Elicottero Cee: processo in Italia di Andrea Di Robilant

Elicottero Cee: processo in Italia JUGOSLAVIA 'mmmmmM Per il ministro «fu delitto politico», il rapporto della Farnesina: attacco proditorio Elicottero Cee: processo in Italia Martelli vuole catturare ilpilotaAelMigserbo ROMA. E' stato un «delitto politico» l'abbattimento il 7 gennaio scorso in Croazia dell'elicottero italiano in missione di pace Cee che costò la vita ai quattro avieri e all'osservatore francese che erano a bordo. Lo sostiene il ministro di Grazia e Giustizia Claudio Martelli, che ieri ha chiesto al procuratore generale presso la corte d'appello di Roma Filippo Mancuso di procedere contro l'autore dell'abbattimento. La decisione è stata presa dopo aver esaminato la documentazione fornita alcuni giorni fa dalla Farnesina. Dagli atti acquisiti — dice la relazione preparata dagli uffici del ministero di Grazia e Giustizia — risulta che «il pilota del Mig autore dell'abbattimento non aveva agito di propria iniziativa, ma a seguito di disposizioni ricevute dai superiori comandi militari». L'attacco «proditorio» contro l'elicottero italiano — conclude la relazione — deve essere dunque considerato un delitto politico in base all'arti- colo 8 del vecchio codice penale «e come tale punibile a richiesta del ministero della Giustizia». Questa è la ricostruzione dei fatti contenuta nella relazione. Il 7 gennaio alle 10 e 30 due elicotteri italiani della missione di pace Cee decollano da Belgrado diretti a Zagabria, se- condo un piano di volo regolarmente notificato alle autorità di Belgrado. Alle 14,09 i due elicotteri, che pure recano chiaramente visibili i contrassegni della Cee, vengono attaccati da un Mig 21 del V corpo dell'aviazione federale jugoslava. Uno dei due elicotteri - con a bordo il tenente colonello Enzo Venturini, il sergente maggiore Marco Natta, i marescialli Natale Silviani e Fiorenzo Ramacci e il francese Jean Eycheme - viene colpito ed esplode in volo. La relazione dice che gli autori dell'abbattimento sono «allo stato ignoti». Ma nei giorni scorsi il quotidiano di Zagabria Vecernji List, citando fonti vicine alle indagini in corso a Belgrado, ha identificato l'autore dell'abbattimento nel capitano Radomin Smiljanic. L'operazione, cui presero parte sei cacciabombardieri, sarebbe stata guidata dal colonello Ljubisa Velickovic. L'elicottero italiano faceva parte di una forza Cee che stava controllando il cessate il fuoco e il ritorno di tutte le forze armate alle rispettive posizioni, in base ad un memorandum d'intesa sottoscritto il 13 luglio del 1991 dai rappresentanti di Slovenia e Croazia e dal governo di Belgrado. Andrea di Robilant

Persone citate: Claudio Martelli, Enzo Venturini, Filippo Mancuso, Fiorenzo Ramacci, Jean Eycheme, List, Ljubisa Velickovic, Natale Silviani, Natta, Radomin Smiljanic