Le elezioni scatenano il tiro al bersaglio
Le elezioni scatenano il tiro al bersaglio GUALTIERI Le elezioni scatenano il tiro al bersaglio SROMA ORRIDE e allarga le braccia, Libero Gualtieri. Molti nemici, si sa, molto onore. Soprattutto in periodo elettorale. Eppure il day after del presidente repubblicano della Commissione stragi sa quasi di caccia all'uomo. E al di là del contenuto del suo rapporto su Gladio, al di là del giudizio politico sul personaggio, anche quella scarica di attacchi via telex che si sono rovesciati addosso a Gualtieri dimostrano poco onore. E confermano che davvero per tutti - il clima sta diventando super-elettorale. In tarda serata pure l'onorevole Piccirillo, de, ha voluto dire la sua: «Più che verità sulle stragi ha prodotto stragi sulla verità». E, se non altro per dare l'idea dell'atmosfera e perché non succede tutti i giorni, vale la pena di fermarsi un attimo sul tiro al bersaglio contro questo anziano e fino all'altro ieri pacifico cesenate, finito sulla poltrona più scomoda del Palazzo. Dunque: «Provocatore» (il Popolo), «Giustiziere politico» (Agrusti, de), «Sgambettatore» (Andò, p§i); «Buroòrar te» (Elio Fontana, de), «Monocrate» (Toth, de), «Scorretto» (Altissimo, pli). Colpevole di «elettoralismo» (Intuii, psi, e Preti, psdi), «Sensazionalismo» (Casoli, psi), «Dietrismo» (Zamboni, de). Gualtieri «si autoaccusa» (Patuelli, pli), «si è bruciato» (Rastrelli, msi). La sua bozza di relazione è «un autentico infortunio» (Casini, de), qualcosa che «sta tra un parto prematuro e un aborto» (Biondi, pli), la prova «di un complotto ordito dai comunisti» (ufficio politico del msi). A quel punto - erano passate le 20 - Gualtieri ha riposto il sorriso e reagito con una dichiarazione cauta ma decisa. E pare di rivivere un film già visto: quando filtrò la bozza della relazione di Tina Anselmi, presidente della commissione P2. Non a caso, ora, anche lui si trova isolato. Non a caso, come accaduto all'Anse Imi, il presidente della Commissione stragi è ritratto in Libero Gualticaso se Ini miss pagina di fbr Presi- i su «Cuore» foto sulla prima Cuore: «Gualtieri dent». Libero e bello, si fa per dire. La lingua pronta, l'occhietto vispo, gli abiti stazzonati dell'ex grasso, un'aria ondeggiante tra il curioso e il solenne. Meno tenero e innocente di quel che sembri, nonostante romantiche battaglie parlamentari sulla difesa del fringuello o dubbi esistenziali sul l'effetto-serra: «Dopo tante guerre, tanti bagni di sangue confessava - non riesco proprio a spiegarmi come l'umanità debba finire per via dei deodoranti spray...», e faceva il gesto di spruzzarsi un ideale flacone, con la faccia volutamente da ebete. Condannato a incarichi a dir poco delicati. Una bella pellaccia, tutto sommato. Come presidente del Comitato sui servizi ha resistito all'urto di Craxi (retroscena caso Achille Lauro) e a quello della de (affare Cirillo). Con Cossiga («Sono stufo di questo Gualtieri») ha cominciato a battagliare su Ustica. La primissima visione delle carte di Gladio gli ha procurato un mezzo coccolone. Poi però deve essersi ripreso, senza troppo curarsi delle minacce di morte della «Falange armata». In estrema sintesi, s'è assestato sulla linea: Gladio era illegittima, poi si potrà dire che c'erano delle giustificazioni storiche. Linea che comunque - caso più unico che raro - ha anche portato un repubblicano a polemizzare con l'ambasciatore Usa (placato da Cossiga). Uomo simbolo della «dietrologia complottarda», per i suoi avversari. Che l'hanno pure dileggiato con una poesia sullo sfondo di Beautiful: «Caroline morente/Ridge che va nel clero/S'invoca da ogni parte/ di svelare il mistero/Lavorino i servizi/all'opra i brigadieri/si proroghi l'inchiesta/condotta da Gualtieri». Alle elezioni non si voleva presentare. «Ma adesso Cossiga mi sta tirando per i capelli». Sarà in lista. Filippo Ceccareili olii Libero Gualtieri su «Cuore»
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