«Qualcuno fuggì dal Moby Prince»

«Qualcuno fuggì dal Moby Prince» A «Mixer» un pescatore racconta di aver visto un motoscafo avvicinarsi al traghetto «Qualcuno fuggì dal Moby Prince» Supertestimone riapre il giallo di Livorno ROMA DAL NOSTRO INVIATO «Luccio mi disse che la Moby Prince aveva virato improvvisamente e che s'era messa in rotta di collisione con la Agip Abruzzo che era alle sue spalle. Mi raccontò tutto con canna, tranquillo. Poi mi disse di aver visto delle ombre finire in mare prima della collisione. Io lo fermai. Che cosa? Quali ombre? Allora andiamo, forse riusciamo a salvare qualcuno, dissi io. E lui disse: guarda, Gianmarco, ho visto un'altra cosa importante e strana: c'era un motoscafo d'altura li in zona, e quando queste ombre si sono gettate dal traghetto, quel fuoribordo si è avvicinato al punto dove erano cadute in acqua e le ha prese». Luccio scappò via. La Moby Prince continuò la sua corsa, si schiantò contro la petroliera. Era la sera del 10 aprile 1991. Quella tragedia al porto di Livorno (140 morti nel traghetto in fiamme) è un mistero dalle tinte fosche non ancora risolto. I giornalisti di Mixer, la trasmissione di Minoli su Rai2, sono andati a cercare testimonianze e prove e stanno per raccontare un nuovo capitolo del giallo in tv (il materiale è già stato richiesto dal giudice). Luccio è il nome in codice di un pescatore («è un disoccupato, so che tutte le notti va a pescare»), unico testimone di quella sciagura. Gianmarco Cignetti è un radioamatore, presidente dell'associazione volontari Ala dei Cb e quella sera a Livorno raccolse il racconto disperato di Luccio. Cignetti era nella sede dell'Ala. Arrivò la chiamata. Luccio: «Senti, Gianmarco, a me sembra che c'è un traghetto che mi sta venendo addosso». Ciglietti: «E' assurdo, dai, spostati...» Luccio: «Ma se mi sposto dietro c'è una petroliera, non risolvo il problema». «Cambia rotta». Silenzio. Voce concitata: «Attento base Ala: Mi sta venendo addosso, guarda, mi viene addosso». «Ma vai via!» Scariche, sibili. Voce sempre più concita¬ ta: «Cristo, non mi parte il motore. Non posso». Silenzio. Cignetti 10 chiama, forse, pensa, ha avviato il motore. Luccio s'è tolto dalla rotta. Adesso urla: «Sta andando addosso, ecco gli va addosso... ha preso fuoco... è un disastro». Cignetti: «A chi va addosso? Chi è che brucia?» Il traghetto Moby Prince è andato contro la petroliera, l'ha centrata in pieno. Cignetti non crede' alle sue orecchie: «Ma com'è possibile?» Luccio: «Te lo giuro sui miei figli, manda qualcuno, sbrigati, chiama i soccorsi». Cignetti prende il telefono, fa 11 115. «Guardi, ci hanno segna¬ lato che c'è stato un incidente al largo, una nave brucia, dovete mandare i soccorsi». Dall'altra parte, racconta, non lo prendono troppo sul serio: «Cignetti, sta dando di fuori?» Lui: «No, no, santo cielo!». Insistono: «Sarà meglio fare una verifica». Cignetti: «Andate». E gli altri gli avrebbero risposto: «No, guardi, Cignetti, prima faccia una cosa: mandi lei qualcuno, poi, se c'è l'attendibilità, andiamo noi». Dopo un po' arriva il primo Sos: «Agip Abruzzo, siamo incendiati... siamo incendiati... c'è venuta una nave addosso... quella è una bomba vagante». Passano i minuti. Altre chiamate si susseguono, ma non si ascolta mai una richiesta d'aiuto della Moby Prince. Com'è possibile? «Capitaneria, capitaneria... capitaneria, qui Agip Abruzzo...» «Ricevuto» «Presto, presto. Mandate gli elicotteri». «La posizione, diteci la posizione». «Siamo a due miglia e mezzo fuori, siamo pieni di nafta che brucia in mare...» Terza voce: «In rada a Livorno». Altra voce ancora: «A Livorno si vede con gli occhi. Agip Abruzzo, incendio a bordo, si vede, basta che venite fuori e lo vedete...» «Ricevuto Agip Abruzzo, siamo già informati, stiamo provvedendo». «Ma a che punto siete?» «Stiamo chiamando i vigili del fuoco, fra un po' vi manderemo i soccorsi». Dopo un po' la tragedia è evidente in tutta la sua gravità. Cignetti richiama Luccio. Il pescatore è rincasato, racconta senza affanno quello che ha visto. Una nave che improvvisamente cambia rotta, delle ombre (cose o persone?) che si buttano in mare, un motoscafo che le raccoglie. «Bene», gli dice Cignetti, «domani sapremo chi sono quelli che si sono salvati». Pierangelo Sapegno «Erano 3 o 4 persone Si sono buttate in acqua prima che la nave finisse contro la petroliera» Dalle registrazioni dei dialoghi ira radioamatori emerge il ritardo con il quale scattarono i soccorsi I primi inutili soccorsi al traghetto Moby Prince che prese fuoco dopo la collisione con una petroliera. Sopra il conduttore di Mixer, Giovanni Minoli