Bambini al pronto soccorso il trauma più frequente è la caduta dalla bicicletta

Non c'è soltanto l'eutanasia per ridurre le sofferenze dei neonati senza speranza LABORATORIO Non c'è soltanto l'eutanasia per ridurre le sofferenze dei neonati senza speranza IL principio su cui si basa l'etica pratica di Singer, recentemente discussa sulle pagine di questo giornale, è il principio detto «della qualità della vita». Esso si contrappone al principio della «sacralità della vita», in quanto considera la vita certamente come un valore, ma non come un valore assoluto, incondizionato. Vi sono circostanze, che devono essere ovviamente ben precisate e delimitate, in cui la qualità della vita è così bassa e così ridotta da far preferire la sua cessazione. Vi sono circostanze in cui lo stato di sofferenza è talmente insopportabile e senza speranza da rendere desiderabile la morte e moralmente lecito infliggerla, a sé e agli altri. In Singer tale principio si lega alla sua concezione utilitarista, che consiste nel porre a fondamento della morale il soddisfacimento delle preferenze (vale a dire dei bisogni, dei desideri e degli interessi) delle persone direttamente coinvolte in un'azione e nelle sue conseguenze. Tuttavia occorre notare che il principio della qualità della vita può derivare anche da concezioni etiche diverse dall'utilitarismo, ad esempio l'etica della simpatia o della responsabilità. Se si accetta tale principio, si può in taluni casi giustificare l'eutanasia, sia per i malati terminali sia per i neonati affetti da sindromi gravissime - che nella maggioranza dei casi li porteranno comunque alla morte in breve tempo e sicuramente a una vita ricolma di sofferenze. Detto questo si è solo all'inizio, perché le difficoltà insorgono non appena si cerca di stabilire in concreto quali siano i criteri per individuare i limiti e le modalità del comportamento in oggetto. Vi sono casi che con grande evidenza non offrono alcuna speranza, ma ve ne sono molti altri non nettamente delineati e in cui gli aspetti da prendere in considerazione sono numerosi e a volte in conflitto tra loro. Alcune delle posizioni di Singer, proprio a proposito di quest'area dai contorni ambigui, possono suscitare una serie di perplessità anche in coloro che in linea generale sono disposti ad accettare il principio della qualità della vita. Prendiamo il caso di «bambini Down» il cui stato sia tale da permettere loro di condurre una vita non certo normale, dato il loro ritardo mentale, ma tuttavia esente da sofferenze fisiche gravi. Ebbene,'Singer si chiede se, qualora i genitori li rifiutino e non vi sia possibilità di adozione, non sarebbe meglio impedir loro di continuare a vivere, nell'interesse dei bambini stessi, delle loro famiglie e della società. La risposta giusta invece, a mio avviso, dovrebbe essere quella di predisporre delle strutture di appoggio per le famiglie onde evitare che la nascita di un figlio Down pregiudichi la loro possibilità di vivere decentemente e di avere altri figli, consentendo al tempo stesso ai bambini Down di condurre al meglio delle loro possibilità quella vita, sia pure limitata, che la sorte ha loro assegnato. La discussione dei vari punti potrebbe continuare, trattandosi come è ovvio di problemi di estrema delicatezza e complessità. Ma niente di tutto quanto è stato obiettato o potrebbe essere obiettato autorizza a lanciare contro Singer le accuse di nazista e assassino, come purtroppo è avvenuto in Germania e in altri Paesi di lingua tedesca. I suoi scritti sono pieni di descrizioni delle sofferenze dei bambini, e di testimonianze dei genitori e dei medici: e non mancano certo anche le testimonianze a favore del mantenimento in vita dei neonati affetti da sindromi più o meno gravi. Da tali descrizioni e da tali testimonianze Singer cerca di derivare, con lucidità dolorosa e talvolta impietosa, le soluzioni etiche più consone alla riduzione della sofferenza per gli esseri coinvolti: e non si può in nessuna maniera pensare che egli sia mosso da considerazioni eugenetiche o razziste. Basta leggere i suoi libri per rendersene conto. Comunque, indipendentemente dalle valutazioni sulla posizione di Singer, c'è solo da augurarsi che le tecniche avanzatissime di diagnosi prenatale e l'ingegneria genetica siano sempre più in grado di prevenire le malformazioni di ogni tipo, anche le più gravi, evitando in misura sempre maggiore i laceranti drammi di coscienza dei genitori e dei medici. E anche dei poveri filosofi. Silvana Castiglione Università di Genova

Persone citate: Silvana Castiglione, Singer

Luoghi citati: Genova, Germania