«Noi non puliamo la baraccopoli dei negri»
«Noi non puliamo la baraccopoli dei negri» Ma in giunta è polemica, un assessore li difende: «Quell'accampamento deve essere raso al suolo» «Noi non puliamo la baraccopoli dei negri» À Bolzano tre spazzini rifiutano il lavoro e vengono sospesi BOLZANO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si sono rifiutati di sgomberare montagne di rifiuti in una baraccopoli abitata da duecento nomadi ed extracomunitari e che sorge lungo le rive del fiume Isarco. E su di loro è calata la scure del Comune di Bolzano. Tre giorni di sospensione e deferimento alla commissione di disciplina per eventuali (ma improbabili) ulteriori provvedimenti disciplinari. Nel mirino tre dipendenti della nettezza urbana. Ma sull'episodio e sui provvedimenti è scoppiata la polemica, con un braccio di ferro tra due assessori, quello alla gestione delle aziende speciali comunali, Rolando Boesso del pri, che aveva ordinato l'intervento, e quello all'Igiene, il liberale Paolo Bassani il quale, schierandosi a favore dei lavoratori, sarebbe favorevole all'eliminazione della baraccopoli, in osservanza - ha precisato - «a due ordinanze del sindaco che non sono mai state eseguite, per la mancanza di col- laborazione di altri enti competenti». Il terreno dove sorge la bidonville è infatti di proprietà del Genio civile. La sua occupazione da parte di extracomunitari era stata al centro delle cronache un anno fa: per contenere il dilagare delle baracche e dei rifiuti, il sindaco della città Marcello Ferrari, aveva prospettato la possibilità di introdurre il numero chiuso per gli immigrati in città. La vicenda dei tre operai è esplosa in seguito all'ordinanza firmata dall'assessore Boesso per un intervento di pulizia. I tre operai si sarebbero rifiutati ribattendo che in precedenti occasioni sarebbero stati presi di mira da parte di extracomunitari abituati a rendere invivibile l'accampamento per poi attendere l'arrivo dei dipendenti co¬ munali. Alcuni - hanno denunciato i tre spazzini - si sarebbero messi addirittura a dirigere i lavori di pulizia: «Un conto è pulire le strade a norma di contratto - hanno detto gli operai - altro è raccogliere materialmente di tutto dallo sterco a carcasse di animali, cani e pecore squartati e fatti a pezzi e mangiati, oltre a carcasse di topi». La giunta comunale si è divi- sa. Ha dichiarato l'assessore Bassani: «Non voglio che il Comune faccia da servo a gente che manca delle più elementari norme di igiene. Sono anche contrario a che il Comune continui a spendere soldi per aiutare gente che non vuole essere aiutata. Nelle baraccopoli la situazione è esplosiva ma io ormai la considero una questione solo di ordine pubblico. Il Comune ha speso una quarantina di milioni per l'acquisto di una serie di cabine dotate di servizi igienici. In pochi giorni non è rimasto che un ammasso di strutture fatte a pezzi». Ma per il collega Boesso si tratta di emergenza e il comportamento degli operai è stato quindi illegittimo: «Un netturbino incassa uno stipendio da 1 milione e 700 mila lire al mese e non capisco come mai il lavoro che doveva essere fatto dai nostri operai sia stato svolto regolarmente da dipendenti di una ditta privata che abbiamo fatto intervenire». Giancarlo An saloni
Persone citate: Bassani, Boesso, Marcello Ferrari, Paolo Bassani, Rolando Boesso
Luoghi citati: Bolzano, Comune Di Bolzano
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