Tedeschi all'arrembaggio nel mare di Sicilia di Emanuele Novazio

Tedeschi all'arrembaggio nel mare di Sicilia TRAFFICO D'ARMI Il mercantile batteva la bandiera della Germania, i tank provenivano dalla Cecoslovacchia Tedeschi all'arrembaggio nel mare di Sicilia La Marina federale ferma una nave con carri armati per la Siria BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Intrigo internazionale al largo della Sicilia. Un cargo tedesco con a bordo sedici carri armati cecoslovacchi destinati alla Siria è stato intercettato mercoledì sera nel Mediterraneo da una squadra della «Bundesmarine» - due incrociatori, due fregate e un vascello di appoggio - ed è stato costretto a far rotta, sotto scorta, verso un porto della Germania. La «Godewind», che appartiene a una società armatrice di Rendsburg, nello Schleswig-Holstein, è accusata di aver violato le leggi tedesche sull'esportazione delle armi da guerra: secondo la legislazione federale, che di recente è stata resa più restrittiva e rigida, le navi e gli aerei che battono bandiera tedesca hanno bisogno dell'autorizzazione del governo di Bonn per il trasporto di materiale bellico. Anche se, come in questo caso, le armi non sono tedesche e non sono partite dalla Germania. La «Godewind», di novemila tonnellate, aveva caricato il 12 gennaio i sedici tank «T-72», costruiti in Cecoslovacchia su licenza sovietica, nel porto polacco di Stettino (una scelta imposta dalla guerra in Jugoslavia, secondo fonti cecoslovacche). Tre giorni dopo aveva fatto scalo ad Amburgo, dove aveva preso a bordo una draga destinata a un cliente siciliano: in quel momento le autorità tedesche non sapevano ancora che il cargo trasportava anche dei^parri armati. Soltanto più tardi i servizi segreti federali hanno avvertito il governo che un'unità tedesca era coinvolta in un vasto traffico d'armi: per impedire che il cargo arrivasse in Siria, Bonn ha dunque deciso di intervenire subito nel Mediterraneo, dove una squadra della «Bundesmarine» era impegnata in un'esercitazione. L'operazione è scattata mercoledì, quando la «Godewind» avrebbe dovuto fare scalo ad Augusta, in Sicilia, ma non c'è riuscita per il mare in tempesta: il cargo stava navigando con rotta ad Oriente quando è stato intercettato dalle navi da guerra tedesche, che l'hanno bloccato e costretto a dirigersi verso un porto non precisato. Le responsabilità sono soltanto dell'armatore di Rendsburg? I carri armati erano stati costruiti su licenza dalla «ZTS Martin» che li vende a 700 mila dollari, l'uno, quasi 900 milioni di lire, e ha una capacità produttiva annua di 350 esemplari - e sono stati esportati da un'altra società slovacca, la «Ùhimpex», specializzata nella vendita di armamenti. I sedici tank facevano parte di una commessa di 250 «T-72» destinata alla Siria in base a un contratto concluso l'anno scorso e accompagnato da una licenza di esportazione «accordata in via eccezionale» dalle autorità cecoslovacche. Ma il governo di Praga ha respinto ogni accusa: «La società che realizza l'operazione commerciale ne porta interamente la respon¬ sabilità», dice un comunicato del ministero degli Esteri di Praga diffuso ieri pomeriggio. Secondo un giornale di Praga, «Respekt», la «Unimpex» sta trattando la consegna di altri trecento T-72 al Pakistan, per un valore di 200 milioni di dollari, circa 250 miliardi di lire, e l'invio all'Iran di tre sistemi elettronici «Tamara MCS-90» in grado di intercettare aerei da combattimento dell'ultima generazione. Anche questo materiale è costruito in Cecoslovacchia, dalla «Tesla» di Pardubice: ogni sistema vale fra i 14 e i 20 milioni di dollari, a seconda della configurazione, e sarebbe la versione più sofisticata di un sistema simile venduto in passato alla Siria. Ancora al Pakistan sarebbero destinati duecento carri T-55 M «di occasione ma in buono stato», messi fuori servizio dall'esercito cecoslovacco nel quadro della riduzione degli armamenti convenzionali. Emanuele Novazio

Persone citate: Holstein, Tesla