Moana e le altre il cervello del sesso

Moana e le altre il cervello del sesso Moana e le altre il cervello del sesso Ipolitici? Disonesti. Gli industriali? Incapaci. Gli intellettuali? Non esistono più. E poi, magistrati e giornalisti dimezzati, impiegati dello Stato scansafatiche, albergatori truffaldini. Dallo zapping televisivo e dalla lettura dei quotidiani non si salva una categoria del Belpaese. Ma su un fatto tutti sono d'accordo: l'Italia esprime grandi pornodive. Brave e intelligenti, oltre che belle e disinvolte, Moana e le altre hanno conquistato critici, filosofi e padroni dei palinsesti. Bandite dalle reti nazionali fino a qualche anno fa, confinate all'orrida notte delle tv locali, le pornodive sono diventate in pochi mesi il vero prezzemolo della Neo Tv. Le trovi dappertutto, sul sofà di Catherine Spaak, sulla poltrona di Ferrara, nel teatrino di Maurizio Mosca e nel bar sport di Biscardi, al telequiz e al Tg. Hanno raccòlto 1 eredità dell'esperto - sale della paleotelevisione - rimpiazzato il mesto tuttologo Anni Settanta e l'effervescente scemologo Anni Ottanta; fanno meno kitsch che avere in trasmissione il solito Sgarbi. Piacciono al pubblico e alla crìtica, al colto e all'inclita, catturano la benevolenza di Beniamino Placido, l'aperto elogio di Giorgio Bocca, la benedizione culturale di Umberto Eco, perfino la patente dello scettico Enzo Biagi («In fondo, Moana nuda è meno oscena di tanti gentiluomini ben vestiti»). All'estero ce le invidiano e qualcuno cerca di portarle via, come ha fatto lo scultore Jeff Koons che ha rapito Cicciolina e l'ha tramutata, con poco sforzo per la verità, in oggetto di Pop Art. Ma loro, le «pornodive pagate in pornolire» (Ceronetti), si guardano bene dall'emigrare. Come i calciatori, sfruttano fino in fondo i privilegi unici del Paese che ospita il campionato più ricco del mondo, quello delle televisioni. La campionessa assoluta è Moane Pozzi, per frequenza e ascolti seconda esternatrìce d'Italia. Nella stagione '90-'91, in pieno corso, ha preso parte a una trentina di trasmissioni, tra Rai e Fininvest; da «Mixer» a «Samarcanda», all'«Appello del martedì», al «Gioco dei nove», e poi ancóra dalla Spaak a Harem, a «Ciao weekend» con Magalli, dappertutto con Ferrara. Gongola Riccardo Schicchi, super manager del settore, segretario del Partito dell'Amore, nonché vero beneficiario dei fenomeni Moana, Staller, Petra, Ramba, Barbarella: «Ho una lista d'inviti per i prossimi due mesi. E' il momento magico. Censure? No, a parte un paio di casi. Poco tempo fa Gianni Pasquarelli (direttore generale Rai, ndr) ha telefonato a una giornalista del Tg3 per rimproverarla di aver chiamato in diretta Moana. "Così s'incoraggia la pornografia", le ha detto. Ma io Pasquarelli lo conosco: a Fregene era nostro vicino d'ombrellone, mio e di Ilona, e so che non è insensibile a certe cose». Paradossalmente, la meno entusiasta è proprio Moana: «Sa una cosa? Comincio a stufarmi. Dopo le elezioni diraderò le presenze». Per ora, stringe i denti: è l'unica candidata d'Italia a non spendere una lira per la campagna elettorale. Anzi, a guadagnarci. Ma si concede ancora il lusso di dire no al più agognato dei salotti, quello di Maurizio Costanzo. «Non mi piace come tratta la gente spiega -. Non amo essere presa in giro. Eppoi, il suo show mi fa dormire». Per il resto, Moana stila pagelle (professionali) benevole nei confronti dei conduttori tv, con molte sufficienze stiracchiate e un solo «otto», a Giuliano Ferrara. Una stima reciproca, quella tra la Pozzi e Ferrara. Bretelle Rosse, convertito di recente al telesesso, rivendica la paternità del fenomeno Moana «opinionista»: «L'ho invitata per primo nello studio di "Linea rovente" nell'87». Da allora non ha mai smesso. «Sì, ma per discutere di argomenti d'attualità. La mia non è la tetta istituzionale di "Panorama" ed "Espresso". E' la tetta-notizia. E devo dire, a parte le intemperanze verbali di Petra all'«Istruttoria», in generale è un piacere averle in studio. Sono misurate, autoironiche e si esprìmono da educande rispetto a un Aldo Busi o Dario Bellezza». Un altro accanito collezionista di tette-notizia è Sandro Paternostro. Nell'ottimo «Diritto di replica» non si è accontentato di ospitare le scontate Moana e Cicciolina (con relativi record d'ascolto, un milione e mezzo di spettatori a mezzanotte). No, Paternostro è andato a scovare in provincia Mafalda De Montis, rampante abruzzese, la pornodi va buona che intendeva devolvere gli incassi degli show ai cassintegrati del suo paese, Popoli. Se questi ultimi, in un soprassalto d'orgoglio operaista, non avessero rifiutato. «Sono state tutte bravissime, forse le abbiamo intimidite - racconta Paternostro -. Cicciolina ci ha dato perfino lo scoop della sua candidatura con il psi», poi smentita da via del Corso. A sorpresa è Raitre, la colta rete postcomunista di Angelo Guglielmi, la rete che accende il maggior numero di luci rosse. Non esclusa la satirica «Avanzi», che si segnala per il contemporaneo uso della caricaturistica Moana-Sabina Guzzanti («Ti tocchi? Dai, Loche, lo so che ti tocchi») e della signorina Doxa, in arte Barbarella. Per intenderci è quella che presenta i risultati del referendum «Vota quando vuoi votare», «un'iniziativa di "Cuore" (indica il seno, ndr) e "Avanzi"» e indica più in basso. E' capitato pure che nell'urgenza della moda, Moana compaia due volte nella stessa sera, sulla stessa rete, prima ad "Harem" e poi a "Diritto di replica". A regolare l'intenso traffico è Bruno Vogli- no, mitico capostruttura, talent scout di Chiambretti e molti altri, ideologo del porno presenzialismo: «L'azienda ha bloccato molti progetti, a partire da quello di affidare a Moana Pozzi una rubrica di consigli alle casalinghe. Ora si sono ricreduti. Non è un ammiccamento al pubblico grosso. Piuttosto, ammettiamolo, Moana è una donna intelligente, spiritosa con una non comune padronanza della scena e dei congiuntivi». Ma all'interno dei due grandi filoni del dibattito nazionale pozziani e cicciolini - Veglino sembra propendere per il secondo: «Cicciolina, con le sue labbra rosse, gli abitini rosa, la vocina da cartoon, non era forse fin dal principio un'opera Pop?. In ogni caso fanno meno scandalo loro oggi, delle Kessler in calzamaglia nera ai tempi di Dadaumpa». Già, in fondo a tutto, resta un mistero: dov'è finita l'Italia dei pretori Samperi? Che strade hanno preso le associazioni cattoliche pronte a scendere in piazza al minimo accenno di mutanda catodica? Dov'è la de dei Casini, il Pier Ferdinando braccio destro di Forlani, che di recente ha lanciato l'allarme sul «sovvertimento morale» in atto, il Carlo feroce nemico delle luci rosse? Soltanto Roberto Formigoni si sarebbe mosso tempo fa per avere la rassicurazione da Silvio Berlusconi che Tele + non avrebbe trasmesso il film porno che ha fatto la fortuna dell'omologa francese, Canal Plus. Per il resto, tutto tace. Forse s'è avverata anche da noi la malinconica profezia di André Breton in punto di morte («Purtroppo oggi non si scandalizza più nessuno»). Sarà che la de ha altre esternazioni a cui badare. Oppure, come dice Carlo Freccerò, direttore di Italia 1, disinvolto autore del bluff Eva Robin's (ora ammette: «Era una pura operazione pubblicitaria») non c'è da preoccuparsi: «Si tratta di sesso chiacchierato, da tempi di Aids». Ma Voglino avanza una spiegazione più maliziosa: «In Italia il discorso sul sesso, purché parodistico o salutista, non crea problemi. Ci si muove soltanto quando il tono si fa vero, conflittuale. E allora si brucia «Ultimo Tango», viene messo all'indice «Processo per stupro» o si arriva alla censura, come nel «caso Veronique» (la prostituta di cui una troupe di Raitre aveva filmato gli incontri con i clienti, mai andati in onda, ndr)». Davvero, perché allestire roghi per le fatine di Schicchi? Paolo Liguori, direttore de «Il Sabato», il settimanale vicino a Comunione e Liberazione, testimonia: «Moana e Cicciolina? In tv parlano come brave ragazze di provincia. A giudicare dalle lettere dei lettori, infastidisce molto di più il guardonismo di certe trasmissioni di Boncompagni farcite di adolescenti truccatissime e ammiccanti. E sono perfettamente d'accordo». Anche noi. Curzio Maltese r0 Ferrara, Mosca Paternostro Le pornodive conquistano la tv % fili Liguori del Sabato «Molto più oscene le ragazzine diBoncompagni» Qui accanto Cicciolina. Sopra Mosca e Ferrara: in trasmissione invitano volentieri pornostar 1\ mmim, F M :Sr:vK:;::\vS 9T J Qu) sopra Moana Pozzi, seconda esternatrìce d'Italia: ha al suo attivo una trentina di trasmissioni, tra Rai e Fininvest