Un satellite geometra misurerà la Terra centimetro per centimetro di Piero Bianucci

Un satellite geometra misurerà la Terra centimetro per centimetro PROGRAMMA «ARISTOTELES» Un satellite geometra misurerà la Terra centimetro per centimetro IL satellite «Aristoteles» è il moderno discendente della mitica lampada oscillante che suggerì la legge del pendolo a Galileo e della non meno mitica mela che avrebbe ispirato Newton: servirà, infatti, a perfezionare le conoscenze sul campo gravitazionale terrestre. Alcune finalità sono puramente scientifiche: capire meglio come è fatto l'interno del nostro pianeta e come funziona la dinamo naturale che ne genera il campo magnetico. Ma ci sono anche obiettivi pratici: «Aristoteles» terrà sotto controllo la deformazione superficiale delle regioni sismiche, contribuendo alla previsione dei terremoti; consentirà un monitoraggio continuo dei vulcani; servirà a definire un sistema di riferimento per lo studio delle variazioni del livello dei mari dovute all'effetto serra; fornirà carte magnetiche utili alla navigazione e alla ricerca dì miniere e giacimenti petroliferi. L'idea di «Aristoteles» fu fatta propria dall'Agenzia spaziale europea nel 1985 ma segnò il passo fino alla conferenza ministeriale del novembre '87. Ora lo sviluppo del programma - se ne è parlato a Capri qualche tempo fa in un congresso tra i rappresentanti delle industrie e i ricercatori interessati - sta accelerando e la Nasa ha definito il suo impegno nella missione, che si annuncia tra le più interessanti dei prossimi anni. Tanto più per noi, in quanto «Aristoteles» sarà una creatura essenzialmente italiana: Alenia Spazio è la capocommessa per il progetto e la costruzione del satellite, e guida un consorzio di cui fanno parte le maggiori aziende spaziali europee, dalla francese Matra all'inglese British Aerospace alla tedesca Dornier. La Nasa fornirà il sistema di lancio (un razzo Delta II), i misuratori di campo magnetico, un ricevitore per i satelliti-bussola Gps (che metterà a disposizione per accuratissime misure di distanza: pochi millimetri di errore su 20 mila chilòmetri!);' H" supporto per l'elaborazione dei dati. L'Esa procurerà il satellite, il misuratore di campo gravitazionale, la stazione al suolo, pretrattamento, distribuzione e archiviazione dei dati. Un pendolo come quello studiato da Galileo è già uno strumento che permette di misurare l'intensità del campo gravitazionale: accelera quando il campo è più intenso, rallenta quando il campo è meno forte. Con questa tecnica, per esempio, si è misurato lo schiacciamento ai poli della Terra e si sono individuate numerose anomalie gravitazionali, tra cui quelle dovute alle catene montuose e alle fratture tra le placche in cui è suddivisa la crosta terrestre (vedi l'articolò qui accanto). «Aristoteles», grazie a un «gradiometro» costituito da quattro sensibilissimi accelerometri, porterà la precisione delle misure a un limite fantascientifico, permettendo di individuare anche minime anomalie gravitazionali. Analoga precisione si avrà nella misura del campo magnetico. La connessione tra questi due aspetti permetterà di chiarire molti enigmi che ancora tormentano i geofisici sulla struttura profonda del pianeta. La missione sarà lunga e movimentata. Dopo il lancio dalla base californiana di Vandenberg, «Aristoteles» - 2,2 tonnellate di peso (per metà propellente), un parallelepipedo di 4,5 metri di lunghezza per 1,5 per 1,5 più i pannelli solari - verrà collocato su un'orbita polare circolare a 400 chilometri di quota, dove per un mese si tareranno tutti gli strumenti di bordo. Poi il satellite scenderà a 220 chilometri e, per graduali aggiustamenti, a 200 chilometri. Qui lavorerà per sei mesi, dopodiché risalirà a 480 chilometri e per tre anni raccoglierà altri dati gravimetrici e magnetici da confrontare con quelli raccolti a bassa quota. Con «Aristoteles» va avanti il progetto europeo di studiare la Terra dallo spazio. «Ers 1», il primo satellite ambientale, in orbita da pochi mesi, sta dando risultati eccezionalmente interessanti. «Aristoteles» in parte li integrerà, ma soprattutto fornirà informazioni inedite. Benché porti il nome di un filosofo-scienziato per il quale la Terra era ancora piatta, la distanza che lo separa dalla lampada di Galileo e dalla mela di Newton è tecnologicamente abissale (ma attenzione: non concettualmente). Piero Bianucci EREDE DELLA MELA DI NEWTON a M PRUmce o La cartina indica le regioni oceaniche dove il mare è «in salita» a causa di anomalie gravitazionali. Qui accanto, il satellite «Aristoteles»; in basso, un'antenna parabolica per la ricezione dei dati

Persone citate: Newton, Terra, Vandenberg

Luoghi citati: Capri