Cossiga: perdono Togliatti e chiedo perdono per lui di Francesco La Licata

Cossiga: perdono Togliatti e chiedo perdono per lui Il presidente interviene sulla lettera in cui il leader pei rifiutava l'aiuto agli italiani prigionieri in Urss Cossiga: perdono Togliatti e chiedo perdono per lui ROMA. «Da cristiano perdono e chiedo perdono». Cossiga giudica Togliatti e l'atteggiamento che il segretario del pei prese nei confronti dei soldati italiani prigionieri in Siberia. Il Capo dello Stato parla della lettera con la quale il «Migliore» decideva di non esporsi con Stalin per cercare di salvare la vita agli alpini intrappolati nei campi sovietici. Incontrando i giornalisti subito dopo il messaggio agli italiani per annunciare lo scioglimento del Parlamento, Cossiga si augura innanzitutto che il documento «non sia autentico». «Da italiano, - continua - poiché anche Togliatti era italiano, mi auguro per amor di Patria che la lettera venga smentita. Da vecchio deputato, poiché anche Togliatti fu per lungo tempo deputato, mi auguro, per rispetto del Parlamento, che la Camera dei deputati si adoperi per accertare se una smentita sia possibile». Il Presidente della Repubblica insiste: «Da uomo politico, poiché Togliatti fu per lungo tempo uomo politico, anzi un eminente uomo politico, mi auguro, per rispetto allo Stato, che la possibilità di una smentita venga accertata dal governo della Repubblica». Alla fine la «stoccata»: «Se poi la lettera fosse per somma disgrazia vera, da Presidente della Repubblica che rappresenta la nazione, poiché Togliatti di questa nazione era comunque figlio, chiedo perdono ai soldati morti ed ai loro familiari». E il pds? Il compito di commentare ufficialmente il documento anticipato dal settimanale Panorama, è affidato a Walter Veltroni, membro del coordinamento nazionale del partito. Poche battute per sostenere che «se la lettera di Togliatti fosse autentica non si potrebbe che condannarla». Ma Veltroni - che è intervenuto a conclusione dei lavori del convegno costitutivo della nuova federazione del partito di Foligno-Spoleto-Valnerina - non mette- in discussione soltanto l'autenticità del documento. Va oltre affermando che, in ogni caso, esso «appartiene ad una storia passata da cui il pds si vuole staccare». E non risparmia battute sul clima elettorale già «caldo». «Durante questi mesi che ci separano dalle elezioni - ironizza Veltroni - di storie come questa i partiti avversari ne ritireranno fuori altre, ma il pds deve saper reagire». Il «togliattiano» Emanuele Macaluso avverte sulla necessità di tener conto del periodo in cui i fatti avvenivano. «La guerra - dice - era ad una svolta, la Russia aveva subito atrocità spaventose e c'era un clima di vendetta, di ritorsione nei confronti dell'invasore». E allora ha fatto bene, Togliatti? «No. Devo convenire che tuttavia quella lettera, scritta con tanta crudezza, non può essere giustificabile in alcun modo». Replica lo storico Franco Andreucci, che ha curato le opere di Togliatti ed ha recuperato il documento negli archivi del Comintern. «Penso che il documento - dice in un'intervista che esce oggi sul Giorno - sia stato a suo tempo visionato ed acquistato dalla Fondazione Gramsci, che non lo ha mai pubblicato». E conclude affermando di non aver completato la cura delle opere di Togliatti perché «il pei, nelle persone di Natta, Tortorella e Berlinguer, non mi consentì l'accesso ai documenti riservati successivi al 1944». Il documento del 1943, che consegna l'immagine di un Togliatti tanto cinico da non muovere un dito per salvare migliaia di compatrioti, considerando la tragedia «il migliore antidoto» contro il regime fascista, ha suscitato molte reazioni. «Dolore e sgomento» del ministro Rognoni che si rivolge anche alle famiglie dei caduti «sulle quali cadono oggi violente le parole scritte da Togliatti». «In quei giorni - prosegue il ministro - anche la pietà fu travolta dalla esasperazione e dal radicalismo ideologico. Bisogna averne memoria: solo la democrazia e la libertà difendono l'uomo». Nessuna giustificazione, «né storica né politica» al «cinismo e mancanza di umanità», se quella lettera fosse confermata: questa l'opinione del segretario pri Giorgio La Malfa. Il presidente del Senato Spadolini risponde secco: «Penso quello che pensano gli italiani». Dal msi le reazioni più veementi: il presidente dei deputati Servell o e l'on. Tramaglia hanno chiesto di togliere il busto di Togliatti da Montecitorio. In una interrogazione, poi, propongono che «vengano tolte in Italia tutte le vie a lui intestate». Francesco La Licata ^^^^^^^^^^^^^^^^ Il fondatore e segretario del pei, Palmiro Togliatti, in divisa militare da alpino

Luoghi citati: Foligno, Italia, Roma, Russia, Siberia