De Mita: sapevo di Gladio
De Mita: sapevo di Gladio De Mita: sapevo di Gladio «E ne erano stati informati anche gli altri leader di governo» ROMA. Al Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, i rappresentanti del pds e della sinistra indipendente insistono per poter far mettere ai voti una loro relazione sull'organizzazione Gladio. Un documento diverso e distinto da quello del presidente Gitti, approvato con cinque voti a favore e tre contro. Nella bozza di Gitti è scritto che gli elementi raccolti «non consentono di dare un giudizio di illegittimità della struttura». Quel testo, ha detto ieri il pidiessino Tortorella, «non contiene alcuna definizione conclusiva, e da esso si possono trarre valutazioni anche contrastanti». Per questo i tre rappresentanti dell'opposizione si preparano a sostenere anche nel comitato di controllo l'illegittimità di Gladio, come ha fatto Gualtieri alla Commissione stragi. Sull'esercito clandestino anti-invasione ieri è intervenuto anche il presidente della de Ciriaco De Mita, il quale ha dichiarato che quando entrò a Palazzo Chigi fu informato dell'esistenza di Gladio come gli altri presidenti del Consiglio e - ha specificato - «capii bene di che cosa si trattasse. E così anche gli altri». Un'affermazione polemica con le conclusioni di Gualtieri, che nella sua bozza di relazione ha criticato le informative dell'ex-capo del Sismi Martini ai capi del governo, giudicandole insufficienti a far capire la natura e gli scopi dell'organizzazione. Gualtieri ha risposto a più riprese alle accuse che gli sono state rivolte dentro e fuori la Commissione stragi per il suo documento. «Mi domando perché - ha spiegato in un'intervista - ci debba essere tanto accanimento nei confronti di chi ha cercato di rispondere alle doman¬ de che il Paese e il Parlamento rivolgono su tutto un complesso di stragi, di delitti impuniti e di misteri non ancora chiariti. Perché la prima bozza di relazione, che conteneva cose ancora più gravi della seconda, è stata approvata all'unanimità? Perché non dobbiamo dire quello che apprendiamo? Siccome ci sono le elezioni non dovremmo più fare la relazione? Ma che sistema è questo!». Sempre su Gladio, oggi la procura di Roma dovrebbe mettere nero su bianco le richieste da inviare al «tribunale» dei ministri che dovrà decidere la sorte di Cossiga, dell'ammiraglio Martini e del generale Inzerilli indagati per il reato di «cospirazione politica». Molto probabilmente si chiederà l'archiviazione del caso. La procura della capitale continua ad occuparsi anche della mancanza di documenti sul rapimento Moro al ministero dell'Interno. I sostituti procuratori Ionta e Palma hanno disposto una ricerca negli archivi degli uffici giudiziari per accertare se l'ex-procuratore De Matteo, nel 1978, inviò o meno una copia degli atti dell'inchiesta a Cossiga. Oggi stesso, sulla base degli esiti della ricerca, si deciderà se interrogare De Matteo ed altri eventuali testimoni. Ieri anche l'ex-sottosegrètario Nicola Lettieri ha detto che «non c'è nulla di nuovo nelle cose"- emerse in questi giorni sul caso Moro. Ritornare su vecchi fatti ampiamente noti, e in un periodo di vigilia elettorale, non fa altro che alimentare la confusione». Ma fu proprio Lettieri a dire ai giudici che le riunioni dei «comitati di crisi» venivano verbalizzate, mentre è stato accertato che al Viminale non risulta nulla dell'attività di quei comitati. [gio. bia.l
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