Troppo cari gli alloggi lacp
Troppo cari gli alloggi lacp Le nuove norme rischiano di bloccare la vendita di parte del patrimonio Troppo cari gli alloggi lacp Assemblea del Stinta con500 inquilini Che accadrà a chi non può comprare? Prezzi equilibrati, nessuna mobilità coatta e garanzia per tutti gli inquilini che gli introiti derivanti dalla vendita delle case popolari verranno reinvestiti per costruire nuove abitazioni e migliorare le esistenti. Il giorno dopo l'approvazione del decreto con il quale il governo ha dettato le linee di orientamento alle Regioni per la vendita degli alloggi popolari il Sunia, sindacato degli inquilini, chiama a raccolta gli associati per elaborare una strategia. Da contrapporre «ad un provvedimento in sé non negativo - hanno spiegato il segretario provinciale Parvopasso e quello nazionale, De Monaco - ma da attuare senza penalizzare alcuno». Un invito al quale hanno aderito oltre 500 persone che, ieri mattina, hanno riempito la sala conferenze della Camera del Lavoro. Una platea che, nel suo piccolo, rappresentava i dubbi, le paure, le speranze che attanagliano le 36 mila famiglie che vivono, tra Torino e la cintura, in una casa popolare. Assemblea che ha vissuto momenti di angoscia quando Guido Ponzo, rappresentante del pds nel consiglio di amministrazione dell'Istituto autonomo case popolari, è stato colpito da ictus mentre spiegava alla platea che il provvedimento varato dal governo è nato «sbagliato perché non accompagnato; come richiesto da tutti i partiti, dalla riforma degli lacp». L'assemblea si è praticamente conclusa in quel momento. In ogni caso, tutti i punti più importanti erano già stati toccati. Come il prezzo di vendita. Il decreto prevede che il valore degli alloggi sia adeguato ai nuovi estimi catastali entrati in vigore il 1° gennaio. Una mazzata. «Da calcoli sommari fatti fare allo lacp - ha spiegato Parvopasso un alloggio della Falcherà che prima si vendeva a 60 milioni, con le nuove tariffe dovrebbe essere pagato più del doppio». Parole che hanno strappato più di una protesta alla platea. «Occorre combattere affinché il prezzo sia riequilibrato - ha spiegato De Monaco - cioè tenga conto delle migliorie apportate negli anni o del degrado dell'alloggio e del quartiere». Anche perché, con prezzi troppo alti, c'è il rischio che nessuno compri. O, al contrario, com'è accaduto in Inghilterra, di spingere la gente a sobbarcarsi mutui insostenibili, con il risultato che 60 mila famiglie inglesi si sono ritrovate nell'im possibilità di continuare a paga re. Le banche si sono tenute gli alloggi, ma si sono impegnate a riaffittarli ai proprietari mancati. La paventata «mobilità forzata» è invece quella che spaventa le famiglie non intenzionate o nell'impossibilità di acquistare la casa. La legge prevede che vengano messi m vendita, per quanto possibile, fabbricati interi a patto che almeno il 50 per cento degli assegnatari sia interessato all'acquisto. E l'altro 50 per cento? A loro dovrebbe venire assicurato il trasferimento in altri alloggi e la legge, su questo punto, tutela espressamente gli ultrasessantacinquenni e gli handicappati. «Ma anche un trentenne può essere povero, e anche lui dev'essere tutelato» dice il Sunia, secondo il quale «la mobilità coatta è comunque un'eventualità remota». Ultimo problema sul tappeto è il prezzo dei circa 4 mila alloggi per i quali la Regione, in base alle leggi passate, ha già approvato la vendita. Circa il 70 per cento, concentrati nei quartieri della Falcherà e di Mirafiori Sud, sono stati ceduti, grazie agli sgravi previsti dal legislatore, a 500600 mila lire il metro. Al restante 30 per cento ancora da vendere si devono applicano i criteri introdotti dalla nuova legge con i relativi, vertiginosi aumenti? Per il Sunia «assolutamente no, devono valere le vecchie regole» e anche la Regione pare orientata in tal senso. Ma di ufficiale non c'è ancora nulla. Beppe Minello Con i nuovi estimi alla Falcherà una casa balza da 60 a 120 milioni Il caso degli edifici già in vendita Si devono cedere ai vecchi prezzi? L'affollata assemblea organizzata ieri mattina dal sindacato inquilini nella sala conferenza della Camera del Lavoro. A Torino e nei Comuni della cintura sono oltre 36 mila le famiglie che vivono in case popolari
Persone citate: Beppe Minello, Guido Ponzo, Parvopasso
Luoghi citati: Inghilterra, Torino
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