I giornalisti e le notizie «drogate» di Corrado Augias
I giornalisti e le notizie «drogate» Il caso a 'Babele' I giornalisti e le notizie «drogate» ROMA. Il «caso Cossiga» al centro del dibattito alla puntata speciale di «Babele», la trasmissione di Corrado Augias registrata ieri a Orvieto - nel quadro delle manifestazioni di Umbria Fiction che va in onda questa sera. C'erano Andrea Barbato, Giuliano Ferrara, Miriam Mafai, Enrico Mentana - oltre agli autori di due libri su Cossiga (Paolo Guzzanti, Giuseppe D'Avanzo e Giovanni Maria Bellu) e al presidente della Rai Enrico Manca. E i giornalisti intervenuti - fatta eccezione per Barbato - non si sono risparmiati attacchi incrociati, rissose divagazioni, autodifese urlate. «Qualsiasi cosa firmata da D'Avanzo non conta niente» ha gridato Ferrara, rinfacciando a D'Avanzo i suoi articoli sul presunto spinello di Martelli a Malindi. «Gladio è stato un complotto per colpire Cossiga?» si è provocatoriamente chiesto Bellu. Ma Ferrara lo ha interrotto, tornando ancora una volta su quell'episodio evidentemente ancora così bruciante per il suo partito: «Certo, un complotto inventato da Martelli a Malindi!». L'informazione che diventa rissa è debordata anche nell'austero salotto di Augias. «L'unico giornale che ha tentato di raccontare la società e la politica in sordina, è ridotto al lumicino» ha proclamato Mentana, riferendosi alla crisi che sta vivendo L'Indipendente. Il clima si sta arroventando in vista delle prossime elezioni. Non sarà facile contenere le ostilità. «Chi attacca il Presidente della Repubblica dovrebbe andare in galera» si è sgolato a ripetere Guzzanti. «Ma negli altri Paesi democratici si va a guardare anche quali sono le amichette del presidente!» ha tentato di zittirlo Miriam Mafai. «I giornali hanno fatto il loro dovere nell'informare il Paese sul caso Cossiga» ha concluso Augias. (1. m,]
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