Il Papa ai vescovi: combattete la 'ndrangheta

Il Papa ai vescovi: combattete la 'ndrangheta Per Giovanni Paolo II si deve riportare la Calabria alla legalità e liberarla dal crimine "' Il Papa ai vescovi: combattete la 'ndrangheta «Non occorrono nuove leggi, si rispettino quelle che ci sono» CITTA' DEL VATICANO. Il Papa contro la 'ndrangheta chiede ai vescovi e alla Chiesa calabrese di impegnarsi sempre di più per difendere «i diritti fondamentali dell'uomo, quali ad esempio, il rispetto della dignità della persona umana e la difesa della vita, in vista ell'edificazione di una società giusta e fraterna». Giovanni Paolo II ha ricevuto i vescovi della regione in visita «ad limina», e ha sottolineato la necessità di riproporre «la speranza della liberazione». Ai giovani soprattutto: «sentono spesso venire meno anche il sostegno delle Istituzioni», stretti come sono «dalla crisi dell'occupazione, dalla carenza di saldi punti di riferimento ideale e di validi programmi per il futuro». Anche il Pontefice è preoccupato «per l'estendersi dell'indu- stria del crimine e della violenza», che sembra aver sostituito la cultura della solidarietà, «sopraffatta da quella dell'interesse privato e dall'ideologia del successo senza scrupoli e senza pietà». Quello di cui ha bisogno la Calabria, secondo Papa Wojtyla, di fronte a «problemi antichi e difficoltà nuove» è acquisire «un più vivo senso di legalità». E questo è possibile farlo «non tanto aumentando la produzione legislativa, quanto assicurando un uguale ed effettivo rispetto delle leggi da parte di tutti». I vescovi hanno il dovere «di indicare le vie di una rinascita delle coscienze, e di proporre iniziative atte a ridestare in esse una rinnovata energia». E' per questo che hanno usato il termi-ne «liberazione». «Non servono - ha detto il Papa - al vero sviluppo della Calabria progetti contingenti, parziali o particolaristici». L'idolatria del denaro «ha alimentato i mah della regione, incentivando, purtroppo, i fenomeni della criminalità organizzata, degli omicidi e dei sequestri di persone», ma Giovanni Paolo II è convinto che a queste sfide si possa rispondere «con la forza dell'etica cristiana». Quella della criminalità e dei comportamenti ispirati esclusivamente al profitto e al successo è «una piaga, che compromette alla radice il progresso integrale della vostra gente e priva in maniera sempre più grave le persone, soprattutto i giovani, della libertà autentica». Per vincere questa battaglia Papa Wojtyla fa appello alla «mobilitazione responsabile di ogni uomo di buo- na volontà e all'impegno evangelico dei cristiani, da voi (i vescovi, Ndr) incessantemente sorretti e incoraggiati». Il quadro che i presuli hanno presentato al Pontefice doveva essere particolarmente carico di problemi, se più volte nel discorso Giovanni Paolo II ha parlato di fiducia e di speranza. Anche prima di congedarli l'ha ripetuto: «Desidero ancora esortarvi alla fiducia in Dio, pur tra le difficoltà del presente. Alimentate in voi questa certezza. Diffondete attorno a voi la speranza che nasce dalla fede». Parole che ricordano quelle pronunciate dal Papa in passato in Paesi (Est europeo e America Latina) dove la Chiesa combatteva situazioni gravi di ingiustizia. Marco Tosarti

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Papa Wojtyla

Luoghi citati: America Latina, Calabria, Citta' Del Vaticano