I turisti italiani in Niger scambiati per tuareg
I turisti italiani in Niger scambiati per tuareg A sparare e ferire due persone è stato l'esercito I turisti italiani in Niger scambiati per tuareg VERONA. Erano stati scambiati per tuareg i turisti italiani, francesi e tedeschi che la notte di mercoledì scorso ha vissuto terribili momenti nel deserto africano, nel Niger. Stefano Siliprandi ricorda l'attimo in cui, faccia nella sabbia e fucili mitragliatori puntati sulla nuca, lui ed i suoi compagni di avventura hanno creduto che fosse finita. «Sono stati minuti interminabili - ha detto - e mi sembra impossibile quello che è avvenuto». Di comune accordo, i reduci del viaggio avevano deciso di non parlare con la stampa, al rientro in Italia, incaricando Roberto Prati, il coordinatore dell'operazione di soccorso, di farlo per tutti loro. Poi, la rabbia ha preso il sopravvento: tutti hanno confermato che sono stati i militari dell'esercito del Niger ad aggredirli, a crivellare di proiettili all'improvviso tende e fuoristrada, a tenere sotto il tiro delle armi per molti minuti italiani, francesi e tedeschi, prima di rendersi conto «di aver preso un abbaglio», di non aver sorpreso un gruppo di ribelli tuareg accampati per la notte, ma una comitiva di turisti. Roberto Prati ha dato la versione «ufficiale» dei fatti. «Alla frontiera algerina - ha detto nessuno ha avvertito i nostri connazionali del rischio che avrebbero potuto correre traversando quella pista, unica strada praticabile del Niger». Circondati da una trentina di tuareg, armati fino ai denti, italiani, francesi e tedeschi sono stati costretti a consegnare tutto quello che avevano. I tuareg, dopo la razzia, se ne sono andati, lasciandoli nel deserto. A quel punto tredici turisti hanno deciso di accamparsi e trascorrere la notte. All'alba, il piccolo campo è stato circondato dai militari del Niger che cercavano i tuareg e pensavano di averli sorpresi. [] [Ansa]
Persone citate: Roberto Prati
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