Scisma di Lefebvre, un passo verso la pace
Scisma di Lefebvre, un passo verso la pace Ma in Vaticano smorzano gli entusiasmi, «è un'iniziativa del tutto personale del porporato» Scisma di Lefebvre, un passo verso la pace // cardinale Oddi: i seguaci del vescovo sono pronti alVaccordo CITTA' DEL VATICANO. Forse rientra lo scisma lefebvriano, grazie ai buoni uffici (del tutto personali) del cardinale Oddi. Il porporato ha rivelato ieri che solo per poche ore non ha potuto portare l'assoluzione papale a Lefebvre, morto scomunicato. «Prima che morisse - ha dichiarato Silvio Oddi - il Santo Padre, informato della gravità della sua situazione, mi aveva incaricato di recarmi in Svizzera per dargli l'assoluzione e liberarlo da questa pena, purché facesse un qualsiasi gesto di resipiscenza». Sarebbe stata sufficiente, racconta il cardinale, anche una frase piuttosto generica, del tipo: «Mi spiace morire in disaccordo con la Chiesa». Ma il progetto non si è potuto realizzare: «Persone dell'entourage di Lefebvre, assicurandomi che il vescovo stava recuperando, mi chiesero di aspettare qualche giorno. Era la settimana di Pasqua dell'anno scorso. Rimandai la partenza, e purtroppo il giorno dopo Lefebvre mori». Subito dopo la scomparsa del grande avversario del Concilio è cominciata «l'operazione rientro», ispirata, oltre che da Oddi, dal card. Hyacinthe Thiandoum, arcivescovo di Dakar, amico di Lefebvre e suo successore alla guida della diocesi africana. Il tentativo ha preso forma in questi giorni. Il card. Oddi ha consigliato ai lefebvriani «di redigere un documento nel quale specificare i punti sui quali reclamare il riconoscimento - ha detto il porporato all'AdnKronos - ossia se sia possibile continuare a utilizzare la liturgia latina, se portare la veste, seguire la tradizione antica senza le riforme post conciliari». Ogni anno Giovanni Paolo II riunisce per una cena i cardinali ultraottantenni, nel periodo di Natale. Durante l'incontro di quest'anno il card. Oddi gli ha accenna¬ to al suo progetto e ai suoi sondaggi: il Pontefice ha risposto con una frase il cui senso era: «Volesse il cielo», aggiungendo che comunque la competenza dell'operazione spettava alla Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Sant'Uffizio). In una recente intervista a «Il Sabato», il successore di Lefebvre alla guida della comunità di Econe, l'abate Franz Schmidberger, ha accennato a una riunione del Consiglio generale della fraternità per «esaminare in concreto le possibili vie di una soluzione». L'abate indicava due strade alternative. La prima: accantonare le divergenze dottrinali, fare sì che Roma permetta «di vivere l'esperimento della Tradizione». La seconda ipotesi consisteva nell'aprire una discussione vera e approfondita sulla dottrina, verificare se alcune affermazioni del Vaticano II sono o no conformi alla Tradizione. La riunione del consiglio c'è stata? Da Econe non confermano né smentiscono, ma da Roma si getta acqua sul fuoco dell'ottimismo manifestato dal card. Oddi. Secondo il porporato si potrebbe tornare al «patto» firmato fra Lefebvre e il card, Ratzinger nel maggio dell'88, che prevedeva «l'accettazione di tutti i decreti del Concilio interpretati come diceva il Santo Padre secondo la tradizione della Chiesa», e la tolleranza per coloro che avessero continuato a usare il rito latino. La diffidenza di Lefebvre, timoroso di qualche tranello, lo fece fallire. Secondo Oddi i tempi sono maturi per tornare a quell'accordo. Ma dal Vaticano Mons. Pietro Pennacchini dice: «Non c'è nulla di nuovo». E quanto al card. Oddi, in Vaticano fanno notare che parla solo a titolo personale. Marco Tosarti
Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Dakar, Roma, Svizzera
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