L'incubo è uno choc al femminile

L'incubo è uno choc al femminile Indagine Doxa, soltanto un sogno su quattro è bello e viene ricordato al risveglio L'incubo è uno choc al femminile Lemotti nere» affliggono più donne che Uo^iM MILANO. Le capita di sognare? Con quale frequenza? I sogni che di solito fa, come sono: belli o brutti? Le succede di ripetere lo stesso sogno? Vuol descrivere quello che fa più spesso? Sono le domande, rivolte dalla Doxa ad un campione di 2 mila 108 persone dai quindici anni in su, di entrambi i sessi. Alla prima domanda il cinquanta per cento degli intervistati ha risposto di sognare sempre o spesso, il 42 per cento di sognare qualche volta o raramente, e solo il restante 8 per cento ha detto di non sognare mai o quasi mai. Le donne sognano molto più frequentemente degli uomini: quelle che dichiarano di sognare «sempre o spesso» sono infatti il 58 per cento mentre gli uomini che danno la stessa risposta sono solo il quaranta per cento. I giovani sotto i trentacinque anni sognano più frequentemente (il 61 per cento dice di farlo sempre o spesso) sia rispetto alle persone di media età (il 42 per cento sem- pre o spesso) sia degli anziani (44 per cento). Quanto alla qualità dei sogni, la più alta percentuale (49 per cento) dà risposte neutre o intermedie, dichiarando di farli «qualche volta belli e qualche volta brutti», oppure «né belli, né brutti». Fra le altre risposte, quelle positive (sogni sempre o più spesso belli, 25 per cento), prevalgono su quelle negative (sogni sempre più spesso i brutti, 14 per cento). La prevalenza dei sogni rosei su quelli neri si fa più netta se si considerano le sole risposte degli uomini (il 30 per cento dichiarano sogni belli contro il 9 per cento di sogni brutti). Le risposte delle donne vedono invece un maggior equilibrio tra risposte positive (21 per cento) e risposte negative (19 per cento): afflitte qualche volta da sogni neri, dunque, sono più le donne che gli uomini. Tra i più giovani (meno di 35 anni) la prevalenza dei sogni belli sui sogni brutti è netta (35 per cento contro 11 per cento), tra le persone di media età (35/54 anni) è. appena accennata (19 per cento contro 16 per cento), e tra gli anziani c'è equilibrio tra sogni belli e brutti (19 per cento e 18 per cento). Quanto poi alle domande sui sogni ricorrenti, la Doxa precisa che l'intenzione era di mettere in luce un fenomeno particolarmente interessante dal punto di vista psicanalitico: solo il 30 per cento degli intervistati - meno di una ogni tre persone che, poco o tanto, sognano - sono consapevoli di fare un sogno ricorrente. Tra coloro che dicono di sognare «sempre, tutte le notti», questa percentuale sale a 50 per cento. Passando alla «qualità» del sogno maggiormente ripetitivo circa un terzo lo qualificano «bello», un terzo «brutto», e un terzo «né bello né brutto». Dall'analisi secondo il sesso viene una conferma della tendenza già osservata a proposito dei sogni in genere: tra le donne quelle che qualificano brutto il proprio sogno ricorrente sono un po' più numerose di quelle che lo qualificano bello, e l'opposto per gli uomini. Ma quali sono, in definitiva, i sogni ritenuti belli e quelli ritenuti brutti? Classificando separatamente i sogni qualificati come belli e brutti, si trova che i «parenti o famigliari» rappresentano il soggetto più frequente sia tra i primi che tra i secondi (circa il venti per cento). A parte i parenti, la graduatoria dei sogni belli vede nei primi posti: amici e conoscenti (dieci per cento), gite e viaggi (dieci per cento), defunti (nove per cento), fidanzati e amore (otto per cento), desideri irrealizzabili (otto per cento). Questa invece la graduatoria dei sogni brutti: morti (diciannove per cento), correre e non arrivare mai (nove per cento), volare e cadere (sette per cento), violenza (sette per cento), incidenti (sei per cento) e caduta di denti o capelli (cinque per cento). [AdnKronos]

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