Bresciani, la medicina è il gol di Bruno Bernardi

Bresciani, la medicina è il gol Bresciani, la medicina è il gol «Ho segnato poco, ma ho sofferto dolori alla schiena Ora sto bene e posso dare molto a questa squadra» ROMA DAL NOSTRO INVIATO Dopo il battibecco con i tifosi e lo sfogo, amaro, dei giorni scorsi, Giorgio Bresciani ha chiarito tutto e sente che l'uscita dal tunnel della lunga crisi è vicina: «Basta poco, pochissimo per rivedere la luce». Oggi gioca all'Olimpico con la mente sgombra da equivoci, pronta a cogliere l'occasione buona per sé e per il Toro nello spareggioUefa con la Lazio di Dino Zoff, che al 99 per 100 non disporrà del cannoniere Riedle. Nella resurrezione del bomber e, sotto sotto, in un successo esterno che riscatti la sconfitta, immeritata, dell'andata, crede anche Mondonico. Piena fiducia a Bresciani, non solo perché Casagrande è indisponibile: «Gli manca il gol. Sono stato un attaccante e so che più lo cerchi e meno arriva. Bresciani ha forza, verve e tanta rabbia in più. Non parliamo di esami: mi basta dia il massimo. Per me è bravo chi segna ma soprattutto chi lo fa fare». E qui, indirettamente, Mondonico chiama in causa Scifo rifinitore e goleador del Torino. «Ho segnato quattro reti ma potevo farne dieci: la voglia di gol può averci condizionati un po' tutti», ammette il regista italobelga, che non accetta paragoni con Doli, pur stimando il tedesco: «Fu il migliore in campo a Bruxelles quando perdemmo con la Germania». Si pi jpone di lanciare a rete un Bresciani «che era deluso, ha detto quello che non pensava, ma ha reagito da professionista». In settimana, Bresciani ha avuto un chiarimento con i suoi contestatori: «Quei fischi, durante la partita con il Bari, mi avevano ferito. Mi ero sentito tradito. Quando militavo nella Primavera, in occasione delle gare di Coppa andavo in curva, ero un ragazzo della Maratona. E certe cose vengono fuori in un momento di nervosismo. Intendevo dire che ho bisogno di loro, adesso più che mai, perché debbo salvare la mia stagione. Ci siamo parlati, hanno capito». Due gol, uno su azione con la Roma al Delle Alpi, l'altro su rigore ad Ascoli in campionato. Altri due in Coppa Uefa e uno in Coppa Italia il magro bottino del centravanti granata. Cos'è cambiato? Il Torino non gioca più come nella scorsa stagione. Romano cercava spesso Bresciani e Lentini. Ora le azioni non convergono con la stessa frequenza e intensità, diminuiscono per il centravanti le possibilità di concludere. Ma il problema non è stato solo di natura tattica. Bresciani ha accusato una punta d'ernia del disco che l'ha costretto a ridurre al minimo la preparazio- ne nei primi mesi, incidendo sul suo rendimento. «Mi sentivo come se avessi sulla schiena un peso di died chili in piu da sop- portare: finalmente sto bene». Orgoglioso, tenace, Bresciani vuole recuperare il terreno per- duto con dei gol importanti sia in campionato che, in partico- lare, in Coppa Uefa e in Coppa Italia. «Non penso che i 13 se- gnati nel torneo scorso siano dovuti solo alia fortuua, e non sono diventato un brocco, cosi aH'improwiso, ma debbo am- mettere che il mio bilancio non e positivo: la gente si aspettava di piu da me, ma non sono mai stato in condizioni ottimali», el'autoanalisi di Bresciani. Dopo un decennio sente la maglia granata come una seconda pelle e non vuole cambiarla. «Ho un contratto fino al '95 e Moggi mi ha detto che non s'e mai parlato di una mia cessione: se ho la fiducia deU'ambiente, della societa e dell'allenatore, e se la squadra gira in un certo modo, posso ancora dare molto». Lo stesso Aguilera, il presunto rivale, e un suo ammiratore. «Bresciani ha straordinarie qualita di opportunista», ci ha detto recentemente l'uruguayano. Chissa che nella prossima stagione non giochino l'uno al fianco dell'altro. Bruno Bernardi Bresciani contro la Lazio nel match dell'andata

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