Curcio: ecco chi piccona la mia scarcerazione
Curcio: ecco chi piccona la mia scarcerazione Articolo del fondatore br su un quotidiano Curcio: ecco chi piccona la mia scarcerazione LECCE. «Negli ultimi anni ho tentato più volte di esporre granitici argomenti a favore della liberazione incondizionata di tutti i prigionieri politici e del rientro in Italia, senza ulteriori penalizzazioni, dei non pochi condannati all'esilio, ma l'esito degli sforzi parrebbe di natura evanescente: lieve come lo spirito di chi, sorridendo sotto i baffi, sentenzia che l'Italia è da sempre un Paese galeotto». Così scrive, in occasione di un convegno milanese sulla condizione carceraria l'ex leader delle Brigate rosse, Renato Curdo, in un intervento pubblicato oggi dal «Quotidiano di Lecce, Brindisi e Taranto». Con diretto riferimento al dibattito sulla concessione della grazia, Curcio scrive che «per parte mia, tra non gradite grazie e sgradite disgrazie, ho meditato un po' controcorrente le tanto vituperate parole del presidente Cossiga. E debbo dire, pur sa¬ pendo che non mancherà chi storcerà la bocca, che nel giudizio concordo con gli esuli parigini. Purtroppo, le pragmatiche prudenze elettorali di alcuni e lo sforzo congiunto di altri - gli stessi che già un tempo s'unirò no nel rovinoso abbraccio del l'unità nazionale - hanno cooperato alla vanificazione del possibile. Sicché il sottoscritto è rimasto in gattabuia e la soluzione generale del problema ha subito una rude picconata». «Ci sono porte che imprigio nano chi le chiude e chi è indifferente a chi le chiude, non meno di chi vi è chiuso - conclude Curcio -. Aprire queste porte, io credo, anche se per alcuni può non essere un piacere, oggi si precisa come una necessità generale. Perché, oltretutto, non è affatto pacifico, sul terreno della storia, che i custodi delle grandi chiavi siano meno responsabili, per tutto ciò che è successo, degli ultimi custoditi». [Agi]
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