Le elezioni premiano la legge sul cinema di A. Pie.

Le elezioni premiano la legge sul cinema Passa in extremis alla Camera il disegno di legge presentato dal ministro Tognoli, poi toccherà al Senato Le elezioni premiano la legge sul cinema Politici soddisfatti. I cineasti invece dicono: «E' comunque tardi» ROMA. Clamoroso passo avanti della legge per il cinema e grande successo, alla vigilia delle elezioni, per il ministro dello Spettacolo Carlo Tognoli: ieri mattina, a un soffio dallo scioglimento del Parlamento, la commissione Cultura della Camera ha approvato in sede legislativa il disegno di legge in favore del settore, ormai vecchio di 4 anni. Il provvedimento, additato da molti come panacea per arginare la crisi del cinema italiano, dovrà affrontare l'esame del Senato alla prossima legislatura, ma il «via» di ieri costituisce, a 27 anni di distanza dalla precedente legge, una grossa ipoteca per il futuro. Soddisfatta per l'approvazione la rjlatrice on. Silvia Costa (de). Soddisfatto anche l'on. Walter Veltroni (pds). Un po' meno Lino Micciché, presidente del Sindacato critici: «Sono soddisfatto come può esserlo un assetato al quale, dopo aver chiesto litri e litri di acqua, ne vengono date po¬ che gocce. E' una legge la cui parzialità è stata giustificata addicendone l'urgenza. E se nella prossima legislatura la commissione del Senato volesse farla a pezzi, potrebbe farlo». Che cosa cambierà, con la nuova legge? 11 testo per ora approvato, di 34 articoli, prevede la creazione di un «fondo per il credito agevolato sugli investimenti» per la concessione di mutui ad imprese nazionali che operano nel campo della produzione, distribuzione, esportazione, esercizio e industria tecnica cinematografica. La condizione per accedere è il rispetto di alcuni requisiti come la certezza della professionalità e della imprenditorialità. La legge assicura inoltre agevolazioni fiscali sugli investimenti ed altre forme di incentivi per tutto il settore. Previsti anche l'istituzione di un «fondo di garanzia» per la produzione, distribuzione ed esportazione dei film di interesse culturale nazionale e misure a favore dei nuovi autori e per i film in compartecipazione. Facendo i conti, un'iniezione di circa 1000 miliardi in 3 anni. Viene poi regolamentato il rapporto cinema-tv e presso il ministero del Turismo e dello Spettacolo è istituita la commissione nazionale per la cinematografia, organo di consulenza su tutto quanto riguarda il settore. Tra gli interventi, la riforma del Centro sperimentale per la cinematografia, la revisione della composizione della commissione censura con norme per una maggiore tutela dei minori; la tutela dell'opera cinematografica con l'istituzione di un pubblico registro per la cinematografia tenuto dalla Siae. Vengono introdotte norme antitrust con l'attribuzione della funzione di controllo al garante per l'editoria. Com'è stata accolta la notizia dai diretti interessati? Lapidario lo sceneggiatore Ugo Pirro: «Spe¬ riamo che non passino altri vent'anni per l'approvazione definitiva». Dice Suso Cecchi d'Amico: «E' una notizia che ci fa piacere anche se è una legge che nasce già vecchia. Certamente le cose miglioreranno, ma è come fare dei rammendi. E' un aiuto, contentiamoci». «Non è una vittoria, è solo una piccola parte di ciò che spetta al cinema - dichiara il regista Luigi Magni -. E' un primo passo per restituire coraggio all'imprenditore e al produttore privato, che possono svincolarsi dalla tirannia della tv, servirà a rimettere in circolazione le idee e gli orientamenti di cui il cinema è portatore». Ugo Gregoretti afferma: «Meglio una legge che niente. Dovrebbe ridare slancio alla produzione, restituire il gusto del rischio a tutto il settore. Speriamo di essere protetti e garantiti». Mario Monacelli spera che «questa legge non perfetta riesca a tenere in piedi il nostro cinema per un po'». [a. pie.]

Persone citate: Carlo Tognoli, Luigi Magni, Mario Monacelli, Silvia Costa, Suso Cecchi, Tognoli, Ugo Gregoretti, Ugo Pirro, Walter Veltroni

Luoghi citati: Roma