Nuti neo Pinocchio Così sfido Benigni di Raffaella Silipo

Nuti neo Pinocchio Così sfido Benigni Incontro con l'attore-regista, ieri a Torino Nuti neo Pinocchio Così sfido Benigni TORINO. Sarà dunque Pinocchio la prossima reincarnazione di Francesco Nuti: un Pinocchio anomalo, «moderno», «non il personaggio della favola - spiega il regista toscano - ma un uomo di oggi, che del burattino di Collodi ha la fantasia, la curiosità, il desiderio di avventura». Non è la prima volta che l'indisciplinato figlio di Geppetto viene sottoposto a una rilettura artistica. «Certo, Pinocchio è un personaggio emblematico, simbolo dell'uomo libero». Nuti era ieri al Lux «per incontrare e ringraziare il mio pubblico, quello che ha reso "Donne con le gonne" un successo». Giubbottone di jeans e capelli incolti, risponde alle domande con lo sguardo insieme ridente e malinconico che sfodera nei suoi film, sempre sospesi fra riflessione e paradosso. Pinocchio e Peter Pan, libri per bambini che diventano parabole per adulti. Cos'è, voglia di favola? Io non farei questo paragone: Peter Pan è una favola, Pinocchio no. E' solo un caso se Collodi ha scritto per i bambini, il suo libro contiene valenze molto più profonde, la crescita personale, la rivolta di un uomo contro una società oppressiva. E' vero che a questa idea slava già lavorando Benigni e lei l'ha battuto sul tempo? Come si fa a dire che ho «soffiato» Pinocchio a qualcuno? Pinocchio è come Amleto, sta lì, ognuno può confrontarsi con i classi- Francesco Nut Torino ci. Ognuno lo fa con il suo stile. C'è competitività fra lei e Benigni? Io sono molto competitivo, mi piace la sfida, il confronto. E con Benigni naturalmente il confronto è più diretto e stimolante. Ma ci tengo a precisare che c'è, anche e prima di tutto, molto rispetto fra noi. E poi siamo diversi, lui è una «maschera», nel senso più vero della tradizione italiana, come Traisi. Io non sono così caratterizzato. Meno male. L'importante, a parte la competizione, è che ci sia spazio per tutti. Oggi io, Benigni, Traisi, Verdone, avremmo poche possibilità di emergere: è sempre più difficile fare buon cinema in Italia. Come sarà questo Pinocchio? Sicuramente non sarà comico. Per il resto, è tutto ancora fumoso. Ho delle idee, certo: Las Vegas per esempio è adattissima per rappresentare il Paese dei balocchi. Il Gatto e la Volpe potrebbero essere Berlusconi, che usa il denaro come un'esca. E Pinocchio abbocca, anche perché il suo carattere lo fa continuamente oscillare fra credulità e incredulità. Pinocchio non è anche il Bugiardo per eccellenza? Certo, ma la bugia nel suo caso non è omissione: è intesa come fantasia, curiosità, senso delle infinite possibilità dell'uomo. E poi l'attore, in fondo, è un raccontatore di bugie. Raffaella Silipo Francesco Nuti a Torino

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