Bagnoli-Genoa tira aria di divorzio di Bruno Bernardi

Bagnoli-Genoa, tira aria di divorzio Dopo tre sconfìtte consecutive sempre più incerto il futuro della squadra rivelazione Bagnoli-Genoa, tira aria di divorzio II tecnico rinvia a marzo la firma «Il contratto? Non ho alcuna fretta» GENOVA DAL NOSTRO INVIATO Tre sconfitte consecutive, una caduta lìbera che ha trascinato il Genoa, in 21 giorni, dal quarto al dodicesimo posto. L'anno bisestile, e la fatale quota 17, come le incertezze sul futuro di Aguilera, che piace al Torino, di Eranio, candidato a passare al Milan, e di Bagnoli, che respira aria di divorzio, non giustificano un malessere strisciante, di natura tecnica e psicologica. Appagamento e imborghesimento di alcuni giocatori dopo la storica qualificazione in Coppa Uefa? Campagna acquisti sparagnala, non adeguata alle nuove ambizioni? Spogliatoio meno unito che in passato? Il Genoa, uscito dal sogno, s'interroga. S'era illuso di diventare un'altra Samp, approfittando della crisi dei campioni d'Italia, ora è stato scavalcato dai blucerchiati e, dalla zona Uefa, è sceso ai margini della zona-retrocessione. I tifosi non si limitano a mugugnare, come dimostra la contestazione di Cremona. E la società sta cercando la medicina giusta, per salvare il salvabile, alla vigilia di una partita delicatissima a Marassi contro la Fiorentina, galvanizzata dal successo sulla Juventus e a poco più di un mese dalla sfida con il Liverpool. II presidente Spinelli, dopo la solenne arrabbiatura di domenica scorsa, ha analizzato ieri tutti i problemi, compreso quello del contratto, con Osvaldo Bagnoli e oggi, quando ci sarà anche Skuhravy reduce da un breve permesso a Praga, si recherà a Pegli per parlare alla squadra. «M'interessa la serie A, più di tutto il resto. Ci vuole una vittoria che riporti calma e serenità. Ho delle responsabilità verso i tifosi». Per questo, per tranquillizza¬ re anche la «piazza», ha proposto a Bagnoli di restare per la prossima stagione ma il tecnico ha preso tempo, rinviando la firma a marzo. Ma firmerà? «Bagnoli ha bisogno di sentire la fiducia di tutto l'ambiente attorno a sé», risponde Spinelli. Questa fiducia la possono dare solo i risultati, altrimenti sarà divorzio. A Pegli, mentre i rossoblu si stavano allenando, Bagnoli ha spiegato ai giornalisti la sua situazione. Ha parlato per 48 minuti, un record. «Ci siamo trovati d'accordo che è giusto aspettare, pur continuando ad operare come se io restassi: il presidente sa che, se qualcosa non è di mio gradimento, me ne vado», esordisce Bagnoli. Non gli è piaciuta la contestazione di Cremona: «Quando tutto girava bene erano alleluia, ora che gira storto danno la caccia al ladro e non mi sta bene. Ho sentito frasi che mai erano state urlate prima. Si può fischiare la squadra se non gioca bene ma non tornare indietro di un anno e mezzo. Nel marzo scorso ero infastidito da alcune telefonate di "corteggiatori" e ho chiesto a Spinelli di firmare. Ora non ho fretta». Sono vere le voci di un suo passaggio all'Inter o alla Roma? Nega: «Potrei dire che mi hanno cercato in tanti per darmi importanza, in realtà ho ricevuto solo una telefonatina, ma non era un esponente di una delle squadre di cui scrivono i giornali. L'Inter può far gola a molti, ma non è mai stata mia ambizione allenare a Milano, dove sono nato. Eppoi, dopo le dimissioni di Orrico, hanno preso Suarez, mica uno qualunque. E la Roma, dove si dice che mi vuole l'amico Mascetti, finirà per confermare Bianchi, così come farà Cecchi Gori con Radice». Sulla decisione potrebbe influire la nostalgia per la famiglia che abita a Verona? «Certamente, ma al Verona non tornerò più perché quello scudetto peserebbe terribilmente. Per avvicinarmi a casa potrei allenare un Bologna, un Padova o un Mantova. Se restassi a spasso, il mio conto in banca mi concederebbe il lusso di una vacanza di sei mesi». Ora urge far uscire il Genoa dal tunnel della crisi. «Conosco Radice e so che la Fiorentina sarà un osso duro ma dobbiamo riscattarci», tuona Bagnoli. Non sembra intenzionato a fare rivoluzioni, solo qualche ritocco: «Evidentemente ci sono dei problemi che mi ricordano quelli che ebbi a Verona alcuni anni fa quando fummo eliminati nei quarti di finale di Coppa Uefa dal Werder Brema e andammo male anche in campionato. Mia figlia era in tribuna a Cremona e mi ha detto d'aver visto un Genoa simile a quello che aveva perso al Bentegodi, cioè poco concentrato. Un'osservazione che mi ha fatto riflettere e ne ho parlato anche con i giocatori». Bruno Bernardi Nelle foto (da sinistra), il presidente genoano Spinelli, l'allenatore Bagnoli e l'attaccante Skuhravy GIORNATE 11a 125 138 14a 15* 16a 17a 18a-