Croce Rossa, dimissioni in massa
Croce Rossa, dimissioni in massa Croce Rossa, dimissioni in massa «E' una vergogna, ricordatevi le bombe a Parigi» PARIGI. «Se non l'avessimo fatto, non saremmo la Croce Rossa, in tutta la grandeur della sua azione sanitaria»: Giorgina Dufoix, presidente della Croce Rossa francese, ha così giustificato la decisione di accogliere in un ospedale di Parigi il leader radicale palestinese George Habbash. Ma l'organizzazione da lei diretta è m aperta ribellione. «Siamo sommersi di telefonate e i comitati regionali, i militanti, si dimettono uno dopo l'altro. Stiamo cercando di calmare gli animi», ha detto uno degli amministratori eletti della Cri', Jean Taulelle. La Dufoix è già stata allontanata dall'incarico politico di consigliere del Presidente della Repubblica Mitterrand, che non aveva consultato, e si prevede che lascerà anche l'incarico di Delegato generale alla lotta contro gli stupefacenti. U Consiglio d'amministrazione della Croce Rossa francese si riunirà lunedì per accertare le responsabilità: altre teste potrebbero cadere, oltre a quella della Dufoix. Sono sotto accusa tra gli altri il direttore generale e 1'«ambasciatore» della Crf, che avrebbe assicurato il coìle- Samento tra la famiglia Habash e le autorità francesi. Sembra che neppure la Croce Rossa di Parigi fosse stata informata dell'invio a Tunisi dell'aereo speciale («pagato dalla famiglia Habbash», assicura la Dufoix) che ha trasportato il leader palestinese in un ospedale della Croce Rossa, nella capitale francese. «Non sono mai stata consultata - ha detto il presidente della Croce Rossa parigina, Simone Marcaut Murat -. La decisione costituisce un pregiudizio considerevole per la Croce Rossa, non è affatto una missione umanitaria. I parigini, che ricordano i sanguinosi attentati di sei anni fa, ci telefonano indignati, alcuni con tono minaccioso». Secondo la signora Marcaut Murat, «il fatto che il fratello di Yasser Arafat sia il presidente della Mezzaluna Rossa palestinese ha forse contribuito alla decisione presa dalla Dufoix, d'accordo probabilmente col ministero degli Interni e quello degli Esteri». Già portavoce del governo e titolare di vari ministeri, tra cui quello degli Affari Sociali, la Dufoix non poteva ignorare le implicazioni politiche della sua gaffe umanitaria. Persona considerata assai vicina a Mitterrand, ora ha perduto il sostegno del capo dello Stato. Alla Croce Rossa, di cui era presidente da due anni, era già contestata, soprattutto in relazione allo scandalo delle trasfusioni di sangue contaminato dal virus dell'Aids. I fatti risalgono al 1985 quando Georgina Dufoix era ministro degli Affari Sociali. L'anno scorso scoppiò lo scandalo e lei si giustificò affermando che si considerava «responsabile ma non colpevole». [Ansa] Georgi na Dufoix
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