Bush e Eltsin: siamo amici per la pace

Bush e Eltsin: siamo amici per la pace À Camp David ribadita la volontà di diventare alleati, ma sul futuro «nessuna decisione» Bush e Eltsin: siamo amici per la pace Prudenza sulla proposta di uno Scudo comune Washington non annuncia nessun nuovo aiuto WASHINGTON DAL NOSTRO INVIATO «D'ora in poi non ci consideriamo più come nemici potenziali, questo è il valore storico del1 incontro». Un Boris Eltsin raggiante, attento ad enfatizzare, per fini interni, il nuovo clima di fiducia tra Russia e Stati Uniti, ha sintetizzato così il risultato della sua prima visita da Presidente a Washington. Una visita che, come ha sottolineato George Bush, è stata però «molto breve», e che non ha prodotto accordi immediati, ma un forte impegno a lavorare assieme sul disarmo e in campo economico: i due leader hanno deciso di tenere due nuovi vertici entro la fine dell'anno, e hanno firmato una dichiarazione che pone le basi per relazioni «di amicizia e collaborazione, fondate sulla fiducia ed il rispetto reciproco». Bush è stato attento a non bocciare la proposta russa di uno Scudo stellare comune, ha salutato la volontà di ridurre gli arsenali nucleari strategici, ma ha subito aggiunto che «su questi punti non abbiamo preso alcuna decisione». Da oggi si apre comunque una nuova tornata di negoziati sul disarmo, e il segretario di Stato americano Jpmes Baker partirà per Mosca entro un paio di settimane, per iniziare a definire i termini di nuovi tagli agli arsenali nucleari delle due potenze, e per tastare le intenzioni dei russi sul «sistema di difesa globale» che Eltsin vorrebbe realizzare assieme agli americani contro possibili attacchi nucleari da parte di Paesi terzi. Chiamandosi «Boris» e «George», Bush in giacca a vento, Eltsin in maglione, i due Presidenti, definendo entrambi «storico» l'incontro, hanno più volte fatto professione d'amicizia reciproca durante la conferenza stampa tenuta a Camp David, la residenza di campagna dei leader Usa. «La Russia e gli Stati Uniti non si considerano come avversari potenziali», recita la dichiarazione in sei punti firmata dai due leader. In poco più di due ore di colloqui Bush e Eltsin hanno parlato della riforma economica in Russia, della Comunità di Stati Indipendenti sorta dalle ceneri dell'Urss, delle condizioni materiali dei militari nell'ex impero comunista, così come delle questioni che più preoccupano l'Occidente: vendita di armi a Paesi del Terzo mondo, non proliferazione nucleare, fuga di cervelli atomici e, come ha detto Eltsin, riduzione delle armi strategiche «ad un minimo di, diciamo, 2500 testate per parte». Da Bush il Presidente russo ha ottenuto la disponibilità a diventare «alleati» ed il riconoscimento che voleva: «Sono convinto che Boris sia completamente dedicato alle riforme economiche, che i problemi che ha di fronte sono enormi, ma che ce la farà, se avrà il giusto appoggio da parte del resto del mondo». Il Presidente Usa non ha annunciato nuovi programmi di aiuti, in particolare non si è impegnato a creare quel fondo di stabilizzazione del rublo che Eltsin tanto vorrebbe, ma ha detto che chiederà una rapida ammissione della Russia nel Fondo monetario internazionale e nella Banca mondiale, ed ha offerto la creazione di un centro di ricerca dove gli scienziati atomici possano lavorare, senza cedere alle tentazioni di leader del Terzo Mondo. D'altra parte lo stesso Eltsin ha affermato di non essere venuto in America «con il cappel¬ lo in mano, solo per chiedere aiuto». Quello che è importante, ha sottolineato, è avere ottenuto appoggio per le riforme economiche, «perché se in Russia la riforma va a fondo, ci sarà la guerra fredda, e la guerra fredda può trasformarsi in guerra calda. Ci sarà una nuova corsa al riarmo. Ci sarà lo stesso regime di cui ci siamo appena sbarazzati, e non possiamo permettere che ciò accada». Eltsin ha ribadito che le armi nucleari tattiche sono già state ritirate da Bielorussia e Kazakistan, che dall'Ucraina saranno tolte entro il primo luglio, e che i programmi di volo dei missili strategici in queste tre repubbliche sono stati rimossi, in modo da renderli inattivi. Ma le proposte di disarmo portate a Washington erano troppo vaghe per poter trovare risposte nette. In primavera Eltsin tornerà in America, e Bush dovrebbe ricambiare la visita entro la fine dell'anno. Intanto, la squadra del Presidente russo sarà rafforzata: secondo fonti a lui vicine, l'ambasciatore all'Onu, Julij Vorontsov, dovrebbe tornare a Mosca come segretario di Stato e supervisore della politica estera, attualmente affidata all'inesperto Andrej Kozyrev. Fabio Squillante Previsti due altri vertici da tenersi entro l'anno E il segretario di Stato Baker andrà subito a Mosca Un patto per evitare la fuga dei «cervelli atomici» verso il Terzo Mondo; Boris Eltsin e George Bush in un momento della visita a Washington del Presidente russo