Dagli archivi di Mosca sgambetto a Kinnock

Dagli archivi di Mosca sgambetto a Kinnock GRAN BRETAGNA Le rivelazioni di un giornale mettono in difficoltà il leader laborista: «E' una manovra dei conservatori» Dagli archivi di Mosca sgambetto a Kinnock II Cremlino annotava: è nostro amico, uri vero antiamericano LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Kinnock e i suoi legami con il Cremlino»: è il primo colpo basso della campagna elettorale che vede impegnati in un incertissimo testa a testa i conservatori contro i laboristi. E non sarà certo l'ultimo, di qui a primavera, quando tra aprile e maggio, l'Inghilterra sarà chiamata alle urne. Kinnock è il leader del partito laborista che spera di soppiantare, dopo dodici anni, i conservatori al governo. Speranze non azzardate a dar retta anche all'ultimo sondaggio pubblicato proprio ieri dal «Daily Telegraph» che indica i laboristi in testa con una corta incollatura di vantaggio sui conservatori di Major (39,5 contro 38). Un distacco minimo, che potrebbe essere rovesciato da un piccolo spostamento di voti. Ed ecco quindi, puntuale, uno «scoop» giornalistico, destinato a scuotere l'opinione pubblica, a suscitare pesanti interrogativi su Kinnock. Il settimanale «Sunday Times» pubblicherà oggi un articolo basato sui resoconti usciti dagli archivi moscoviti del Comitato centrale dell'ormai disintegrato partito comunista sovietico. A frugare tra quei documenti è andato l'ex corrispondente della Bbc a Mosca, Tim Sebastian, il quale ha ceduto al periodico londinese il frutto delle sue ricerche. L'articolo riporta la trascrizione dei rapporti inviati al Cremlino dai diplomatici sovietici a Londra sulle conversazioni private che negli ultimi anni i principali dirigenti laboristi avevano avuto in svariate occasioni all'ambasciata moscovita. I documenti si riferiscono principalmente a colloqui avvenuti tra la fine degli Anni 70 e l'85-'86, subito prima delle elezioni che avrebbero visto il terzo consecutivo trionfo della signora Thatcher, quella volta proprio a spese di Neil Kinnock. Gli attori di questa interessante «carrellata segreta» nei corridoi della politica inglese sono i principali dirigenti del partito dell'epoca. C'è Michael Foot, anzitutto, leader del partito laborista e fedelissimo a Mosca e al dogma del disarmo nucleare unila- terale, che verrà umiliato dalla Thatcher nell'83. C'è Denis Healey, ex cancellerie dello Scacchiere, c'è il combattivo leader dei minatori Arthur Scargill. E c'è per ultimo anche Neil Kinnock, il giovane e focoso gallese che sostituisce Foot alla guida del partito dopo il tracollo elettorale all'inizio degli Anni Ottanta. Sotto un titolo a tutta pagina «Kinnock: il dialogo con Mosca» illustrato da alcune foto degli incontri del leader laborista con gli esponenti sovietici, il settimanale riferisce le asserite opinioni di Kinnock, il suo desiderio di «sviluppare un fattivo, proficuo dialogo con Mosca». Riporta le sue confidenze nelle conversazioni del dopo-pranzo, che inducono i diplomatici moscoviti a trasmettere al Cremlino rapporti sui «sentimenti fortemente pro-so¬ vietici e attivamente antiamericani» attribuiti al leader laborista. In quegli anni caratterizzati ancora da un duro confronto EstOvest, Kinnock era animato, come il suo predecessore, da smanie di disarmo nucleare unilaterale e non si era disfatto del vecchio bagaglio ideologico della «left» britannica. La sua posizione evolverà soltanto dopo la sconfitta elettorale dell'87 con la quale inizia la lunga marcia verso la socialdemocrazia, con il ripudio delle nazionalizzazioni e l'accettazione del mercato in economia, e l'adozione dell'armamento nucleare nella politica di difesa. Oggi Kinnock presenta una faccia più rassicurante, moderata, tanto da essere accettato come interlocutore anche da Bush. Veemente è quindi scattata la protesta del partito laborista che, attraverso il numero due Roy Hattersley, ha accusato il «Sunday Times» di prestarsi a «una campagna coordinata di calunnie contro Kinnock». Paolo Patnmo II leader dei laboristi britannici Neil Kinnock Un giornale lo accusa di aver rivelato all'ambasciata sovietica i retroscena della politica inglese Durissima la replica «Menzogne elettorali» [FOTOAP]

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