Federconsorzi, deciso un maxi-concordato
Federconsorzi, deciso un maxi-concordatoOperazione senza precedenti in Europa: il giudice ha fissato l'udienza per il 14 febbraio Federconsorzi, deciso un maxi-concordato Debiti per oltre 5 mila miliardi con 14 mila creditori ROMA. L'assemblea dei creditori della Federconsorzi ha dato ieri il via libera al concordato preventivo: una svolta storica, un'operazione che non ha precedenti nella storia del diritto fallimentare europeo per il volume dei debiti (5088 miliardi di lire), per il numero dei creditori (oltre 14 mila), per l'entità del patrimonio e la rapidità della procedure. Da questo momento inizia quindi il giudizio per omologare il concordato e il 14 febbraio il presidente della sezione fallimentare di Roma, Ivo Greco, ha già convocato un'udienza: se non dovessero essere presentate «istanze di rigetto» da parte di creditori, sarà il primo passo verso la procedura liquidatoria che potrebbe avvenire entro questa estate. Il «via libera» ha avuto ieri l'assenso di 247 creditori chirografari su 293 votanti totali, un numero veramente modesto rispetto alla mole di creditori della Fedit, ma che rap¬ presenta il 71,6 per cento della massa creditizia. La procedura di concordato preventivo ha ricevuto così, come prevede il codice (con il 51% dei votanti che rappresentano almeno i due terzi dei crediti) l'avallo in massima parte di banche e grandi aziende multinazionali. La «giornata più lunga» della Fedit era iniziata ieri mattina alle 10 nell'aula Occorsio del tribunale di Roma con la relazione del commissario giudiziale Nicola Picardi. Oltre a tracciare il cammino della Federazione dei Consorzi Agrari e mettere in luce le cause del dissesto, Picardi ha fornito alcune anticipazioni sull'esercizio nel periodo di commissariamento. Nel 1992, ha detto, la Fedit grazie anche all'allontanamento di circa 600 dipendenti (prepensionamenti e cassa integrazione) risparmierà nella sua gestione oltre il 50%. «Siamo qui per registrare il fallimento di una generazione» ha commentato amaramente un «piccolo creditore» della Fedit (uno degli 11 intervenuti al termine della relazione del commissario giudiziale). Qualcun altro, come il rappresentante di Agripiemonte, solleva dubbi sulla effettiva possibilità che la Fe¬ dit recuperi i 958 miliardi di crediti dai Cap, cifra che i commissari insediati dal ministro Goria hanno inserito tra gli attivi, anche se debitamente ridimensionata rispetto ai 2200 miliardi iscritti nei bilanci della Fedit. Così come ci sono dubbi sulle possibilità di recuperare i 430 miliardi attesi dallo stato per la gestione degli ammassi del grano negli anni anteriori al 1960, a cui si sommano altri 400 miliardi che lo stato deve direttamente ai Cap. Proprio su queste cifre si potranno avere opposizioni nei prossimi giorni, cosa che allungherebbe di molto i tempi per l'omologa. A questo proposito il commissario giudiziale ha annunciato una istanza al tribunale per accertare eventuali responsabilità di singoli amministratori della Fedit negli anni anteriori al commissariamento. Il ministro Giovanni Goria
Persone citate: Giovanni Goria, Goria, Ivo Greco, Nicola Picardi, Picardi
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