L'Argentina darà la caccia ai nazisti di Domenico Quirico

L'Argentina darà la caccia ai nazisti BUENOS AIRES Il presidente Menem rende pubblici gli archivi sugli aiuti ai fuggiaschi del Reich L'Argentina darà la caccia ai nazisti Nel Paese si rifugiarono 7500 criminali di guerra Furono aiutati da Perón e dai regimi militari Una firma riapre la grande caccia alle ultime terribili verità del Terzo Reich. E' stato il presidente argentino Menem ad apporla, emanando il decreto che, dopo mezzo secolo, squarcia l'omertà di Stato con cui l'Argentina ha protetto protagonisti e comprimari sfuggiti al capestro di Norimberga. Per cinquantanni i regimi peronisti e pretoriani che si sono spartiti il potere a Buenos Aires hanno rigorosamente protetto la grande colonia nazista che in Sud America aveva trovato dopo il '45 un santuario sicuro. E' una galleria degli orrori che va da Adolf Eichmann, il cervello dello Soluzione Finale, a Josef Mengele, l'«angelo della morte» di Auschwitz, a Martin Bormann, l'anima nera del Fuehrer, a Walter Kutschmann e Jose Schwammberger, le SS terrore della Polonia. Ma sono solo i nomi più noti di un esercito di 7500 fuggiaschi che in Sud America riuscirono a far perdere le tracce e ricostruirsi un'esistenza pulita, Qualcuno tra loro, come Eichmann, è stato catturato; la maggior parte sono rimasti un nome nei dossier dei tribunali per crimini di guerra. Come Walter Rauff, capo dei servizi segreti in Italia, morto in Cile nell'84, ospite di Pinochet; o Eduard Roschmann, responsabile della morte di 30 mila ebrei a Riga, «scomparso» nel '48. O Mengele che, dopo aver vissuto indisturbato in Argentina, pare sia morto in Brasile. «Non abbiamo paura della verità - ha detto il Presidente - non si può nascondere quanto riguarda un orribile genocidio». E' un gesto legato alla campagna di immagine lanciata da Menem, assediato dalla crisi economica e dal crollo di popolarità; dovrebbe procurargli una consistente riconoscenza da parte delle organizzazioni ebraiche mondiali. Non è un caso che la decisione sia stata adottata nel novembre scorso durante un viaggio negli Stati uniti, dove la potente lobby ebraica è in grado di assicurare un autorevole avallo al sostegno economico chiesto alla Casa Bianca. Resta comunque una glasnost coraggiosa, dal momento che ad uscirne male sarà sicuramente il padre del partito politico del Presidente, Juan Domingo Perón, che dei nazisti fu simpatizzante e primo protetto¬ re. Entro trenta giorni tutti gli organismi dello Stato in possesso di documenti relativi a criminali del Terzo Reich dovranno consegnarli e i dossier saranno messi a disposizione dei ricercatori. Ma a consultare con attenzione non saranno soltanto gli stòrici. A Buenos Aires sono già arrivati gli 007 del centro Simon Wiesenthal, che dal'45 si batte ostinatamente perché su tutti gli uomini di Hitler e i loro complici non scenda l'assoluzione del silenzio. «Negli archivi non ci sono le informazioni su cui si è favoleggiato - ha messo le mani avanti il ministro degli Interni Luis Man- zano - ma nemmeno tanto poco come avremmo desiderato». E le verità più scottanti dovrebbero proprio riguardare gli anelli della potente catena di assistenza e di complicità che consentiva ai criminali nazisti di lasciare l'Europa per rifarsi una vita, lontano da occhi indiscreti. Meta sicura il Sud America dove i gorilla al potere non avevano rinnegato le simpatie per Hitler ed esistevano forti comunità tedesche. Una «internazionale della svastica» dai contorni talora romanzeschi, ma dotata di grandi mezzi e insospettabili complicità politiche. Il Vaticano e la Croce Rossa per esempio, come ha ricordato, un esponente del Centro Wiesenthal giunto a Buenos Aires, gettando benzina sul fuoco di mai sopite, feroci polemiche. E dagli archivi dei servizi segreti e dei corpi separati che, fino alla caduta della Giunta, sono stati il vero potere parallelo a Buenos Aires, forse uscirà la verità anche sui beni rubati agli ebrei che sarebbero nascosti in banche svizzere, il tesoro insanguinato dell'Olocausto. Domenico Quirico Josef Mengele, l'Angelo della morte di Auschwitz, è tra I nazisti che trovarono rifugio in Argentina