Mobilitati i Caschi Blu della Csce di Fabio Galvano

Mobilitati i Caschi Blu della Csce Mobilitati i Caschi Blu della Csce Erevan ottiene una q^mmissione d'inchiesta, PRAGA DALNOSTttÓ'INVIATO '"' M"' Nata per dirimere i problemi di convivenza nucleare fra le due Europe dell'Est e dell'Ovest, la Csce è costretta a farsi carico di una crisi ben più immediata, ma nell'Asia ex sovietica. A 24 ore dall'ammissione delle nuove Russie, la Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa ha deciso ieri a Praga di inviare nel Nagorno-Karabakh su richiesta dell'Armenia - una missione d'inchiesta per valutare le denunce di quella Repubblica nei confronti dell'Azerbaigian, anche alla luce dei nuovi, violentissimi scontri avvenuti in quell'enclave. I ministri degli Esteri dei 48 Paesi che da giovedì formano la nuova Csce non hanno trascurato la crisi più vicina, quella della Jugoslavia; e a questo proposito hanno lanciato un urgente appello alle Nazioni Unite - dopo i segnali negativi dell'inviato Onu - affinché stringa i tempi per l'invio dei caschi blu. Hanno anche adottato misure volte a un rafforzamento istituzionale della Csce; ma è stata l'Armenia a movimentare la giornata conclusiva al Palazzo della Cultura. «Occorre evita¬ re - ha detto il ministroJDe Mi: chelis - che il Nagomo-Karabakh diventi scena di un'altra tragedia». La missione d'inchiesta, che visiterà entrambe le Repubbliche, partirà nelle prossime ore e dovrà riferire - al più tardi - fra tre settimane. E' stata formata a Vienna, nell'ambito del Centro per la prevenzione dei conflitti, una delle istituzioni Csce che esce rafforzata da Praga e promossa a foro di regolari consultazioni sulle questioni di sicurezza regionale con implicazioni politico-militari. Proprio in questo nuovo ruolo deve occuparsi della richiesta armena, accolta dal ministro azero che però ha voluto definire la missione non d'indagine ma «di buoni uffici»: sarà poi il Comitato degli alti funzionari, anch'esso rafforzato nel suo ruolo di gestione dei rapporti fra i 48, a discuterne le conclusioni e decidere quali azioni raccomandare. In origine, l'Armenia aveva chiesto per il Nagorno-Karabakh una forza di pace della Csce; ma questa non esiste e i latenti piani volti a crearla - sostenuti da Genscher sono stati per ora accantonati. Dovrà probabilmente occuparsene a luglio, parallelamente al¬ la creazione di un alto commissariò p^fTféTmnoranzCTl vertice di Helsinki-2. Sulla Jugoslavia, dopo l'allarmante rapporto in cui l'inviato dell'Orni ha definito insoddisfacenti le condizioni per l'invio dei caschi blu, i ministri della Csce hanno invitato le Nazioni Unite ad agire con tempestività. «Più si aspetta, più la situazione diventa pericolosa», ha detto De Michelis, ricordando «altre incertezze politiche» come il referendum del 29 febbraio in Bosnia. «L'Europa chiede all'Onu di fare in fretta», gli ha fatto eco Genscher. Mentre a New York si avviava il vertice del Consiglio di Sicurezza, la Csce, che vuol essere protagonista del nuovo ordine mondiale ma senza scavalcare l'Onu e facendo attenzione a «seguire un doppio binario» (De Michelis), si è pronunciata per un «rapido spiegamento» dei caschi blu. Le crisi del Nagorno-Karabakh e della Jugoslavia, immediate e concrete, non hanno tuttavia relegato in secondo piano le altre importanti conclusioni che trovano posto nella «Dichiarazione di Praga». Spicca, fra un appello alla non proliferazione nucleare e un impegno al disarmo e al consolidamento delle «misure di fioTfiiia», la pdrz&ler rmOficWàì' principio dell'unanimità, per agevolare il cammino a 48. La nuova regola dell'«unanimità meno uno» è limitata, per ora, al terreno dei diritti umani: in caso di «chiare e gravi violazioni» si potrà agire anche «senza il consenso del Paese coinvolto». I ministri degli Esteri hanno poi gettato le basi del nuovo quadro di sicurezza internazionale che troverà forma compiuta quest'estate, al vertice di Helsinki-2, chiedendo che si mettano a punto nuovi strumenti per affrontare le crisi e prevenire i conflitti. Con lo stesso fine hanno dato nuovo vigore alle istituzioni nate nel '90 al vertice di Parigi e affinate nel giugno scorso a Berlino: il Comitato degli alti funzionari, che in subordine ai ministri degli Esteri assume un ruolo decisionale e di coordinamento; l'Ufficio per le libere elezioni, con sede a Varsavia, che viene trasformato in Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani; un nuovo Foro economico incaricato di assiste re le nuove democrazie nello sviluppo del mercato. Fabio Galvano

Persone citate: De Michelis