Il pasticciaccio in Olanda: per i tedeschi un gioco spassoso

LA GUERRA SEGRETA Un grande esperto di spionaggio penetra negli archivi inglesi e svela una tragedia ignorata dell'ultimo conflitto LA GUERRA SEGRETA Novemila 007 di Londra allo sbaraglio Churchill inviò nei territori occupati dai nazisti uomini e donne le cui imprese hanno ispirato libri e film. Ma troppi furono gli errori e i disastri. Ora si scopre l'incompetenza militare e politica dei loro comandanti 7*1 LONDRA L1 0N0 passati quasi cinm quant'anni dalla fine del11 Ila guerra, ma molti seI greti sono tuttora inviolabili. Sono i segreti che, protetti da ogni governo britannico, dormono negli archivi del Soe, lo Special Operations Executive, un sonno che sembra ormai destinato a durare fino al Duemila e oltre. Eppure il Soe non esiste più, è morto ufficialmente il 30 giugno '46, dopo 71 mesi di vita, dopo aver piazzato oltre 9000 agenti in territori occupati dal nemico, in Europa, in Africa, in Asia. Le avventure, le prodezze, le tragedie di questi agenti, uomini e donne, inglesi e stranieri, una vera brigata internazionale, hanno ispirato film e libri, Hollywood vi ha attinto per lustri, il nome Soe è ricordato e citato con commozione e fierezza sulle due sponde dell'Atlantico. Ma qual è la verità? La verità è che il Soe non sembra meritare questo coro di lodi. O meglio: lo meritano i combattenti, ma non i comandi, colpevoli di incompetenza militare, tecnica e perfino politica. Ovviamente, non è una condanna universale, vi furono leader eccellenti, vi furono operazioni brillanti, micidiali, gioielli di astuzia e di coraggio, imprese che tuttora eccitano ed entusiasmano, ma troppi furono allo stesso tempo gli errori, gli scacchi, i disastri. Troppi agenti furono mandati allo sbaraglio, troppi furono sacrificati in missioni inutili o sbagliate, troppi perirono, vittime di piani raffazzonati, di calcoli approssimativi, di informazioni proditorie. E nei Balcani troppo fu l'aiuto dato alle forze che avrebbero poi eretto le dittature di sinistra. E' una storia che scotta e ciò spiega perché da quasi cinquantanni si tenti di parlarne il meno possibile. Ma tutti quei libri, allora, con le loro pagine ricche di eroi e di eroismi? Fin dal '46, le autorità britanniche hanno incoraggiato la pubblicazione di questi volumi, di qualsiasi narrazione che confermasse e rendesse ancora più luminoso l'aureo «mito Soe», ma hanno mostrato eccezionale, caparbio zelo nel difendere i segreti che quel mito avrebbero leso e imbrattato. Questa, dunque, è la storia degli archivi dello Special Operations Executive: molti furono distrutti nel '46 o poco dopo, altri sono ancora Top Secret, e quelli adesso accessibili al pubblico sono rigorosamente setacciati. Lord Armstrong, l'ultimo Cabinet Secretar/ di Margaret Thatcher, fece sì che ogni nuovo testo ufficiale sulle operazioni Soe dirigesse i riflettori sui successi. Ma nelle democrazie la ricerca della verità è incessante e finalmente qualcuno è penetrato nell'oscuro labirinto del Soe. E' Nigel West, «nom de piume» del deputato conservatore Rupert Allason, valente storico militare e uno dei massimi esperti internazionali di spionaggio, autore di ben tredici volumi. Secret War - The Story of Soe, ecco il titolo del suo nuovissimo libro, edito da Hodder and Stoughton, in vendita da meno di una settimana, un testo che è quasi un dossier, denso di fatti, di nomi, di tabelle, di statistiche, uno studio per studiosi, non per chi cerca il romanzesco, il colore, le seduzioni dei thrillers. Con il risultato che questa arida opera è più eccitante, più avvincente di un racconto di Le Carré. Con frase passata alla storia, Winston Churchill disse: «Voglio un'organizzazione capace di dar fuoco all'Europa». Nacque così lo Special Operations Executive. Nigel West ha scovato in un archivio il certificato di questa nascita, un attestato che tutti consideravano smarrito. Il documento, presentato al War Cabinet, reca la data del 19 luglio 1940 e annuncia: «Sarà istituita un'organizzazione con il compito di coordinare tutti gli atti di sovversione e di sabotaggio contro il nemico, oltre mare. Si chiamerà Special Operations Executive». Dopo qualche mese, il piccolo quartier generale dei Soe, con poco più di cento uomini, s'installò al numero 64 di Baker Street, la via di Sherlock Holmes, a Londra. L'indirizzo ispirerà un nomignolo, «Baker Street Irregulars». La principale zona d'operazione del Soe fu ovviamente la Francia: e fu anche la zona dove subì i disastri maggiori. Un libro del 1958 aveva fatto breccia nel muro di segretezza, ma, con il passar del tempo, lo choc generato dalle rivelazioni dell'autrice, Jean Overton Fuller, si era assopito. Lo ridesta adesso Nigel West, che rinnova le accuse di «incompetenza criminale» lanciate contro la F Section, responsabile per la Francia. Henri Dericourt, l'Air Movements Offìcer della Sezione, a Londra, ubbidiva anche al Sicherheitsdienst (Sd) del partito nazista. A Parigi, gli agenti catturati dai tedeschi erano accolti al quartier generale dell'Sd, in avenue Foch, da un simpatico, cordiale ufficiale inglese, il capitano John Starr, passato al servizio della svastica. L'incontro con l'informatissimo Starr spezzava il morale di non pochi prigionieri, che presto abbassano la guardia. Nigel West ci offre un elenco degli agenti arrestati in Francia: e sono 175. Il Soe ne aveva inviati 393. Di quei 175, 40 soltanto sopravvissero, gli aitri morirono o su un patibolo o a Buchenwald, a Dachau, a Ravensbruck. Alcuni di questi agenti non avrebbero mai dovuto varcare la Manica, non parlavano che poche parole di francese, erano riconoscibilissimi: così come erano riconoscibili certi sabotatori dall'aspetto troppo ebraico. Uno era quasi una caricatura israelitica e i tedeschi che subito l'agguantarono quasi non crede¬ vano ai loro occhi. Il Soe, secondo West, sbagliò altresì nel mandare in Francia un numero eccessivo di donne, ben 52, delle quali 17 furono arrestate e 12 si spensero, dopo lunghe sofferenze, nei lager. Lo storico afferma: «L'impiego di donne in questo tipo di guerra così spietata non incontrava, nel '40, l'approvazione universale». Si apprendono vicende degne di animare una soap opera. Nel '41, l'Abwehr (il controspionaggio militare tedesco) rintuzza le penetrazioni del Soe in Francia. I suoi successi aumentano quando un'infermiera francese, Mathilde Carré, al servizio di Londra, diviene l'amante del sergente Hugo Bleicher, che dell'Abwehr era uno degli investigatori più geniali. Il Soe continua a fidarsi della Carré, con il risultato che le vitali informazioni a lei inviate giungono subito sul tavolo di Bleicher. Anche il '43 è funesto, per ben dieci mesi Londra non si accorge che due importanti agenti canadesi, Frank Pickersgill e John Macalister, erano stati catturati. Tutti i messaggi trasmessi dal Soe in quel periodo sono captati dai tedeschi che, alla fine, possono così distruggere una rete forte di ben 1500 uomini. Un giornale intitola la sua recensione del libro con un gioco di parole. Invece di «License to Kilt», licenza di uccidere, che è la prerogativa di James Bond, scrive «License to Bungle», ovvero licenza di fare pasticci. E il pasticciaccio più brutto, e più agghiacciante, è quello combinato dalla N Section, la Sezione responsabile per l'Olanda. Al principio del '42, i tedeschi arrestano, poco dopo il suo arrivo, l'agente Huub Lauwers e lo costringono a trasmettere un messaggio a Londra, un messaggio normale, come se fosse ancora libero. Lauwers ubbidisce, ma, memore delle istruzioni ricevute, omette, durante la trasmissione, il «segnale di sicurezza», convinto che Londra avrebbe notato l'allarme. Il Soe invece lo ignora (non si è mai capito perché) e annuncia anzi a Lauwers, cioè ai tedeschi, l'arrivo di un altro agente. E' soltanto il prologo di una lunga incredibile tragedia. La N Section continua a inviare agenti, i tedeschi li agguantano. In venti mesi, i tedeschi catturano 56 agenti Soe ed estendono il loro controllo a 18 canali radio con Londra. Per l'Abwehr era quasi un gioco, una spassosa partita, e così aveva infatti battezzato questa battaglia, Das Englandspiel. Il gioco finì soltanto nel novembre '43, quando due agenti riuscirono a fuggire, a raggiungere Berna e a rivelare l'incredibile verità al rappresentante del Sis, Secret Intelligence Service. Poche ore dopo, un tremendo telegramma raggiungeva Londra dalla Svizzera e informava che «da molto tempo i tedeschi hanno trasmesso fingendo di essere agenti britannici». Quasi tutti i 56 uomini partiti da Londra, più altri reclutati in Olanda, morirono a Mauthausen. Nigel West è uno storico troppo serio per dipingere soltanto il brutto, trascurando il bello. Narra con diligenza i molti successi - ad esempio le energiche operazioni dirette dal Soe, in collaborazione con il Maquis, per ostacolare i movimenti delle forze tedesche dopo lo sbarco alleato in Normandia -, il guaio è che le ombre sembrano superare le luci. In quasi ogni settore, in Europa, nel Medio Oriente, in Asia. Per Nigel West, fu negativo anche l'assassinio, a Praga, nella primavera '42, di Reinhard Heydrich, il «boia», capo dei servizi di sicurezza nazisti, vicecapo della Gestapo e Protettore della Boemia e Moravia. L'operazione era stata ideata dal governo cecoslovacco in esilio e cecoslovacchi erano i tre esecutori, ma la responsabilità suprema era del Soe. Il feroce Heydrich fu ucciso, ma la rappresaglia tedesca fu belluina. Migliaia di morti, deportazioni in massa, un intero villaggio, Lidice, raso al suolo; la resistenza cecoslovacca decimata. Valeva la pena? Dell'Italia quasi non si parla, forse neppure Nigel West è riuscito a esaminare tutti i dossier sul nostro Paese, bisognerà vedere cosa rivelerà uno studio ufficiale di prossima pubblicazione, Soe in Italy. West descrive però Operation Yac, nel '41, quando il Soe tentò di reclutare sabotatori tra i prigionieri italiani in quattro campi in Egitto. Il progetto (ideato dà Peter Fleming, del controspionaggio, fratello di Ian, il padre di James Bond) fallì, nessun italiano accettò di lavorare per Londra. Non basta. Si scopre che il Corriere d'Italia, un giornale stampato localmente sotto il controllo del Soe per distribuirlo nei campi, contiene articoli antibritannici. Scoppia un putiferio. Il Soe è accusato di «ingenuità», di essersi lasciato turlupinare dai socialisti, che l'avrebbero sfruttato per «disseminare propaganda comunista». Umberto Calosso, capo del consiglio direttivo del giornale, è licenziato: Enzo Sereni, «uno dei direttori del Corriere e agente di primo piano del Soe», è arrestato dalla polizia egiziana. Dopo uno sciopero della fame di undici giorni, Sereni è liberato e «inviato in missione segreta a Baghdad». Anche Nigel West, come altri, condanna l'abbandono in Jugoslavia del generale Draza Mihailovic, e la decisione di puntare tutto su Tito, offrendogli ogni aiuto. Il Soe, leggiamo, «ha contribuito direttamente all'avvento di un regime totalitario, che si servì delle armi alleate per imporre una dittatura ed eliminare spietatamente gli oppositori». In Jugoslavia, come in altri Paesi dei Balcani, il Soe si sarebbe lasciato influenzare da voci di sinistra, da un'eccessiva fiducia nella Russia. «Amara è stata la delusione... In quasi ogni caso, gli idealisti furono traditi e i pragmatisti di sinistra raggiunsero intese con regimi stalinisti. Regimi non molto più attraenti delle dittature naziste che avevano rimpiazzato». Sono affermazioni che destano qualche perplessità. Nel caso della Jugoslavia, fu Churchill a scegliere Tito, per pentirsene quasi subito. Nigel West va oltre e si domanda se tutti quei sacrifìci, quegli eroismi contribuirono veramente alla sconfìtta della Germania, del Giappone e dell'Italia. Non sembra convinto. Conclude: «Migliaia di tonnellate di materiale bellico furono consegnate a formazioni partigiane in tutto il mondo. Ma il costo fu altissimo. Molto di questo materiale cadde in mani nemiche e scopriamo adesso che grandi furono le perdite di uomini. Sul piano strategico è lecito domandarsi, con dubbi profondi, se la guerra non convenzionale del tipo praticato dal Soe abbia concorso in qualche modo ad abbreviare il conflitto. Mario CbMfo Il pasticciaccio in Olanda: peri tedeschi un gioco spassoso ìnltalia, articoli ostili sul giornale controllato dai servizi britannici Sotto, Winston Churchill: il Soe nacque per suo volere il 19 luglio '40. A sinistra, Enzo Sereni; a destra, Umberto Cai osso