Eltsin lancia il club dello Scudo

Eltsin lancia il club dello Scudo Debutto del presidente russo a New York: un'alleanza con l'Occidente per combattere i totalitarismi Eltsin lancia il club dello Scudo «Una Difesa comune per il mondo libero» NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO Per il suo debutto alle Nazioni Unite Boris Eltsin non ha scelto la moderazione e anzi, seguendo la sua indole, ha immediatamente lanciato una serie di segnali «forti» per marcare una drastica svolta: al Consiglio di sicurezza dell'Orni non c'è più la vecchia Urss comunista, ma la nuova Russia, appena affacciatasi alla democrazia, e per questo ansiosa di promuoverla al suo interno e in campo internazionale. Quello che ieri, al primo vertice nella storia dell'Orni, ha proposto il Presidente russò, è infatti niente meno che un nuovo ordine mondiale, basato su una «alleanza» tra Russia e potenze occidentali. Un'alleanza che sia capace di rilanciare il ruolo delle Nazioni Unite, di promuovere e difendere lo sviluppo democratico anche con forze militari di pace, e di creare un «sistema di difesa globale della comunità mondiale» che sottragga l'umanità all'incubo nucleare. «Per la prima volta nella storia è apparsa la possibilità reale di farla finita una volta per tutte con il dispotismo, di smantellare l'ordine totalitario, in qualsiasi forma esso si manifesti», ha detto il Presidente. Questa possibilità è apparsa con la caduta dei regimi comunisti, con le trasformazioni in atto nell'ex Unione Sovietica e nell'Europa dell'Est, con l'eliminazione dellVabisso di sfiducia» tra Oriente e Occidente. Oggi, ha sottolineato Eltsin, la Russia, emersa a pezzi da 73 anni di totalitarismo, considera i Paesi occidentali non più come nemici, e non solo come partner, «ma come alleati: questo è un presupposto importantissimo",7: direi ■ rivoluzionario, nella cooperazione pacifica tra gli Stati, del mondo progreSsÌ«a»Vd ;|r'r" ^;t>r E partendo da questa base che il Presidente russo, in un breve ma denso intervento, ha avanzato le sue proposte;. «Credo sia arrivato il moménto di pensare ad una seria riforma dell'Organizzazione delle Nazioni Unite», ha detto Eltsin, affermando che le garanzie democratiche e di libertà «non sono affari interni degli Stati ma, secondo la carta dell'Orni, loro obblighi». Questa posizione, che Mosca vorrebbe riconosciuta come «norma universale», deve essere sostenuta dal Consiglio di sicurezza, «chiamato a sottolineare la responsabilità solidale del mondo civile nella difesa dei diritti e delle Libertà individuati». Per dar maggior peso alle sue parole, Eltsin ha annunciato la liberazione degli ultimi dieci prigionieri politici, esclamando che «nella libera Russia non ci sono più prigionieri di coscienza». Le sue dichiarazioni non devono certo essere piaciute al premier cinese Li Peng. Ma Eltsin è andato avanti, chiedendo la creazione di «un meccanismo di reazione rapida per assicura¬ re la pace e la stabilità» nei punti caldi del mondo e, come anticipato nella lettera al Segretario generale Onu Boutros Ghali, dicendosi pronto ad inviare truppe russe a far parte delle forze di pace delle Nazioni unite. Non meno ambiziose le prospettive che Eltsin ha delineato per il disarmo. Senza scendere nei dettagli, che discuterà oggi con il presidente Usa George Bush, il leader russo ha auspicato «profondi tagli delle armi nucleari strategiche e tattiche». Secondo il suo portavoce Pavel Voschanov, Eltsin ha confermato al presidente francese Mitterrand che tutte le armi atomiche tattiche (escluse quelle della flotta) sono state trasferite in Russia, ed ha annunciato che i militari russi hanno iniziato a disattivare, sottraendo i programmi di volo, tutti i missili strategici situati in Ucraina, Bielorussia e Kazakhstan: le uniche tre Repubbliche dell'ex Urss, oltre la Russia, ancora in possesso di armi atomiche. Ma la vera, grande novità nel campo del disarmo, Eltsin l'ha solo fatta balenare nel suo discorso, proponendo «la creazione di un sistema di difesa globale della comunità mondiale», basato su una versione modificata del progetto di «guerre stellari» dell'ex presidente americano Ronald Reagan. Quella che era nata come sfida tecnologica all'impero comunista, potrebbe oggi essere , invece realizzata con l'aiuto «dell'alta tecnologia del complesso militare russo». E' stato Voschanov a chiarire quella che i russi vedono ancora come «un'idea per i colloqui successivi». Il portavoce ha precisato che al progetto, destinato a proteggere da eventuali attacchi nucleari l'Occidente e la Russia, dovrebbero lavorare scienziati americani, russi e, forse, anche inglesi e francesi. «Noi proponiamo di realizzare e usare insieme un sistema di difesa globale», ha detto Voschanov, secondo cui il progetto servirebbe anche a eliminare le paure di una «fuga di cervelli nucleari» dall'ex Unione Sovietica. A questo proposito, «Eltsin ha preso misure per garantire l'occupazione in Russia di questi specialisti, e per impedire la loro fuga verso Paesi terzi». Come reagirà Bush alla proposta? «Che io sappia non vi sono ancora state reazioni», ci ha detto un portavoce di Eltsin, ma anche se non accolta, la richiesta del Presidente ha reso evidente la volontà della Russia di schierarsi al fianco dell'Occidente in campo internazionale. Da qui alla richiesta di aderire alle strutture politiche della Nato, dicono alcuni membri della squadra di Eltsin, non c'è che un passo. Fabio Squillante Nella foto grande il leader russo Boris Eltsin (a sinistra) entra ali 'Onu con George Bush. Qui a fianco il Consiglio di sicurezza al lavoro [FOTO EPA-AFPJ