Mondo crudele, falsi ragazzi e vecchi arnesi

Mondo crudele, falsi ragazzi e vecchi arnesi LETTERE AL GIORNALE: IL LUNEDI' DI O.d.B. Mondo crudele, falsi ragazzi e vecchi arnesi Cinismo e indifferenza Caro dott. Del Buono, sono una ragazza di ventidue anni che si è trovata per caso a leggere la sua rubrìca. Mi ha molto colpito la sua risposta, anzi la sua domanda in risposta alla lettera del signor Gagliardotto (La Stampa, 20 gennaio). Quello che ha saputo comunicarle quella lettera è stato solo il finale, il commento che ha fatto non so se definirlo cinico o estremamente superficiale. Forse lei non ha figli e probabilmente se ne ha non ha voglia e non li sa ascoltare. Ci sono delle tematiche molto importanti in quella lettera e lei l'ha liquidata con tre insignificanti righe. Ma non l'ha colpita il nostro definirsi «spettatori assenti», la frase sulla mancanza di ideali e di stimoli, probabilmente no. Forse è il caso che lei si guardi intorno: si accorgerebbe che ci sono molte più righe da scrivere. Forse non basterebbe un libro. Non ha mai notato che i giovani si lasciano vivere, che passano il più del loro tempo libero a stordirsi, non sono forse esempi convincenti di questa mancanza di stimoli il boom delle di¬ scoteche, dell'alcol, della droga, mezzi per non pensare? Siamo in un mondo marcio, non ci si può appoggiare a niente perché tutto crolla, non è pessimismo, è realismo. Non s'è mai chiesto perché a distanza di trent'anni torna la moda Anni Sessanta e non l'ha mai interpretato come una mancanza di identità, il copiare il passato non le sembra una ricerca di ideali perduti? Come le ho detto ci sarebbe da scrivere un libro, ma non è per ora mia intenzione e neanche suo compito. Penso, comunque, che, se qualcuno le scrive una lettera, quindi si rivolge a lei, come può rispondere con indifferenza? Ci pensi. Cambiare il mondo, cambiare le persone è un'utopia. Sperare, lottare è essere uomini, è essere vivi... Lettera assolutamente non firmata Torino Gentile signorina così perentoria e così anonima. Non si preoccupi per il libro da scrivere. Ogni generazione immancabilmente scrive il suo romanzo contenente le sue lamentele nei riguardi del mondo traditore e crudele. Alberto Moravia, a esempio, a diciassette anni scrisse un libro intitolato Gli indifferenti che conteneva tutta la tematica degli «spettatori assenti». Il libro uscì nel 1929 ed è restato il suo capolavoro. Ma, prima di Moravia e dopo Moravia, tanti altri hanno scritto l'infelicità di essere giovani per ogni generazione. A mostrarmi cinico e indifferente, come lei dice, è stata proprio la conclusione del signor Gagliardotto che, dopo avere elencato un'infinità di dolori, finiva con la frase: «A questo punto non resta che innamorarsi come dei rincoglionitil». Una frase, quella sì, cinica e indifferente che annullava gli sfoghi precedenti. Gli ho semplicemente replicato che, se non l'aveva ancora fatto, ne valeva la pena. Tutto qui. Non cerco di convincerla, ma so che, per rispetto dei ragazzi, bisogna reagire alla retorica, non commiserarli, dirsi le cose in faccia. Questo, comunque, riguarda me e non interessa. Quello che interessa è che il signor Gagliardotto ha convinto lei e anche qualche altra, come prova la lettera seguente. [o.d.b.] Coraggio, Carlo! Gentile dott. Del Buono, permetta che dia un incoraggiamento al giovane Carlo Gagliardotto. Caro Carlo, lasci che la chiami così: amo i giovani ai quali ho dedicato tutta la mia vita, la mia carriera d'insegnante. Lei pensa che la sua generazione sia «spettatrice assente», ma non è così, creda. Fino a che i giovani si sentiranno «imbarazzati dai sentimenti», come dice lei, è segno che li provano ancora e non li rinnegano. I vostri figli non troveranno «pagine bianche» sui libri di storia del futuro perché voi, giovani di oggi, le scriverete, e anche degnamente. Incominciate con l'interessarvi appassionatamente a «ciò che succede nel mondo» e non direte più che «non ve ne importa nulla». L'Italia occupa già un posto importante nel consesso delle nazioni, ma ha bisogno di essere sostenuta da voi giovani. La Patria esiste nonostante tutto ed esisterà sempre anche per i vostri figli. Coraggio, Carlo, come lei tanti giovani desiderano rappresentare una generazione di «Ricostruttori», abbiate molta fede in Dio e negli ideali nonostante tutto. Coraggio. Un abbraccio, caro Carlo, motto cordiale. Maria Luisa Ferreri, Torino La lettera del signor Carlo Gagliardotto ha interessato anche altra gente, magari non ugualmente convinta, ma, comunque, colpita, desiderosa di dire qualcosa in proposito. Pubblico, dunque, a completamento di questa puntata, la lettera di un coetaneo del nostro corrispondente che non è delle stesse sue idee. Insomma, nella generazione che si lamenta attualmente, c'è una certa varietà di punti di vista. C'è anche qualcuno che non si lamenta. Il che è abbastanza consolante, almeno per me. [o.d.b.] Un'eredità vantaggiosa Caro O.d.B., mi fa una certa impressione constatare che è sempre sulla breccia un vecchio arnese come lei. Ho letto un po' di sue discorse e di sue polemiche su degli antichi IJnus che mio padre ha continuato a conservare per anni con gelosia, come reperti di un gran passato. Vi siete dovuti divertire negli Anni 60 con tutte quelle fresche di cui chiacchieravate perdutamente, ideali, progresso, capitalismo in agonia, roba del genere. Gli antichi Linus sono scomparsi nell'ultimo o penultimo trasloco, nel senso che mia madre l'ha avuta vinta nel far pulizia. Ma considero lei un po' come un mio nonno, e cosi le dico sinceramente che una lettera lagnosa come quella del signor Gagliardotto (un falsò ragazzo perché a 26 anni non ci si può impunemente chiamare ragazzi) nella posta di Linus non gliel'avrebbe mai pubblicata allora. Per rne il signor Gagliardotto sbaglia a lamentarsi perché la generazione di mio padre e la sua, caro O.d.B., ha lasciato un bel nulla alle generazioni successive, ha liquidato tutte quelle fresche grandiose come illusioni, inganni, sbagli, eccetera. Almeno ha fatto pulizia, non ci ha lasciato ingombri. Siamo liberi di cominciare veramente. E' un bel vantaggio iniziale, occorre sfruttarlo. Siamo liberi, se non altro, di sbagliare con la testa nostra. E poi può darsi persino che ci si azzecchi... Un nipote, Milano Per dir la verità, una firma c'è, ma è assolutamente indecifrabile. Gli anni passano, ma la reticenza resiste. Tutto sommato, comunque, è una lettera positiva. Sinceri auguri di azzeccarla da un vecchio arnese. [o.d.b.]

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