lo, giudice in trincea

lo, giudice in trincea Parla Marina Nuccio, di nuovo a casa dopo due anni a Locri lo, giudice in trincea Un giorno con 3 omicidi e un sequestro Ora è a Pinerolo, pm per Candellero E' tornata a casa. Il sostituto procuratore della Repubblica Marina Nuccio, 28 anni, non sposata, lunghi capelli rame e occhi verdi, è di nuovo in Piemonte dopo un anno e 8 mesi alla procura di Locri: era stata destinata là con l'emergenza-Calabria del marzo 1990. Due mesi fa ha ottenuto il trasferimento e oggi è a Pinerolo, in un ufficio pieno di fascicoli al secondo piano del vecchio palazzo di viale Giolitti. Sul tavolo ha la cartella del crack Candellero, il suo primo caso qui. Candellero ha leso più di 1500 persone, dice Marina Nuccio: la vita è più preziosa dei beni patrimoniali, ma anche questo tipo di criminalità da colletti bianchi ha un grosso peso. Meglio occuparsi di colletti bianchi che di assassini? Questo ritorno è una resa? I giornali enfatizzavano prima e enfatizzano adesso. Quando sono partita per Locri ero il giudice-ragazzina, o la donna Rambo. Adesso ho gettato la spugna, sono scappata. Credo che queste siano manipolazioni sensazionalistiche, e mi sembra sbagliato. A Locri non sono andata come volontaria. Dopo il concorso c'era una serie di posti disponibili al Sud, io ero al primo incarico e mi sono ritrovata là, con altre sei colleghe giovani come me. Eravate troppo piccole per votare per il Senato alle politiche '87. Ammetterà, la cosa un po' impressiona. Però anche i colleghi maschi che hanno spedito a Palmi erano giovanissimi, e anche loro erano in sette. Perché non li hanno chiamati Rambo? Cos'è più utile contro la 'ndràngheta? L'esperienza di un magistrato anziano o l'entusiasmo di un giovane? Credo che con l'esperienza si possa fare meglio e forse più in fretta. Ma quello che non dà l'esperienza lo dà l'entusiasmo. Lei è stata entusiasta di andare a Locri? L'ha presa come una missione? Secondo me nessuno può essere entusiasta a 1500 chilometri da casa. Ma io nel mio lavoro credo e cerco di farlo al meglio. Penso che intenderlo come una missione sia fanatismo. Lavorare nella Locride significa trovarsi in un mare di problemi. Semplicemente, bisogna prenderne atto e darsi da fare. Problemi di sicurezza personale? Intimidazioni? Quando sparano contro la casa della fidanzata del collega della stanza accanto, il clima si fa pesante. Se sei di turno, ti capitano insieme tre omicidi e un sequestro di persona. E' davvero una realtà di trincea, e non è facile avere sempre a che fare con la morte, con la violenza. Su quanti omicidi ha indagato? Con quali risultati? Più di venti omicidi e un sequestro. Le indagini sono state sempre di estrema difficoltà, l'o¬ mertà è assoluta, gli indizi mimmi. La gente cosiddetta normale non collabora per paura, ed è comprensibile. Gli altri si coprono tra loro: in Calabria non ci sono pentiti, E lo Stato? C'è lo Stato in Calabria? Lo Stato siamo anche noi. Dire che non c'è significa dimenticare il sacrificio di magistrati, poliziotti, carabinieri, di molta gente che lavora in condizioni di difficoltà grave, anche pratica. Mancano mezzi, computer? Il computer manca anche a Pinerolo. Ma sono minuzie. Mi riferisco al fatto che il Sud è in un abbandono diffuso. Prendiamo i trasporti: la ferrovia sulla costa jonica ha un solo binario, e le strade fanno spavento. Dire che in quella zona manca tutto non è esagerato. E' una somma di carenze a fare il disagio, come i sintomi in una malattia. La malattia della Locride è curabile? Me lo auguro, e lo auguro a tutta la gente che ci vive. Ci sono persone stupende. Certo è difficile curare i mali quando si è tenuti in un isolamento atavico. I calabresi sono tenuti o si chiudono nell'isolamento? Dire che si chiudono è troppo facile. Bisognerebbe dar loro tutte le possibilità, poi vedere che cosa scelgono. Chi se ne va di laggiù, o studia fuori, si inserisce bene altrove. Adesso che è tornata, che cosa le resta della trincea? La grossa esperienza di vita e di lavoro, l'emozione forte. E per il futuro? C'è il lavoro. Pinerolo è il mio secondo incarico, questa è una realtà diversa: ho di nuovo tutto da imparare. Eva Ferrera L'arrivo di Marina Nuccio (prima a sinistra) e altre colleghe alla procura di Locri nel marzo '90

Persone citate: Candellero, Eva Ferrera, Marina Nuccio, Rambo