All'asilo con il certificato anti-Aids
All'asilo con il certificato anti-Aids L'amministrazione impone il test ai bimbi, maestre in rivolta: è una schedatura All'asilo con il certificato anti-Aids La Spezia, per De Lorenzo decisione illegittima LA SPEZIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE All'asilo nido c'è un esame che fa polemica. E' il test anti-Aids voluto dal Consiglio comunale di Follo, un piccolo centro in provincia di La Spezia. «Tutti i bambini - è scritto nella delibera sotto accusa - per essere accettati all'asilo devono portare il test di sieropositività». Contro questa delibera si sono scagliati in tanti, in Regione sono arrivate le prime interrogazioni, si accusa il Consiglio di varare un piano di schedature. Il no è sottoscritto anche dal ministro della Sanità, Francesco De lorenzo. «La decisione ha detto - è contraria alle leggi vigenti. La delibera non può essere applicata - ha proseguito il ministro - perché è in esplicita violazione di una legge dello Stato, la 135 del 1990, che, tra l'altro, stabilisce le modalità con le quali devono essere fatti i controlli per l'Aids. Tra queste modalità è prevista la volontarietà, e non l'obbligatorietà, del test anti-Aids. Anche quando si tratta di pazienti i medici possono fare il test solo nell'interesse dei malati stessi. Quindi la decisione del Consiglio comunale è in violazione di una legge dello Stato». De Lorenzo ha invitato i genitori a far valere i diritti dei bambini «con una denuncia più politica che giuridica: quest'ultimo aspetto è infatti garantito dalla legge che in Italia prevede meccanismi automatici di controllo». La delibera approvata a Follo sabato scorso dovrebbe entrare in vigore dal prossimo settembre. E qualche mamma è d'accordo. Dice Gabriella Simonelli. «Ne abbiamo discusso all'interno del comitato di gestione e siamo arrivati alla conclusione che se il pediatra è a conoscenza dello stato di salute degli iscritti si possono meglio tutelare sia i bambini'sia il personale. Certo ci vuole molta delicatezza da parte degli operatori per non ghettizzare gli eventuali sieropositivi». Sì anche dal pediatra dell'asilo, il dottor Alessandro Vaccarone. Anzi. secondo lui il ministro dovrebbe estendere il provvedimento come si è fatto per malattie «sicuramente più banali». E taglia corto: «Questo è senz'altro un provvedimento giusto anche se di avanguardia. Se si ritiene valido imporre altre analisi e pretendere le vaccinazioni non vedo perché non si possa richiedere l'esame dell'antigene Hiv. I genitori sarebbero sollevati dall'angoscia ed il bambino sieropositivo verrebbe seguito da un insegnante di sostegno». E' spaccato il fronte delle insegnanti. Dice una maestra d'asilo: «In un primo momento mi sono trovata pienamente d'accordo con l'iniziativa di Follo, ma adesso, mi appare tutto meno semplice. Proprio perché faccio parte di questo mondo so che la scuola emargina in modo scandaloso per motivi ben più futili. Si tende a tenere in disparte persino chi appartiene a una famiglia disagiata, figuriamoci la situazione di chi dovesse dichiararsi sieropositivo». Spiega il sindaco Marco Vigniudelli, sindaco, capo di una giunta pds-psi: «Certo sarebbe stato più comodo far finta di niente. Comunque non è stata una decisione affrettata, episodica, ma piuttosto una decisione sofferta e responsabile. Abbiamo vagliato tutte le conseguenze, ma abbiamo tenuto conto del fatto che se esiste la tutela del bambino sieropositivo non si deve dimenticare anche quella di tutti gli altri. La discriminazione vera nasce nel momento in cui senza riscontri ci permettiamo di andare da qualche genitore sospetto a chiedere certezze. Io invece le chiedo a tutti». Ma perché l'asilo nido e non invece la scuola materna dove forse i rischi potrebbero essere maggiori? «Proprio lì volevamo intervenire perché i bimbi che scorrazzano, giocano si procurano spesso ferite di per sé insignificanti che nascondono però pericoli gravissimi. Abbiamo invece cominciato dal nido perché è una struttura sulla quale il Comune ha piena responsabilità». Donatella Bartolini
Persone citate: Alessandro Vaccarone, De Lorenzo, Donatella Bartolini, Gabriella Simonelli
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