Veca: sono con i riformisti di Francesco Cevasco

Veca: sono con i riformisti PARLA IL TEORICO DEI MIGLIORISTI Veca: sono con i riformisti «Ma Borghini non ha la squadra da scudetto» LMILANO A parola a Salvatore Veca, professione filosofo, «il migliore» dei miglioristi, il teorico che ha infilato nell'orecchio dell'allora pei la pulce del «Riformismo». Nel pds di oggi quell'idea ha fatto strada e in nome di quell'idea si staccano schegge come il neonato «Movimento per la Costituente socialista liberale» che tanto fa arrabbiare Occhetto e D'Alema. Veca non abbandona il pds, però... Però, professore, divisioni, fratture, polemiche: che cosa sta succedendo nella sinistra? C'è un paradosso: mai come ora i partiti storici della sinistra parlano di unità e mai come oggi la frammentazione è così alta. Come si spiega: tutti la vogliono e tutti fanno a botte? Per essere semplici: il venir meno di contrapposizioni di tipo ideologico e di identità rende inevitabilmente più vicini i partiti. Ma, proprio per questo, i partiti sono più competitivi. Questa è una situazione di sofferenza. Chiunque ritenga che l'alternanza di forze candidate al governo sia preferibile alla permanenza, ormai più che quarantennale, della de come perno di qualsiasi maggioranza non può vedere questa rissosità che come un male. E' il momento, invece, di impegnare risorse a favore di una qualche forma di unità. Lei, già anni fa, parlò della necessità di trovare una nuova identità al post-partito-comunista. Che ne è, oggi? Mi spiace dover dire che, venuto meno il riferimento ideologico dell'appartenenza, sono adesso compresenti nel pds aree e cor- renti che non riescono a generare una riconoscibilità, una fisionomia netta, distinta, chiara, univoca. Tra le promesse del pds c'era quella di essere una risposta alla morte del «Dio della politica». L'ha mantenuta? Una nuova cultura politica non s'inventa in pochi mesi. Però c'è chi, nel giro di poche settimane, s'inventa qualcosa di nuovo, come il movimento trasversale di «Unità riformista» nei cui confronti lei ha manifestato simpatia, anche se non ha aderito. Il fine di Unità riformi^ j. per una costituente che si basi sui grandi valori della tradizione socialista e liberale mi trova del tutto consenziente. Anche perché l'avevo proposto più di 10 anni fa. Intendiamoci: è un progetto da fine secolo, non significa avere oggi e qui le risposte a tutti i problemi della sinistra. Comunque sono d'accordo, perché sono d'accordo con me stesso. E su cos'è in disaccordo? Sull'opportunità di dare le gambe a una proposta di questo genere, adesso che siamo già in campagna elettorale, con tutte le inevitabili distorsioni, ovvie in una fase di questo genere. La mia idea sarebbe stata di prendere atto, dopo le elezioni, degli esiti... Negativi per il pds... Esatto. E poi di lanciare una grande prospettiva riformista aperta, oltre che alle forze della sinistra storica, ai repubblicani e ai liberali. Per consentire domani agli elettori di scegliere tra promesse di governi alternativi. Tra il suo migliorismo e quello di Napolitano e quello di Unità riformista che differenze ci sono? Quando io proposi, nel libro «La società giusta», non una società alternativa, ma semplicemente di migliorare questa, proposi un grappolo di valori elementari che si possono raggiungere con diversi metodi politici. Ma oggi c'è uno scontro tra i metodi. Unità riformista dice: prima di tutto con il psi. Il pds dice: il psi oggi è un nemico da sconfiggere. Sono molto vicino a Napolitano. Chi ha a cuore una prospettiva riformista oggi è in una posizione di sofferenza: dovrebbe esserci più cooperazione a sinistra e, purtroppo, c'è, invece, più competizione. Sono per i confronti puliti e leali, non per gli insulti. E' vero che lei avrebbe in animo di prendere le distanze da questo pds? Questo non dipende da me. Per ragioni di correttezza e d'impe¬ gno, essendo tra l'altro uno di quelli che proposero nell'89 il cambiamento del nome, ho sostenuto Occhetto nell'avvio del terribile processo della svolta. La mia idea è che la prospettiva del pds è riformista. Se dovessi vedere che questa prospettiva non prende corpo in modo nitido e univoco, allora mi sentirei a disagio. E anche libero, naturalmente. Le soluzioni ai Comuni di Milano e Brescia (Unità riformista che sfida il pds) vanno nel «verso giusto» o no? Sarei in contraddizione con me stesso se dicessi che ho a priori la risposta: bisogna vedere se le promesse di governo si tradurranno in fatti. Non demonizzo e non santifico nessuno. Ho grande stima per il nuovo sindaco di Milano Borghini che farà fatica come allenatore a tenere una squadra che non mi sembra da scudetto. Francesco Cevasco Salvatore Veca «E' il momento d'impegnare le maggiori risorse per realizzare l'unità a sinistra»

Luoghi citati: Brescia, Milano