Niente leva per chi è stato rapito di Fla. Cor.
Niente leva per chi è stato rapito La legge approvata ieri: lo Stato è solidale con coloro che hanno sofferto Niente leva per chi è stato rapito Esonero ai giovani prigionieri più di 60 giorni ROMA. Sessantuno giorni in mano all'Anonima valgono l'esonero dal servizio militare. Cinquantanove no. Lo spartiacque, sessanta notti in una oscura e fradicia prigione della mala alle pendici dell'Aspromonte o nella fitta boscaglia del Nuorese, l'ha deciso ieri la commissione Difesa della Camera dei deputati che ha accolto, e così approvato in via definitiva, un testo di legge pervenuto dal Senato. L'iniziativa di qualche mese fa era di un gruppo di senatori del partito socialista. Franca, Mancia, Acone e Marniga: questi i loro nomi. Hanno accompagnato la proposta di legge con una sintetica relazione, m cui hanno scritto che: «Risolta la vicenda criminale, quando viene risolta in maniera non cruenta, lo Stato continua a richiedere alle vittime dei sequestri le normali obbligazioni personali e pecuniarie alle quali tutti siamo tenuti» e «invece queste giovani vittime avrebbero bisogno di ogni forma tangibile di solidarietà soprattutto da parte di uno Stato che ha innanzitutto l'obbligo di proteggere e soccorrere i cittadini». E ancora: «Uno degli interventi possibili da adottare a sollievo delle persone colpite da questo tipo di delinquenza è quello di dispensare le giovani vittime di sequestri». Iniziativa lodevole e certamente dovuta: dopo lo choc del rapimento, per molti ragazzi incancellabile, perché costringerli di nuovo lontano dalla famiglia per un anno intero? Quel che non si capisce è quella divisione: chi resta in mano ai banditi da un giorno a 59 faccia il soldato, per gli altri dispensa. Finirà che qualcuno, alla vigilia della liberazione, tratterà con i banditi per divulgare la notizia del rilascio con un giorno di ritardo? [fla. cor.]
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