a ridosso del 5 aprile. Assieme allo storico cattolico Gabriele De Rosa, al repubblicano Giuseppe Galasso e a uno storico di area pds di cui ancora non è conosciuta l'identità (anche se si fa il nome di Rosario Villari), Tamburrano dovrà esaminare tutto l'incartamento ' del Comintern «che fa da contorno alla lettera anticipata da Panorama'». «Come storico.: sono .eccitato perché mi è stata data la possibilità di immergermi in documenti che hanno uno straordinario valore nella storia di questo secolo», dice Tambur rano. Il quale racconta di essere stato convocato al Quirinale, di essere stato accolto dal Presidente della Repubblica «con un bicchierino della sua deliziosa grappa» e di aver accettato immediatamente l'incarico conferitogli da Cossiga. «Ora si tratta di far presto», commenta il biografo di Nenni. «Se, come mi ha raccomandato Cossiga, il nostro compito è di vigilare perché non si faccia un uso improprio di materiale che potrebbe stravolgere l'ordinato svolgimento della campagna elettorale, bisogna partire al più presto», aggiunge Tamburrano. Ma non le sembra che questa commissione possa suonare come uno sgarbo verso il collega Franco Andreucci che ha scoperto la lettera? «No. Perché la delicatezza di quella lettera non consente neanche un dubbio sulla sua autenticità. Apprezzo molto la competenza di uno storico come An- dreucci. Ma se persino il Presidente della Repubblica ha espresso i suoi dubbi, è giusto che siano fugate tutte le nubi». Anche lo storico Gabriele De Rosa ha accettato senza riserve: «Ho conosciuto un Togliatti politico, in qualunque modo si voglia giudicare la sua politica, e non ho conosciuto il Togliatti che noi rapportiamo a questa lettera, rivelatrice di un uomo e di una personalità che certamente parrebbe in contraddizione con il Togliatti che abbiamo conosciuto in Italia». De Rosa non vuole anticipare le sue impressioni. E del resto anche Tamburrano ha chiesto a Cossiga l'ausilio di un esperto in perizie calligrafiche per poter raggiungere una ra- fionevole certezza. Però Gariele De Rosa non nasconde la sua riprovazione per il contenuto della lettera: «Non mi sento di giudicare nessuno. Tuttavia mi sento di condannare, di respingere e di criticare questa lettera e questo documento. E anche il clima, l'ambiente, il mondo ideologico a cui Togliatti apparteneva strettamente, quasi con una vocazione ascetica». «Ecco», aggiunge De Rosa, «questo mi sento di condannare e di respingere in nome di quell'umanità di cui lo stesso Togliatti parla nella lettera a Bianco quando dice: "Cosa pensi, che per umanità io sia inferiore a te o ad una dama della Croce Rossa?"». [p. bat.) Giuseppe Tamburrano
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