Severità per salvare l'Orchestra della Rai

Severità per salvare l'Orchestra della Rai E necessario un minuzioso restauro Severità per salvare l'Orchestra della Rai // difficile innesto dei Filarmonici Luisi ha diretto Castiglioni e Chopin TORINO. C'è un comprensibile disagio tra le file dell'Orchestra Sinfonica della Rai. Vedersi affiancare un gruppo esterno come quello dei Filarmonici di Torino senza esami di ammissione né selezioni preliminari, va, effettivamente, contro la prassi adottata da tutti i grandi complessi sinfonici ed è contro la natura stessa dell'orchestra moderna che, grazie a Beethoven, è divenuta una repubblica di uguali e su questo concetto ha sviluppato nel corso dell'800 non solo la sua vita estetica ma anche politica e amministrativa. Nelle orchestre straniere l'assunzione di un nuovo membro assomiglia molto alla cooptazione di un nuovo socio da parte di quei club esclusivi dove la maggioranza dei consensi, se non l'unanimità, è condizione preliminare. Ricordiamo la ribellione scoppiata anni fa presso i Filarmonici di Berlino quando Karajan volle imporre l'assunzione di una clarinettista, peraltro bravissima, all'orchestra che non la gradiva: caso estremo che rivela come per l'eccellenza dei risultati artistici siano necessari non solo la bravura ma la tranquillità psicologica. Conosciamo e trepidiamo da tempo per le difficolta che affliggono la Sinfonica torinese e che rischiano di disperdere un patrimonio accumulato in più di cinquant'anni: ma non è con i palliativi che si risolvono i problemi, e se i Filarmonici possono migliorare la loro formazione scolastica suonando con l'Orchestra Rai, per riportare quest'ultima all'antico splendore il lavoro di restauro deve essere minuto, attentissimo e passare per l'unica via normalmente praticata in tutto il mondo: audizioni, concorsi, selezioni severe. Detto questo, due parole sul concerto dell'altra sera che si è aperto con «Inverno in ver» di Niccolò Castiglioni, una raffigurazione del paesaggio ricoperto dalla neve sotto cui cova la vita. In 11 «poesie musicali» Castiglioni percorre il suo viaggiò, rendendo il gelo con sonorità davvero magiche: tùmuli sgocciola, arabeschi sonori che scivolano sul ghiaccio di sonorità acute, trasparenti. Ciò che fa più piacere è l'attenzione partecipe del pubblico, segno che la buona musica contemporanea comincia ad essere goduta in presa diretta, come i pezzi classici. A Castiglioni è seguito Chopin, con il «II Concerto» per pianoforte eseguito da quel poeta della delicatezza e della sfumatura che è il pianista Louis Lorde, sin troppo contenuto, talvolta, nel suo ideale di parsimonia espressiva, indi Sibelius con la «V Sinfonia» in cui il direttore FabioVLuisi ha esibito una buona sicurezza nel taglio generale e nei particolari, seguito con dedizione dall'Orchestra. Applausi cordiali. Paolo Gailaratì

Luoghi citati: Berlino, Torino