Il mattone si raffredda di F. Man.

Il mattone si raffredda Il mattone si raffredda Italia, mercato calmo nel '92 anche con le vendite degli Iacp MILANO. Che le case popolari arrivino o meno sul mercato, il barometro del settore immobiliare italiano nei prossimi mesi segnerà calma piatta. E' il parere concorde degli operatori, che prevedono prezzi stabili, o addirittura in discesa, se depurati dall'inflazione, nella prima metà del '92. La situazione economica generale, infatti, resta difficile e molti potenziali acquirenti preferiscono aspettare. I dati relativi ai contratti firmati nel 1991 sono per ora fermi al primo semestre, e segnano 242 mila compravendite, il 5,6% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Ma si può prevedere che nella seconda metà dell'anno ci sia stato un calo. Il 1991 si è chiuso con una crescita dei prezzi molto inferiore rispetto ai record degli anni scorsi. In media, secondo i dati della Gabetti holding, l'incremento è stato del 10%. In aree come il centro di Milano, che ha ormai raggiunto il primato nazionale di prezzi, la crescita nel '91 è stata quasi nulla. Alla regola sfuggono solo due grandi centri: Cagliari e Napoli, con aumenti medi del 12-15%. Per il capoluogo sardo si tratta dell'effetto ritardato dell'onda dei rialzi; su Napoli pesa invece una «fame» perenne di abitazioni. Sull'andamento del mercato, comunque, è difficile scommettere. Negli scorsi giorni, ad esempio, sono emerse alcune novità che potrebbero avere effetti sull'andamento dei prezzi. La più importante è la vendita di case popolari da parte degli Iacp, a cui il Consiglio dei ministri ha dato il via libera giovedì scorso. Sul mercato dovrebbero arrivare così circa 700 mila alloggi, che potranno essere acquistati da chi li abita da almeno dieci anni. I prezzi? Si baseranno sulle rendite catastali appena aggiornate, ma dovrebbero essere comunque inferiori a quelli di mercato; e chi paga in contanti avrà uno «sconto» del 10%. Così, nonostante i costruttori abbiano già suonato il campanello d'allarme per una vendita che se realizzata - affermano farebbe crollare i prezzi degli immobili, gli intermediari immobiliari non sembrano particolarmente preoccupati. «Quella delle case popolari è una fascia abbastanza limitata in un mercato come il nostro, dove la maggior parte della domanda di nuove case ha come obiettivo un miglioramento della situazione abitativa», dice Alessandro Ghisolfi, dell'ufficio studi della Gabetti holding. E sulla stessa linea è anche Michele Deserti, dell'Os¬ servatorio immobiliare del centro di ricerche Nomisma: «Si tratta di un'offerta aggiuntiva che va a incontrare una domanda aggiuntiva, che altrimenti non sarebbe presente sul mercato. E poi la vendita dovrebbe avvenire a prezzi molto particolari, anch'essi fuori mercato». Qualche effetto comunque potrebbe esserci, ammette Paola Lunghini dell'Aici, l'associazione italiana dei consulenti immobiliari: «Se gli appartamenti dell'Iacp verranno messi in vendita a un prezzo "politico" ci sarà certamente una spinta verso il basso dei prezzi delle abitazioni nelle zone circostanti, compensando così il notevole aumento che negli ultimi anni si è avuto per gli immobili situati specie nelle periferie delle grandi città». E non è detto che per gli operatori questo sia un male: verrebbe infatti alla luce una domanda «medio-bassa», di chi cerca la prima casa, che negli ultimi anni è stata assolutamente tagliata fuori da un mercato con prezzi proibitivi per le sue tasche, [f. man.]

Persone citate: Alessandro Ghisolfi, Gabetti, Michele Deserti, Paola Lunghini

Luoghi citati: Cagliari, Italia, Milano, Napoli