Dossier su 60 mila caduti in Russia

Dossier su 60 mila caduti in Russia La scoperta getta nuova luce sul dramma dell'Armir: ventisettemila soldati morirono nei campi di concentramento di Stalin Dossier su 60 mila caduti in Russia Mosca conosce nome, foto e luogo di sepoltura ROMA DALLA REDAZIONE Dalle viscere del Kgb riaffiora la tragica epopea dell'Armir, l'esercito italiano inghiottito nella campagna di Russia durante la seconda guerra mondiale. Negli archivi dei servizi segreti ex-sovietici sono stati ritrovati sessantamila fascicoli. Sessantamila cartellette rosse su ognuna delle quali è scritto il destino di un soldato dell'armata scomparsa: oltre a nome, cognome, data di nascita e grado, in molti casi vengono indicati i luoghi e le date dell'internamento, della morte e della sepoltura, con un numero progressivo per individuare la tomba. A scoprire la tetra contabilità delle vittime italiane sono stati due archivisti del governo russo, Anatolj Prokopenko e Victor Bondarev. Iniziarono il loro lavoro un anno fa, coadiuvati da una cinquantina di collaboratori, per ordine di Gorbaciov e su richiesta del cancelliere tedesco Helmut Kohl, che aveva chiesto notizie circa la sorte dei prigionieri nazisti. «Abbiamo trovato quattro milioni di dossier, uno per ogni prigioniero arrestato dai sovietici», dicono i due studiosi, in un articolo pubblicato sull'ultimo numero di «Panorama». Dai fascicoli risulta che almeno 27.000 soldati italiani morirono nei campi di concentramento di Stalin, mischiati a migliaia di giapponesi, tedeschi, austriaci, finlandesi, ungheresi e persino qualche americano. Il primo scoop «sinergico» dei mass media berlusconiani (anticipato sul Tg5, pubblicato da Panorama) viene confermato dal generale a riposo Benito Gavazza, presidente del Commissariato per le onoranze dei Caduti in guerra. Lo scoop, in realtà, lo avrebbe fatto lui, che già da due mesi sapeva della scoperta dei dossier. «I nostri funzionari - racconta - visitarono' gli archivi del Kgb, ricevendo il mandato di iniziare gli scavi per riesumare i resti dei caduti di cui si cono¬ sce il luogo di sepoltura». Si comincerà a maggio, nei 170 cimiteri localizzati in Russia, Bielorussia ed Ucraina. I dati finora accertati (e ancora largamente incompleti) rivelano che in quello di Tambov si trovano i resti di ben 6846 italiani. Altri cimiteri tristemente affollati a Saratov (1084 italiani), Kirov (1136) e Ivanovo (922). L'impresa si presenta tutt'altro che semplice: «Dei campi e dei cimiteri rimane ben poco - hanno raccontato a «Panorama» i due studiosi russi -. Ci sono state demolizioni e ricostruzioni. E sembra anche che a un certo punto il Kgb abbia cercato di cancellare ogni testimonianza, come del resto ha sempre negato di possedere documentazioni precise sui prigionieri. In pochi casi ci sarà possibile consegnare i resti alle famiglie, come invece sta avvenendo per i caduti in battaglia, sepolti nei cimiteri militari». Nel settembre scorso furono riportate in Italia le ceneri dei 214 bersaglieri morti nell'of- fensiva del Don, oltre a quelle dei 1150 militari sepolti nell'ex Ddr. L'Italia, stavolta, non demorde. «Abbiamo stanziato 45.000 dollari per l'acquisto di computers - spiega il generale Gavazza -. Lo scopo è di rendere più snelle le schede dell'archivio, facilitare la ricerca». L'associazione delle famiglie dei Caduti chiede che «i documenti del Kgb siano sollecitamente consegnati al governo italiano». Una richiesta che ha l'appoggio del presidente della commissione giustizia del Senato, Giorgio Covi, autore di un'apposita interrogazione al ministro della Difesa, Virginio Rognoni. Ma quello dell'Armir è un mistero senza fine: alla campagna di Russia parteciparono duecentomila militari italiani. Dodicimila morirono in battaglia e settantamila furono dichiarati dispersi: se anche si riuscisse a conoscere la sorte di tutti i sessantamila uomini di cui si occupano i fascicoli del Kgb, all'appello continuerebbero a mancarne ventimila.

Persone citate: Benito Gavazza, Giorgio Covi, Gorbaciov, Helmut Kohl, Prokopenko, Stalin, Stalin Dossier, Victor Bondarev, Virginio Rognoni

Luoghi citati: Bielorussia, Ddr, Italia, Roma, Russia, Saratov, Ucraina