Schiaffeggiò una donna e un killer lo uccise

Schiaffeggiò una donna e un killer lo uccise Cominciato in Corte d'assise il processo per l'omicidio del tappezziere Schiaffeggiò una donna e un killer lo uccise Per vendicare l'offesa alla sua ex donna presa a schiaffi dopo un banale incidente stradale, Ignazio Mavilla avrebbe ucciso il tappezziere Claudio Bodo. Un delitto premeditato, secondo l'accusa, che può costare l'ergastolo al giovane, già condannato a 12 anni per droga. Mavilla ha sempre negato, ma a metterlo nei guai è stata proprio la sua ex donna, Loredana Ghilleri, che ha ammesso di averlo accompagnato in auto sotto l'abitazione del tappezziere, in via Macerata. Ieri in Corte d'assise c'era soltanto Mavilla a rispondere del delitto. La posizione dell'ex amica, imputata di concorso in omicidio premeditato, è stata stralciata; la donna, in libertà per scadenza termini, sarà giudicata a parte. I suoi difensori Polleri e Faccio hanno sollevato davanti al gip un'eccezione di incostituzionalità sulla norma che non consente all'imputato di avvalersi del giudizio abbreviato quando le accuse prevedono l'ergastolo. Ora si attende la risposta della Suprema Corte. Ignazio Mavilla, 29 anni, sposato, una bambina di due anni e mezzo, è cugino di quel Gaetano ucciso a Venaria nel novembre di due anni fa ed è nipote di quel Salvatore Mavilla, assassinato in via Vittoria dal clan dei catanesi nel 1981. Una storia che si intreccia con quella del feroce clan dei «cursoti» che da Cata- nia salirono a Torino ai primi Anni Settanta per imporre la legge della violenza e della morte. Per l'omicidio di Salvatore Mavilla, al maxiprocesso contro i catanesi, fu condannato, tra gli altri, Angelo Sciotti, un boss dell'organizzazione, irriducibile. Sciotti uscì dal carcere per decorrenza termini, come tanti altri boss, nel giugno '90: fu assassinato il 28 settembre su uno spiazzo di ghiaia appena fuori Mappano. Qualcuno della famiglia Mavilla aveva voluto vendicare l'omicidio di Salvatore dell'81? Ignazio e altri hanno ricevuto per quel delitto un avviso di garanzia, ma niente di più. L'omicidio che si giudica ora in seconda assise (presidente Caselli), avvenuto il 18 settembre '90, troverebbe le sue radici in un banale episodio accaduto undici giorni prima in corso Umbria. Bodo, un tipo irrequieto, con precedenti per furto, aveva litigato con Loredana Ghilleri per una precedenza non rispettata. Il tappezziere aveva inseguito l'auto della donna, l'aveva bloccata e, quando lei era scesa, le aveva sputato in faccia e l'aveva presa a schiaffi. Con quella piccola rissa il tappezziere, secondo l'accusa, firmò la sua condanna a morte. Loredana Ghilleri era la moglie di Vincenzo Tornatore, boss pentito del clan ed era stata amica di Ignazio Mavilla, prima del matrimonio del giovane. Proprio con Ignazio lei si era lamentata per quell'affronto. E il giovane avrebbe deciso di chiedere una spiegazione al responsabile dello sgarro. Loredana Ghilleri ha raccontato: «Con Ignazio siamo andati sotto la casa di Bodó. Io ho atteso in auto, lui è salito. Bodo è arrivato dopo pochi minuti. I due si sono allontanati, poi ho sentito alcuni spari. Ignazio è tornato poco dopo, correndo, con la pistola. Ha detto: "Non so cosa mi sia successo". Io non sapevo che avesse l'arma, non eravamo lì per ucciderlo. Ignazio voleva che quel tizio mi chiedesse scusa». Il racconto della donna è stato smentito dall'imputato. Mavilla, difeso dagli avvocati Bissacco e Cristini, ha sempre soste¬ nuto: «Loredana mi parlò del battibecco con quel tizio. Le consigliai un carrozziere per riparare la sua auto che aveva una portiera danneggiata. Non so chi sia Bodo: quando l'hanno ucciso ero a casa di mia suocera». La Ghilleri fu arrestata la sera dell'omicidio, Mavilla si rese uccel di bosco per un paio di mesi. Fu bloccato dai carabinieri a Caprie in Val di Susa con droga e armi. Nell'udienza di ieri il pm Maddalena, assistito al processo dalla collega Patrizia Caputo, ha illustrato alla Corte gli elementi d'accusa. Il processo continua oggi con i testimoni: ne saranno sentiti 80. NinoPietropinto La moglie del boss pentito Tornatore fu picchiata dopo un incidente stradale A vendicare l'offesa secondo l'accusa intervenne l'ex fidanzato, che nega tutto Claudio Bodo venne ucciso in via Macerata. A sparare sarebbe stato Ignazio Mavilla (a destra)

Luoghi citati: Caprie, Susa, Torino, Venaria