Crack Aurora, storia infinita
Crack Aurora, storia infinita Borgaro, davanti ai giudici i responsabili della cooperativa Mita nel 79 Crack Aurora, storia infinita Non decolla il nuovo processo d'appello Il precedente annullato dalla Cassazione Sono passati tredici anni dalla dichiarazione di fallimento della cooperativa Aurora di Borgaro, ma la vicenda penale è ancora lontana dalla conclusione. Ieri il processo d'appello contro i responsabili della bancarotta è stato sospeso, in attesa che si definisca il procedimento civile promosso dall'ultimo presidente della cooperativa, Claudio Malocchi, che ha fatto opposizione al fallimento. . Ih veste di imputati sono comparsi davanti ai giudici della seconda corte d'appello (presidente Fornelli), il consigliere comunale della Lega Nord, Mario Borghezio (difeso dall'avvocato Mittòne), l'avvocato Vernerò Frullano (avvocato Mazzù), già condannato nell'inchiesta sui pedofili e sospeso dall'ordine, l'ex impresario edile Giovanni Iaria (avvocato D'Alessandro), esponente socialista e attuale socio del presidente del Torino calcio Borsano, gli ex amministratori della cooperativa Giuseppe De Vita, Maria Luisa Alme, Arturo Scandolera, Francesco Gastaldi (avvocato Gallo). Claudio Malocchi è stato dichiarato contumace. A mettere in moto l'inchiesta fu un esposto del sindaco di Borgaro, Claudio Sola, che il 2 ottobre del '78 denunciò al pretore di Cirio: «La cooperativa Aurora è stata fondata da personaggi legati al psi. L'iniziativa è stata promossa da Gastaldi ma il personaggio di spicco è De Vita, vicesindaco e assessore ai lavori pubblici». il pretore iniziò le indagini e scoprì che ai soci dell'Aurora era stato fatto credere che la coperativa aveva già ottenuto l'assegnazione dell area, obbligandoli così a versare anticipi, mostrando loro progetti già fatti quando non si sapeva ancora quanti alloggi sarebbe stato possibile costruire. Gastaldi avrebbe allora contattato il costruttore Iaria, promettendogli di fargli ottenere l'appalto e facendosi rilasciare fatture fasulle. I legali Borghezio e Frullano avrebbero falsificato i bilanci. Il 25 gennaio'79 la cooperativa Aurora fu dichiarata fallita, l'inchiesta penale passò per competenza alla Procura di Torino, furono perquisiti gli studi dei legali Borghezio e Frullano, arrestati De Vita, Maiocchi e Scandolera. Il processo di primo grado, celebrato nel maggio dell 84, si concluse con sentenze di condanna per tutti gli im¬ putati, confermate in appello: 3 anni e 6 mesi per De Vita, 3 anni e 2 mesi per Scandolera e Gastaldi', 3 anni per Aime e Maiocchi, 2 anni per Borghezio, Frullano e Iaria. La Cassazione però annullò il verdetto: «Il giudizio penale non si può concludere se non si risolve una questione pregiudiziale, l'opposizione al fallimento promossa da Maiocchi». Tesi condivisa dai giudici dell'appello. Claudio Cera suolo Tra gii imputati il consigliere leghista Mario Borghezio (a sinistra) e Giovanni Iaria esponente psi
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