«Stalin massacra gli alpini? Meglio»

«Stalin massacra gli alpini? Meglio» «Panorama» pubblica la lettera a un compagno che nel '43 gli chiese di intervenire «Stalin massacra gli alpini? Meglio» Togliatti: così il fascismo sarà sconfitto ROMA. Esporsi con Stalin per salvare la vita dei soldati italiani prigionieri nei lager siberiani durante l'inverno del 1943? Dall'Hotel Lux di Mosca dove alloggiava, Palmiro Togliatti, leader indiscusso del partito comunista italiano rispondeva con un secco no. Anzi, sosteneva il «Migliore», «il fatto che per migliaia e migliaia di famiglie la guerra di Mussolini e soprattutto la spedizione contro la Russia si concludano con una tragedia, con un lutto personale, è il migliore e il più efficace degli antidoti». La catastrofe della campagna di Russia, gli alpini italiani straziati dalla fame e intrappolati tra i ghiacci del terrificante inverno russo, la sorte dei tanti connazionali inghiottiti nel nulla: stavolta il ritrovamento di una lettera di Togliatti negli archivi moscoviti del Comintern è destinata a colpire corde profonde e ad evocare tragedie mai dimenticate. Pubblicato sul numero del settimanale Panorama in edicola lunedì, il documento è stato ritrovato dal giornalista Francesco Bigazzi e dallo storico fiorentino Franco Andreucci, che assieme al suo maestro Ernesto Ragionieri, ha curato l'edizione delle opere complete di Palmiro Togliatti. Tutto si svolge nel gennaiofebbraio del 1943. I campi sovietici sono pieni di prigionieri italiani (ne moriranno almeno 27 mila, come si evince dai documenti recentemente scoperti negli archivi del Kgb). E' la tragedia, e Vincenzo Bianco, delegato italiano presso l'Internazionale comunista, chiede a Togliatti se esiste «una via, un mezzo» per evitare che i soldati italiani «muoiano in massa come ciò è già avvenuto». Due settimane dopo la risposta di Togliatti. Gelida, e anche spietata: «Non sono per niente feroce, come tu sai. Sono umanitario quanto te o quanto può esserlo una dama della Croce Rossa» (particolare curioso: durante la Prima guerra mondiale Togliatti faceva parte proprio della Croce Rossa). Il Migliore continua così: «La nostra posizione di principio rispetto agli eserciti che hanno invaso l'Unione Sovietica è stata definita da Stalin e non vi è più niente da dire». Fin qui, le considerazioni per così dire di metodo. Poi Togliatti arriva al cuore dell'argomentazione: i «lutti», la «tragedia» che si sta profilando servirà agli italiani per purificarsi dall'infezione fascista. «Quanto più largamente penetrerà nel popolo la convinzione che aggressione e il destino individualmente preso di tante famiglie è tragico tanto meglio sarà per l'avvenire dell'Italia», scrive infatti Togliatti, che poco prima aveva parlato del «lutto» per «migliaia e migliaia di famiglie» come del «più efficace degli antidoti». Ma le parole più aspre, i concetti più indigeribili, le argomentazioni più discutibili, Togliatti se le riserva per la chiusa della lettera ritrovata da Andreucci e Bigazzi e anticipata da Panorama. «Te l'ho già detto, io non sostengo affatto che i prigionieri si debbano assassinare, tanto più che possiamo ottenere certi risultati in altro modo», scrive Togliatti. Dove «certi risultati» sta a significare puramente e semplicemente la morte di migliaia di prigionieri e «in altro modo» vuol dire la morte per fame o per freddo invece che davanti a un plotone d'esecuzione o con un colpo alla nuca. E poi, quel massacro sarebbe tutt'altro che insensato, ma anzi rivelerebbe nientemeno che l'esistenza di un piano provvidenziale della Storia. «Nelle durezze oggi che possono provocare la fine di molti di loro», conclude infatti Palmiro Togliatti alludendo ai prigionieri, «non riesco a vedere altro che la concreta missione di quella giustizia che il divino Hegel (ndr, il filosofo tedesco che visse a cavallo tra Sette e Ottocento) diceva essere immanente alla storia». La sconvolgente lettera di Togliatti si trova negli incartamenti degli archivi del Comintern (settore italiano) che l'editore fiorentino Ponte alle Grazie, di cui lo storico Andreucci è consigliere delegato, ha acquistato e che saranno resi pubblici la prossima settimana. Tema, ancora una volta, i lager dell'Armir. Pierluigi Battista t, «'» N «*.'. <wt -SV* IT tksu A «tifai |M|M4ÌM *' 4to '. MitU. fmtt» . #••». ~* !«..«.« **t i-.'^mw"/ ■»«,•/«<•,*• —~mj^ Mi ItHà iUw •«#<*«• A* fM>.SJÉÉI MMMWHM ~ «wfcih».,. t*,4t;jllhi »y .ni»?**.

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