Ricettava marchi rubati
Ricettava marchi rubati Ne aveva 16 mila Ricettava marchi rubati Un cambiavalute torinese, Pietro Jacchello, 62 anni, che aveva acquistato dal trasportatore jugoslavo Liubonir Drakulic 16 mila marchi tedeschi, frutto di una rapina, senza registrarli e senza versarli alla Banca d'Italia, è stato condannato a 3 anni di carcere per ricettazione dalla seconda sezione del tribunale (presidente Malchiodi). Lo jugoslavo, difeso dall'avvocato Zancan, e un altro cambiavalute, Ferruccio Viola Boggio (avvocato Gianaria), che aveva acquistato 30 marchi della stessa partita, versandoli poi alla Banca d'Italia, coimputati nel processo, hanno chiesto l'abbreviato e sono stati assolti. A mettere gli inquirenti sulle piste dei ricettatori della partita di marchi rapinati in un istituto di credito di Francoforte il 12 maggio dell'86, era stato un dispositivo di sicurezza adottato in Germania. Le fascette che legano le banconote sono intrise di un liquido rosso. Se la fascetta non viene aperta correttamente scatta il «security pac», che tinge indelebilmente di rosso le banconote. Esattamente quello che avvenne con la partita di marchi, dollari e altre monete, rapinate nella banca di Francoforte. Difficile sapere come le banconote siano finite nelle mani dello jugoslavo, ma è invece pacifico che furono «offerte» ai due cambiavalute torinesi. Attraverso un tortuoso percorso, almeno una parte dei marchi finì a un'agenzia della Comit di Torino. I funzionari, conoscendo il dispositivo di sicurezza tedesco, avvertirono la Banca d'Italia e la polizia tedesca. Si accertò che le banconote erano provento della rapina e, ripercorrendo a ritroso il cammino seguito dai marchi, si identificarono i due cambiavalute.
Persone citate: Boggio, Gianaria, Liubonir Drakulic, Malchiodi, Zancan
Luoghi citati: Francoforte, Germania, Torino
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